la Conferenza nazionale della donna lavoratrice - CGIL Regionale ...
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Sviluppo e rinnovamento del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> italiana 33<br />
Al dibattito non mancarono temi di interesse generale per tutte le donne. Carme<strong>la</strong> Mungo,<br />
direttrice didattica di Roma, interessò l’assise sul<strong>la</strong> questione del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>.<br />
La delegata sottolineò l’importanza di tale problema per <strong>la</strong> <strong>donna</strong> cui era affidato il delicato<br />
compito di formazione dei giovani. Era necessario che l’intera società si mobilitasse per lo<br />
sviluppo di uno strumento formativo così essenziale. Occorrevano scuole ben attrezzate e<br />
moderne che garantissero un ambiente sereno al bambino. Tra <strong>la</strong> madre e <strong>la</strong> maestra doveva<br />
stabilirsi un rapporto di ‹‹fraternità fattiva››: per timore, timidezza, indifferenza troppo spesso<br />
le madri rimanevano lontane dal<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong>. Per <strong>la</strong> formazione dell’insegnante, <strong>la</strong> delegata<br />
richiedeva una preparazione seria, adeguata alle esigenze dell’alunno, ma per l’esercizio di un<br />
compito così nobile considerava ancora insufficiente <strong>la</strong> retribuzione corrisposta.<br />
Continua doveva essere <strong>la</strong> lotta all’analfabetismo e per l’innalzamento del tasso di sco<strong>la</strong>rità.<br />
La stampa femminile<br />
La <strong>Conferenza</strong> fu anche un’occasione di dibattito in merito al<strong>la</strong> formazione sindacale del<strong>la</strong><br />
<strong>la</strong>voratrice. Elvira Casprini, ceramista di Firenze, dedicò il suo contributo ad un’analisi delle<br />
letture femminili. 34 La delegata mise in evidenza l’importanza del<strong>la</strong> stampa come strumento<br />
di maturazione ed evoluzione. Le donne più evolute si trovavano, a suo avviso, tra le<br />
contadine, le operaie, le artigiane, che leggevano ‹‹Noi Donne››, ‹‹Il Lavoro››. Molte erano<br />
però quelle che ancora preferivano le letture d’evasione come ‹‹Grand Hotel››, ‹‹Intimità››,<br />
letture considerate prive di buon gusto e incapaci di favorire <strong>la</strong> riflessione. Per <strong>la</strong> Casprini era<br />
pertanto necessario avviare una vasta azione per avvicinare le donne a letture sane. A questo<br />
scopo erano già state prese iniziative concrete come l’istituzione di biblioteche presso le<br />
camere del <strong>la</strong>voro e di circoli culturali nelle fabbriche.<br />
La sinistra era concorde nel dare un giudizio fortemente critico alle ‹‹letture rosa››,<br />
considerate sintomo di arretratezza e ostacolo al<strong>la</strong> formazione. Una delle poche voci fuori dal<br />
coro fu quel<strong>la</strong> di Teresa Noce, autrice di un’analisi più profonda del<strong>la</strong> questione. Il successo<br />
di quel tipo di lettura si spiegava con <strong>la</strong> capacità di offrire alle lettrici un momento di evasione<br />
dalle preoccupazioni quotidiane, una pausa in cui sperare un futuro migliore. Si trattava di<br />
esigenze naturali cui anche il sindacato e i partiti erano chiamati a confrontarsi: oltre ai temi<br />
33 Ivi, pp. 164-166<br />
34 Stampa democratica e iniziative culturali tra le <strong>la</strong>voratrici in ivi, pp. 198-203<br />
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