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numero 1/2011 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani

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La Guerra di Secessione<br />

scopo di proteggere le industrie del Nord<br />

dalla concorrenza europea. A questo atto<br />

fecero però seguito feroci proteste da parte<br />

degli Stati schiavisti. La Carolina del Sud,<br />

in particolare, propose il principio di “nullifi<br />

cazione”, secondo cui uno Stato aveva il<br />

diritto di ritenere non valide le leggi federali<br />

che fossero contrarie allo spirito della Costituzione<br />

e volte a ledere i propri interessi. Il<br />

pericolo di disgregazione dell’Unione venne<br />

però scongiurato dalla minaccia di un intervento<br />

armato da parte del presidente Jackson<br />

in Carolina e dalle successive leggi fi scali,<br />

redatte dai rappresentanti del Sud, che prevedevano<br />

una progressiva riduzione dei<br />

dazi. Se è vero che il dibattito in merito al<br />

regime protezionistico non rappresentò uno<br />

dei motivi che condusse alla secessione, è<br />

però indiscutibile che contribuì ad alimentare<br />

le ostilità e le incomprensioni esistenti tra<br />

il Nord e il Sud dell’Unione.<br />

Ulteriori contrasti derivavano dal fatto<br />

che il Nord era favorevole a una rapida<br />

distribuzione delle terre statali ai piccoli<br />

proprietari, tanto che si andava sviluppando<br />

una forte richiesta di appezzamenti gratuiti<br />

di terreno. Il Sud, invece, voleva che il patrimonio<br />

demaniale fosse mantenuto e che le<br />

terre venissero vendute solo dietro congruo<br />

compenso. Negli Stati del Nord, dove si<br />

chiedeva un effi ciente sistema bancario, si<br />

era inoltre creata una classe media compatta,<br />

più democratica, mentre al Sud, ostile a<br />

un accentramento bancario, l’oligarchia costituita<br />

dai proprietari di schiavi deteneva la<br />

maggior parte della ricchezza e del potere.<br />

Le divergenze tra i due diversi modelli di<br />

società erano in defi nitiva <strong>numero</strong>se e profonde<br />

e lo scontro sulla questione della schiavitù<br />

faceva sentire i suoi effetti anche in campo<br />

politico. Con l’inizio degli anni Cinquanta<br />

del XIX secolo, i due grandi partiti che avevano<br />

dominato la scena politica nei decenni<br />

precedenti entrarono in crisi. I Democratici,<br />

identifi candosi sempre di più con gli interessi<br />

dei grandi proprietari schiavisti, persero molti<br />

consensi sia al Nord sia all’Ovest, mentre il<br />

partito Whig si dissolse nel giro di pochi anni<br />

a causa di divisioni interne. Da questa crisi<br />

nacque il Partito Repubblicano, che faceva<br />

proprie sia le rivendicazioni protezionistiche<br />

degli industriali del Nord, sia le richieste di<br />

terre dei coloni dell’Ovest, collocandosi su<br />

posizioni antischiaviste.<br />

Alle elezioni presidenziali del 1860 il<br />

Partito Repubblicano propose come candidato<br />

Abraham Lincoln, un avvocato di salde<br />

convinzioni democratiche proveniente<br />

6 • n. 1, gennaio-aprile <strong>2011</strong><br />

dal Kentucky. Nonostante fosse un convinto<br />

avversario dello schiavismo, Lincoln<br />

non era un abolizionista radicale e durante<br />

la sua campagna elettorale negò qualsiasi<br />

intenzione di abolire la schiavitù negli<br />

Stati dove già esisteva. Al tempo stesso era<br />

perfettamente consapevole che attraverso<br />

questa questione si sarebbe giocato il destino<br />

dell’Unione e che pertanto l’obiettivo<br />

primario del Presidente degli Stati Uniti<br />

sarebbe stato quello di preservare l’integrità<br />

della nazione indipendentemente dalle<br />

proprie convinzioni personali. Lincoln<br />

scrisse in una lettera inviata nel 1862 al<br />

NewYork Tribune: “Se potessi salvare l’Unione<br />

senza liberare nessuno schiavo, io lo<br />

farei; e se potessi salvarla liberando tutti<br />

gli schiavi, io lo farei. Quello che faccio<br />

al riguardo della schiavitù, e della razza di<br />

colore, lo faccio perché credo che aiuti a<br />

salvare l’Unione”.<br />

A seguito dell’elezione di Lincoln alla<br />

