Scene del Consumo parte I.pdf - Isabella Pezzini
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Dalle strategie visive all’organizzazione <strong>del</strong>lo spazio.<br />
Roma, Fendi a via Borgognona<br />
Miriam Baldassari<br />
Introduzione<br />
L’evento “consumo” nella società attuale è sempre più legato<br />
all’immaterialità che soggiace alla stragrande maggioranza<br />
dei prodotti offerti sul mercato. La componente immateriale<br />
<strong>del</strong>l’oggetto ne esplica la natura testuale, la sua capacità<br />
di incorporare un senso, di comunicare attraverso variegate<br />
maniere espressive. In tal modo, gli oggetti, prima<br />
d’essere beni di consumo, appaiono come testi offerti all’interpretazione<br />
dei consumatori.<br />
In quest’ottica appare evidente come la problematica <strong>del</strong>la<br />
marca sia squisitamente semiotica. E ciò motiva la difficoltà<br />
<strong>del</strong> marketing classico nel concettualizzarla. Spesso la marca<br />
resta, anche agli occhi degli addetti ai lavori, un’entità non<br />
compresa a pieno.<br />
La marca è assolutamente immateriale; vive esclusivamente<br />
attraverso i sistemi espressivi che le permettono di manifestarsi:<br />
un nome, un logo, una serie di colori e di segni grafici,<br />
l’advertising che le fornisce un contesto narrativo, il<br />
packaging che la identifica e la differenzia dai concorrenti, i<br />
luoghi di consumo, i punti vendita, che le permettono di declinare,<br />
modificare, arricchire il senso <strong>del</strong> o dei prodotti che<br />
essa rappresenta.<br />
All’interno di un punto vendita l’individuo è immerso in<br />
un “mare” di segni, articolati secondo logiche espositive che<br />
cambiano a seconda <strong>del</strong> tipo di negozio e <strong>del</strong>le differenti filosofie<br />
di marca.