la Conferenza nazionale della donna lavoratrice - CGIL Regionale ...
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acculturazione democratica del<strong>la</strong> base comunista››: il rispetto dei principi costituzionali<br />
costituiva il baluardo dietro cui difendersi dal<strong>la</strong> repressione governativa degli scioperi e delle<br />
manifestazioni; lo strumento di legittimazione delle lotte per il <strong>la</strong>voro, per i miglioramenti<br />
sa<strong>la</strong>riali, per le libertà politiche e sindacali.<br />
Anche <strong>la</strong> dirigenza del partito aveva dato prova di costituzionalismo: durante il VII Congresso<br />
del PCI, nell’aprile 1951, Togliatti ne aveva indicato esplicitamente <strong>la</strong> centralità nel<br />
programma politico dell’opposizione di sinistra. Si trattava di un importante salto di qualità<br />
rispetto al<strong>la</strong> tradizionale cultura antilegalitaria del partito ed evidentemente di un aspetto<br />
contraddittorio del<strong>la</strong> critica al<strong>la</strong> democrazia borghese. Una tale evoluzione distinse gli italiani<br />
dalle scelte di altri partiti comunisti occidentali, come quello francese, costituendo un<br />
inequivocabile segnale di integrazione nel<strong>la</strong> democrazia repubblicana. 42<br />
Nel<strong>la</strong> maggior parte degli interventi delle delegate prevalsero le denunce delle gravi<br />
condizioni di <strong>la</strong>voro. In un numero minoritario di contributi emersero anche i successi ottenuti<br />
con <strong>la</strong> lotta: <strong>la</strong> gratifica natalizia pari a quel<strong>la</strong> maschile per le alimentariste genovesi; i<br />
passaggi di qualifica, gli acconti sui futuri aumenti per le bolognesi; <strong>la</strong> parità sul<strong>la</strong> paga oraria<br />
per alcune mi<strong>la</strong>nesi; le riparazioni delle case coloniche per le mezzadre umbre.<br />
Il quadro economico e sindacale nelle diverse regioni e categorie era troppo variegato perché<br />
si potesse scegliere <strong>la</strong> strada dell’azione unitaria. Persino all’interno del triangolo industriale<br />
le differenze risultavano notevoli: il movimento sindacale torinese era attestato su una<br />
posizione difensiva a fronte dei duri attacchi del padronato; a Mi<strong>la</strong>no, invece, i margini di<br />
azione erano più ampi se persino sul piano del<strong>la</strong> parità retributiva alcuni successi erano stati<br />
raggiunti.<br />
La <strong>Conferenza</strong> si svolse in un momento delicato per il sindacato, incerto se continuare <strong>la</strong> linea<br />
del<strong>la</strong> contrattazione centralizzata o avviarsi sul<strong>la</strong> strada dell’artico<strong>la</strong>zione settoriale delle<br />
vertenze. La scelta si rese obbligata dopo il traumatico marzo 1955 quando <strong>la</strong> FIOM perse per<br />
<strong>la</strong> prima volta <strong>la</strong> maggioranza alle elezioni del<strong>la</strong> Commissione interna al<strong>la</strong> FIAT. La sconfitta<br />
impose <strong>la</strong> necessità di una profonda autocritica a seguito del<strong>la</strong> quale <strong>la</strong> politica centralizzata<br />
venne abbandonata.<br />
A non essere abbandonata, ma anzi confermata dal successo del<strong>la</strong> <strong>Conferenza</strong>, fu invece <strong>la</strong><br />
politica differenziata nei confronti delle <strong>la</strong>voratrici. Durante <strong>la</strong> riunione del Comitato<br />
Direttivo del 5 febbraio 1954, Rina Pico<strong>la</strong>to svolse una re<strong>la</strong>zione sulle nuove prospettive<br />
aperte dal<strong>la</strong> <strong>Conferenza</strong> <strong>nazionale</strong> in cui affermò:<br />
42 G. Gozzini, R. Martinelli, Storia del Partito comunista italiano. Dall’attentato a Togliatti all’VIII<br />
Congresso. Einaudi, Torino 1998, pp. 54-56<br />
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