numero 1/2011 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani
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Primo piano<br />
di grattacieli, e non si può fare a meno di<br />
notare l’impressionante contrasto che c’è<br />
fra l’interno e l’esterno, specchio della<br />
tensione sempre più forte che anima questa<br />
città e l’intero paese, fra futuro e passato<br />
in un presente diffi cile da interpretare<br />
perché in evoluzione inarrestabile.<br />
Xi’an<br />
Capitale storica dalle origini che sfociano<br />
nella leggenda, la città di Xi’an era il<br />
punto di partenza della Via della Seta e i<br />
suoi fasti ne avevano fatto un importante<br />
luogo di potere e altresì un crogiolo<br />
di fi oritura di religioni differenti: i cristiani<br />
nestoriani dalla Siria, i buddisti<br />
dall’India e in maniera preponderante i<br />
musulmani attraverso la Via della Seta;<br />
tanto che ad oggi la Grande Moschea,<br />
interessante commistione fra canoni architettonici<br />
tradizionali cinesi e peculiarità<br />
islamiche, è un luogo di culto molto<br />
importante della città, nonché punto di<br />
riferimento fondamentale per la <strong>numero</strong>sa<br />
comunità hui (musulmana) dell’omonimo<br />
quartiere. La sera, fra le luci gialle<br />
che illuminano la Torre del Tamburo e<br />
quella della Campana, camminiamo attraverso<br />
le nuvole di vapore dei grandi<br />
pentoloni in cui si cuociono i ravioli.<br />
Molta gente mangia, ride e cammina per<br />
le strade. L’impressione di vitalità continua<br />
di giorno, mentre contrattiamo secondo<br />
tradizione nelle strette vie coperte<br />
del mercato e piene di piccoli Buddha<br />
di giada, monete, ritratti di Mao, libretti<br />
44 • n. 1, gennaio-aprile <strong>2011</strong><br />
rossi e abbaglianti vestaglie tradizionali<br />
dai colori sgargianti, riproduzioni delle<br />
statue di terracotta e fedelissime contraffazioni<br />
di tutte le marche occidentali:<br />
dagli orologi all’abbigliamento. Il giorno<br />
seguente l’Esercito di Terracotta ci<br />
attende nella sua silenziosa magnifi cenza.<br />
Le migliaia di soldati dell’imperatore<br />
Quinshi Huangdi, che unifi cò la Cina e<br />
diede inizio a un’opera colossale quale la<br />
Grande Muraglia, distrutte in innumerevoli<br />
frammenti, dimenticate e sepolte per<br />
Sopra, in senso orario: una statua di<br />
Budda, pesci in un acquario, una delle<br />
statue dell’Esercito di Terracotta di Xi’an. In<br />
basso: un canale nei pressi di Shangai.<br />
centinaia d’anni, sino al ritrovamento a<br />
opera di alcuni contadini nello scavare<br />
un pozzo, sono il risultato del minuzioso<br />
ricomporre i pezzi d’un puzzle unico al<br />
mondo. Immobili da sempre, stinte nei<br />
colori che ne decoravano la terracotta e<br />
spogliate delle armi di legno e delle stoffe<br />
polverizzate dal tempo, sono arrivate<br />
a noi con la solennità dei secoli che ne fa<br />
una delle Meraviglie del Mondo.<br />
Pechino<br />
Un volo interno ci porta in poco tempo<br />
nella capitale politica e amministrativa<br />
del “Regno di Mezzo”, tempio dello spirito<br />
nazionale e delle sue contraddizioni.<br />
Delle stupende giornate di sole e un cielo<br />
terso come capita raramente qui in città ci<br />
accolgono al Palazzo d’Estate e non c’è<br />
clima migliore di questo per camminare<br />
fra i templi, le sale e i padiglioni del vasto<br />
parco attorno al lago Kunming inframmezzato<br />
di ponti di pietra tanto curvi da<br />
sembrare dorsi di draghi che s’immergono<br />
nelle sue acque fredde. Migliaia e migliaia<br />
di turisti cinesi affollano gli enormi<br />
piazzali della Città Proibita, i suoi saloni<br />
e i padiglioni in legno; per tanti è cambiato<br />
il tenore di vita rispetto al passato<br />
e molte più persone possono viaggiare. I<br />
Foto: Selene Favuzzi