presidenza, la Carolina del Sud decise di<br />

SCHIAVITÙ<br />

Il peccato originale della<br />

Costituzione americana.<br />

di Henri Ibi<br />

Nel 1776 la Dichiarazione di<br />

Indipendenza degli Stati Uniti<br />

affermava l’uguaglianza e la libertà<br />

di tutti gli uomini, ma la Costituzione<br />

di Filadelfi a del 1787 negava questi<br />

principi, legalizzando la schiavitù e la<br />

tratta di esseri umani.<br />

La Dichiarazione di Indipendenza<br />

degli Stati Uniti d’America del 4 luglio<br />

1776 afferma che “tutti gli uomini<br />

sono stati creati uguali, che essi sono<br />

dotati dal loro Creatore di alcuni diritti<br />

inalienabili, che fra questi sono la vita,<br />

la libertà e la ricerca della felicità”. Si<br />

tratta di diritti riconosciuti formalmente<br />

a tutti, ma che erano effettivamente<br />

tutelati solo per i cittadini bianchi, non<br />

avendo la popolazione nera nemmeno<br />

il diritto di adire l’autorità giudiziaria,<br />

concludere contratti o possedere una<br />

proprietà.<br />

La situazione dei neri restò del tutto<br />

immutata anche con l’entrata in<br />

vigore della Costituzione di Filadelfi a<br />

del 1787 e fi no al 1865, quando,<br />

con la ratifi ca del tredicesimo<br />

emendamento, venne uffi cialmente<br />

abolita la schiavitù nel paese. La<br />

Costituzione, pur ispirata ai valori della<br />

libertà e dell’uguaglianza giuridica<br />

dei cittadini, protesse la schiavitù<br />

perfi no legalizzando la subordinazione<br />

indire nel dicembre del 1860 una convenzione<br />

in cui annunciò la propria secessione.<br />

Il motivo erano le inadempienze degli<br />

obblighi costituzionali da parte degli Stati<br />

del Nord, a causa del mancato rispetto<br />

della legge sugli schiavi fuggitivi e del diritto<br />

dei Sudisti di mantenere la proprietà<br />

sui servi anche in territori non schiavisti.<br />

Dopo la Carolina del Sud, tra il dicembre<br />

1860 e il maggio 1861, altri sei Stati si<br />

staccarono dall’Unione e si costituirono<br />

in una Confederazione indipendente.<br />

Se a provocare la guerra fu un episodio<br />

di modesta portata, la battaglia di Fort<br />

Sumter, le passioni e gli odi che la sostennero<br />

furono violenti e profondi. L’esito<br />

del confl itto fu a lungo incerto, ma anche<br />

dopo la vittoria degli Unionisti e l’abolizione<br />

dello schiavismo, i contrasti tra Nord<br />

e Sud non si placarono, sfociando infi ne,<br />

all’indomani della guerra, nell’assassinio<br />

del presidente Lincoln e nell’occupazione<br />

militare del Sud per più di dieci anni.<br />

razziale. Essa disponeva infatti, alla<br />

sezione 9 del suo articolo 1, che<br />

l’importazione degli schiavi (che la<br />

costituzione chiamava ambiguamente<br />

“persone”, quasi a voler subdolamente<br />

celare la contraddizione in termini<br />

tra la garanzia della libertà e la<br />

legittimazione della schiavitù)<br />

non potesse essere vietata dal<br />

Congresso prima del 1808. La tratta<br />

dei neri provenienti dal continente<br />

africano (pratica che si perpetrava<br />

da più di tre secoli e che può essere<br />

considerata il più grande commercio<br />

di schiavi della storia) continuò<br />

però imperterrita anche dopo l’anno<br />

stabilito nel testo fondamentale dello<br />

Stato, in mancanza di un atto del<br />

Congresso volto a dare attuazione alla<br />

disposizione costituzionale.<br />

Il mantenimento della schiavitù, come<br />

molti studiosi hanno sostenuto, è stato<br />

giustifi cato per lo più da necessità<br />

economiche e di organizzazione<br />

dell’assetto socio-produttivo, che<br />

poggiava quasi sempre, direttamente<br />

o indirettamente, su questa pratica.<br />

Soltanto dopo anni di lotte e una<br />

sanguinosa guerra civile gli schiavi<br />

neri ottennero, con l’emanazione<br />

degli emendamenti degli anni 1865-<br />

1870, i pieni diritti di cittadinanza e lo<br />

status giuridico di uomini liberi, senza<br />

più alcuna distinzione di razza e di<br />

colore. Per la fi ne della segregazione<br />

e per una pari dignità tra bianchi e<br />

neri bisognerà attendere ancora un<br />

secolo…

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