Cap. II – Tolmino – secoli XVII-XVIII

vic. di Tolmino pre Bernardino Petrogallo di presentarsi entro 8 giorni o di persona o tramite
il suo cappellano per giustificarsi, altrimenti si procederà in loro assenza all'emanazione della
sentenza. Il capitolo interpella l'arcid. Giuseppe Cusano "de vita et moribus" del vicario e
decide "*di emettere il seguente monitorio al rev.do Petrogallo: Noi Ladislao Puppi ecc...
posposto il dovere del tuo stato, al grado minimo indispensabile, nel nutrire il gregge affidato
da noi sulla tua fiducia, parola, esempio e con giuramenti, veniamo a sapere che non eserciti
per nulla personalmente da quelle parti, anzi (e lo diciamo con estrema amarezza) in
gravissimo detrimento delle anime in queste funzioni specie nelle domeniche e nelle feste di
precetto nel modo di celebrare la santa messa nonché nel predicare la parola di Dio lo fai
con tanta negligenza e neghittosità che da persone degne di fede siamo stati convinti, che
pare proprio che la comunità sia priva di un effettivo vicario".
In realtà il suo comportamento ha dell'incredibile, almeno tanto quanto questo cancelliere
che si permette un testo così roboante, senza capo né coda, indecifrabile ed intraducibile, ma
pure per la supposta severità fatta di retorica, priva di ogni esecutività. Infatti emesso 'sto
monitorio contro pre Bernardo Petrogallo vic. cur. di Tolmino in data 13 luglio 1671,
l’arcidiacono in montibus, a seguito della visita da lui tenuta, sia il vicario che il capp.
Giovanni Velicogna, sotto pena di 50 fiorini da applicarsi alla chiesa sacramentale di Santa
Maria di Tolmino e la sospensione a divinis, devono presentarsi per il 6 di aprile al mattino
per ascoltare il monitorio del luglio scorso, se no "*procederemo a decisioni più gravi". Pre
Bernardino Petrogallo non si presenta alla scadenza ed il capitolo decide di spedire lassù due
canonici insieme all'arcid. Fabrizio della Torre per formare un processo "de vita et moribus"
sul posto 49 . Lasciamoli fare.
Nel 1673 il vicario è contumace e non può rispondere alla sequela di domande. L'anno
dopo lo stesso, ma questa volta "stante eius invaltudine" 50 .
(26) Pre Simone Visintino (Vincentino) (1677-1689) ♣ Nella visita del 1677 è indicato
come vicario pre Simone Vincentino e suo capp. pre Giorgio Breschiach (Brisiach); "*non
gli furono poste le domande di prassi perché gli era stata affidata la vicaria da appena pochi
giorni" 51 . Nel 1685 abbiamo un accenno alle vertenze tra il capitano di Tolmino Baron
Coronino ed il vic. pre Simone. Vengono confermati i compiti dei vicari curati: "insegnare la
dottrina cristiana, insegnare le preghiere fondamentali, cioè Pater Ave Credo et li
comandamenti di Dio, assistenza infermi e portare gli ultimi sacramenti secondo urgenza,
celebrare tutte le messe in calendario nella parrochiale e nelle filiali secondo l'epoca ecc.".
Nel 1689 c'è un processo intentato dall'arcidiacono contro pre Nicolò Fasso residente in
Tolmino, la rimozione del vicario pre Simone Visintino ed apertura del concorso. Nel 1689
gli uomini di Tolmino chiedono di poter erigere la Confraternita del Santo Rosario nella
chiesa di Santa Maria. Il capitolo assente 52 .
Decime: 1671 m. 507; 1672 m. 800; 1673 m. ...; 1674 m. // 1686 m.... // 1692 m. 800; 1694
m. 1055; 1695 fiorini 200. In quest'anno decimario di Tolmino e Plezzo è il can. Carlo
Bertolo al prezzo di 200 fiorini. Il capitolo raccomanda di "operare con diligenza e se del
caso con il brazo della giustizia per le difficoltà di Plez e per la renitenza dei nob. Formentini
49
AMC Def n. 44, 22-6-1671, p. 39. 30-7-1671, p. 48. 2-8-1671, p. 49. "relaxari monitorium reverendo domino
Petrogallo: nos Ladislaus Puppi... posthabito propriis status necessarii gradu in pascendis ovibus per nos tuae fidei
traditis verbo, exemplo et juramentis nullam fere (proh dolor!) ex his partibus personaliter exercere immo maxima
animarum iactura in huiusmodi funtionibus praecipue vero Dominicis et festis de praecepto in peragendo sacramenti
Missae sacrificio necnon praedicando Dei verbo tantum laborare negligentia et soccondia (?) qui fide digni certiores
facti sumus ut ipsimet parrochiani de suo proprio rectore carere videantur. Verum quod detestabilibus nec amplius est
perferendum ei etiam dignoscitur omnes et singulos quibus speciali nostra gratia spiritualiter in praesenti anno
praeesse tibi contingit, ab incongruam et corruptam vitam vivendi rationem in clericali honestate quod maxime aliena
incredibili non solum admiratione se etiam magno affici scandalo. Qua propter hise absurdis et malis pro paterno quo
te prosequimur amore prospicere in praesens levioribus juris medii pro nunc utendo nostra quasi hac parte fungimus
auctoritate...". AMC Def n. 44, 24-3-1672, p. 78v. "ad ulteriora procedemus". 19-4-1672, p. 83.
50
ACC Vis arc b 465, 16-6-1672. 16-6-1673. 16-6-1674.
51
ACC Vis arc b 465, 16-6-1677. "non fuerunt illi factae aliae interrogationes dum iam paucis diebus illi collata
fuit vicaria"; 16-6-1678 / 1683 / 1685 / 1686.
52
AMC Def n. 52, 24-6-1685. n. 44, 22-1-1689, p. 282v. 28-3-1689, p. 235v. 4-4-1689, p. 236.
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