numero 1/2011 - Collegio Universitario Lamaro Pozzani
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Foto: iStockphoto.com/jJacob<br />
La Guerra di Secessione<br />
La nuova schiavitù<br />
Although prohibited almost everywhere, slavery is still practised in many parts<br />
of the world, such as India, Pakistan, southern and eastern Asia, Africa and Latin<br />
America. Among millions of modern slaves, there are also thousands of children.<br />
In Thailand, for example, teenagers from poor villages of the North are forced<br />
into prostitution in order to pay their family debts. Similarly, a huge percentage of<br />
Punjabi children are sold to the furnace owners and employed in making bricks,<br />
together with their family. How to fi ght slavery? Instead of focussing on corrupt<br />
governments or public administrations, we should rely on civil society, local<br />
associations, NGOs and on the power of the international community.<br />
di Natalia Pazzaglia<br />
Che si tratti di scarpe fatte da schiavi pakistani,<br />
di giocattoli oppure di camicie<br />
cucite da schiavi caraibici, un gigantesco<br />
sistema di sfruttamento del lavoro ruota<br />
tuttora attorno alla schiavitù. Come e perché<br />
si manifesta ancora questa vergogna?<br />
Quali sono i volti degli schiavi del XXI<br />
secolo? Quali le dimensioni del dramma?<br />
“La schiavitù è lo stato o condizione di<br />
un individuo sul quale si esercitano gli attributi<br />
del diritto di proprietà o alcuni fra<br />
essi”, stabiliva nel 1926 la Convenzione<br />
internazionale sulla schiavitù della Società<br />
delle Nazioni (art. 1). A rigor di logica,<br />
perciò, di schiavi ne esistono ancora.<br />
In passato la schiavitù era legata a un<br />
diritto di proprietà legalizzato, giustifi cato<br />
da un principio di superiorità razziale e<br />
nell’antichità greca e romana dalla sconfi<br />
tta in guerra. Oggi, invece, non si tratta<br />
più di possedere un essere umano, ma di<br />
ottenerne il controllo e mantenerlo attraverso<br />
la coercizione, inseguendo un’etica<br />
del denaro fondata sulla ricerca del mi-<br />
36 • n. 1, gennaio-aprile <strong>2011</strong><br />
nor costo del lavoro. Nonostante che la<br />
schiavitù sia proibita dalla Dichiarazione<br />
Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948<br />
e dalle legislazioni di quasi tutti i paesi<br />
del mondo, milioni di “schiavi” vivono<br />
ancora oggi in India, Pakistan, nel Sud-<br />
Est asiatico, nell’Africa settentrionale e<br />
occidentale e in alcune zone dell’America<br />
Latina.<br />
Tra le tante forme di schiavitù ancora<br />
esistenti due in particolare meritano<br />
un’attenta rifl essione, con la speranza che<br />
in un futuro prossimo se ne possa fi nalmente<br />
decretare la scomparsa.<br />
Le prostitute bambine<br />
“Tutto si vende, tutto si compra, compreso<br />
il corpo umano”, disse Zaki Laidi<br />
durante una conferenza a Parigi nel<br />
giugno 1998. Il sesso in Thailandia si<br />
vende ovunque. Ciò che è drammatico,<br />
però, è che ci siano più di 35.000<br />
adolescenti ridotte in schiavitù, ragazze<br />
di campagna vendute dai loro genitori<br />
A sinistra: un bambino trasporta un tronco<br />
verso l’ingresso di un villaggio del Vietnam<br />
settentrionale.<br />
ai bordelli, dove vengono avviate alla<br />
prostituzione (dati tratti dal saggio di<br />
Kevin Bales, I nuovi schiavi: la merce<br />
umana nell’economia globale, Milano<br />
2000).<br />
Dietro tale comportamento non c’è,<br />
peraltro, l’inconsapevolezza del futuro<br />
che aspetta le loro fi glie: sono piuttosto<br />
la povertà e la rassegnazione le principali<br />
ragioni socio-economiche che spingono i<br />
genitori verso una scelta apparentemente<br />
incomprensibile.<br />
Tra le cause vanno annoverate le antiche<br />
credenze che guardano alle donne<br />
come a esseri inferiori e la memoria di<br />
un passato dove per centinaia di anni i<br />
figli sono stati considerati delle merci.<br />
A ciò si aggiungono le conseguenze del<br />
boom economico, che ha rapidamente<br />
industrializzato il Centro-Sud, aumentando<br />
i salari di braccianti e operai e<br />
facendo crescere la loro domanda di<br />
prostitute. Nel montagnoso (e più arretrato)<br />
Nord, invece, non sono migliorati<br />
i guadagni dei coltivatori di riso,<br />
ma si è sviluppata una forte domanda<br />
di beni di consumo prima sconosciuti.<br />
Così molte sensali hanno cominciato<br />
a recarsi nei poveri villaggi del Nord,<br />
dove, corrotti i funzionari del posto,<br />
offrono alle famiglie delle bambine<br />
prestiti, da ripagare col “lavoro” delle<br />
figlie.<br />
Le somme prestate sono spesso molto<br />
rilevanti rispetto al guadagno medio<br />
delle famiglie della zona e il tasso<br />
di interesse è esorbitante. Così nasce<br />
un vincolo da debito virtualmente impossibile<br />
da saldare, che costringerà le<br />
bambine a una schiavitù sessuale dalla<br />
quale avranno pochissime speranze di<br />
liberarsi. Il loro è, infatti, quasi sempre<br />
un viaggio senza ritorno, verso un<br />
drammatico destino: resistere, tentare<br />
la fuga può voler dire fi nire ammazzate<br />
dagli agenti di un crimine organizzato<br />
che non conosce pietà.<br />
Venduti alle fornaci<br />
Per quanto riguarda lo sfruttamento minorile,<br />
uno dei casi più eclatanti è quello<br />
del Pakistan, anche se tanti sono anche gli<br />
schiavi bambini che lavorano nei campi<br />
di carbone del Mato Grosso, in Brasile, o