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Scene del Consumo parte I.pdf - Isabella Pezzini

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10 ISABELLA PEZZINI, PIERLUIGI CERVELLI<br />

il primo investe la centralità che ha assunto la concezione degli<br />

spazi che lo accolgono e tipizzano, il secondo riguarda il<br />

rapporto fra consumo e cultura, così come soprattutto emerge<br />

dalle modificazioni in atto nel contenitore tradizionale <strong>del</strong>la<br />

conservazione e <strong>del</strong>la fruizione <strong>del</strong>l’arte, e cioè il museo.<br />

2. Spazi e luoghi <strong>del</strong> consumo<br />

Nella prima <strong>parte</strong> <strong>del</strong> libro è dunque presa in esame la localizzazione<br />

<strong>del</strong> consumo in spazi-evento, dotati di una forte<br />

identità, in cui le marche tentano di espandersi e di celebrarsi<br />

ipertroficamente. Cerchiamo di cogliere e restituire gli<br />

aspetti di novità di questa tendenza anzitutto con un riferimento<br />

genealogico alla modernità, l’individuazione di alcuni<br />

snodi salienti sotto il profilo critico (Giordano), e poi con le<br />

analisi di alcuni casi che ci sono sembrati rappresentativi, pur<br />

nella loro apparente “domesticità”. Quelli analizzati sono infatti<br />

spazi situati nei centri storici di alcune città italiane, tradizionalmente<br />

dedicati allo shopping, e di dimensioni ridotte<br />

rispetto sia ai centri commerciali che sorgono un po’ dappertutto<br />

in periferia, sia ai firmatissimi megastore che fanno<br />

parlare di sé nelle grandi capitali globali 5 . Ma tutti cercano di<br />

ridefinire completamente l’idea <strong>del</strong> vecchio “negozio”, fin<br />

dai termini usati per designarsi: si tratta di un punto vendita<br />

Fendi (Baldassarri), di un Diesel Store (Chirico), di uno Spot<br />

<strong>del</strong>la Mercedes-Benz (Teotti). Dal punto di vista <strong>del</strong> metodo,<br />

vale forse la pena di sottolineare che sinora nello studio <strong>del</strong>le<br />

forme di comunicazione <strong>del</strong>l’identità si è fatto quasi sempre<br />

riferimento a testi dai confini molto ben definiti (pubblicità,<br />

marchio, immagine coordinata), mentre in questi contributi<br />

abbiamo voluto mettere l’accento sulla forte componente<br />

costruttiva che implica l’approccio a porzioni di realtà<br />

complesse come possono essere gli odierni store. Come logica<br />

conseguenza di un approccio integrato di questo tipo, nel<br />

loro saggio Cervelli e Torrini mostrano come il momento <strong>del</strong>l’analisi<br />

sistematica <strong>del</strong> preesistente possa essere la base di riferimento<br />

per la progettazione consapevole <strong>del</strong> nuovo. Rinaldi

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