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Cap. II – Tolmino – secoli XVII-XVIII

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specialmente che deve farsi ... (macchia) ventuno soviene et propone alla prudenza dei<br />

canonici l'abilità e disinteresse del magn. et rev.do can. Giorgio Cont che a puro titolo di<br />

servire cotesto Publico essibisce l'opera sua senza alcuna recognitione e compenso fuor che<br />

delle solite spese e della residenza della chiesa sino a che potrà reunirsi alla medema". Sì 64 .<br />

Se questa gente agiva come scriveva si può capire come la ragnatela abbia intrappolato il<br />

ragno. La chiusura dei passi è dovuta al "mal contagioso", fenomeno che si ripeterà negli anni<br />

successivi.<br />

Nel 1717 ci si preoccupa "di affidare l'esazione dei molti residui degli anni precedenti a<br />

persona d'attività, e farne richiesta al rev.do Antonio Grudina, perché come per il passato<br />

abbia col suo amore al farne l'essazione con l'onorario di fiorini 80 et spese". Dal 1721,<br />

divenuto "impotente", è sostituito dal can. Domenico Dini 65 .<br />

Evoluzione burocratica ♣ Per sostenere la sua giurisdizione in territorio austriaco il<br />

capitolo approfitta della nomina dell'ex governatore di Milano Girolamo di Colloredo a<br />

maresciallo dell'Impero, ora che si porta a Vienna, "perché sia loro protettore presso<br />

l'imperatore per le giurisdizioni nei capitaniati di Idria, <strong>Tolmino</strong> e Plezzo". Il capitolo è<br />

costretto a restituire "ai vicari a parte imperii fiorini 110 che contribuivano in ordine alla<br />

parte sive comparto da questo Publico sopra tutti li vicarii" 66 . L'Austria non tollera prelievi<br />

"discrezionali" dai suoi sudditi; la tradizione ha sempre meno giustificazioni.<br />

Al capitolo non rimane che la strategia del farsi "piccolo" e disponibile. Il can. Pietro<br />

Strassoldo "espose essere necessaria, utile e decorosa fare la sacra visita a parte imperii tutta<br />

intiera a mottivo della venuta di Cesare, mentre introvansi in quelle parti di quelli pocho<br />

affezionati a questo Publico, quali potrebbero arrecare del danno considerabile al gius<br />

capitolare, perciò egli stimerebbe cosa buona e ben fatta il non increare cosa alcuna ma farla<br />

interamente". Fu deciso di sospendere le lettere circolari fino ad altro ordine per sentire anche<br />

il decano già arcidiacono. Questi precisò che "avendo fatta l'anno decorso intieramente la<br />

visita a parte imperii et non havendo trovato cosa alcuna di male, ha considerato bene non<br />

farla intieramente, stante che à assunto tal impegno di non farla intiera allora quando fu<br />

confermato, onde che essendo aggravato d'anni e di una gamba non si sente di poterla fare,<br />

perciò facci quello li pare questo Publico e quello meglio gli aggrada. Fu risolto giusto le sue<br />

indisposizioni di farla a suo piacere, incaricando d'inoltrarsi più che sia possibile" 67 .<br />

In realtà le visite arcidiaconali si svolgono regolarmente e quello che è significativo si<br />

"trova tutto in buona regola" o "aver ritrovato tutte in buonissimo ordine senza cosa alcuna<br />

da reclamarsi". Non si tratta di zelo né da una parte né dall'altra, ma di semplice prudenza.<br />

Quello che il patriarca aquileiese fa per il territorio veneto lo fanno gli ecclesiastici pure<br />

austriaci. "Il rev.do Pietro Paglianuzzi del Santo Monte sora Gorizia implora lettere circolari<br />

dal capitolo da spedirsi a parte imperii per la raccolta dell'elemosina a mantenimento dei<br />

luoghi pii nella terra santa quale attesta e vedutasi la bolla di Clemente X<strong>II</strong> ordine di scrivere<br />

alli vicari a parte imperii per l'effetto suddetto". Ha ricevuto l'incarico da Roma. Per il 1733 il<br />

papa Clemente X<strong>II</strong> proclama il giubileo nell'anniversario della redenzione e raccomanda di<br />

proclamarlo ovunque ai fedeli 68 .<br />

Quando le visite si fanno più "aggressive" e l'arcidiacono dà disposizioni perentorie, allora<br />

il capitano di <strong>Tolmino</strong> si allarma e non le esegue in quanto contrastano la sua giurisdizione. Il<br />

capitolo nega e dispone l'esecuzione di alcune procedure giudiziarie "e anche se fosse<br />

necessario ricorrere al braccio secolare questo si debba implorare dal capitanio giusto le<br />

disposizioni cesaree" 69 . Così si agiva nel dominio veneto e l'azione dell'Inquisizione si<br />

appoggiava regolarmente all'esecutività del braccio secolare. Si osa: se riesce tutto di<br />

guadagnato.<br />

64<br />

AMC Def n. 46, 26-9-1709, p. 136 (243v). GABERŠČEK 2005, p. 33. AMC Def n. 47, 11-7-1714, p. 97. 17-12-<br />

1715, p. 150.<br />

65<br />

AMC Def n. 47, 12-3-1717, p. 218v. 12-2-1721, p. 25.<br />

66<br />

AMC Def n. 48, 6-1-1726, p. 255. 15-1-1728, p. 341.<br />

67<br />

AMC Def n. 48, 1-6-1728, p. 347. 11-6-1728, p. 349.<br />

68<br />

AMC Def n. 48, 23-6-1730, p. 408v. 20-7-1531. AMC Def n. 49, 4-5-1732. 25-7-1732.<br />

69 AMC Def n. 49, 31-8-1734.<br />

77

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