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Cap. II – Tolmino – secoli XVII-XVIII

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dello stato di fatto, un tertium che non trova più spazio logi(sti)co.<br />

Ancora tributi: "Imposta di mille fiorini dalla Imperial Regina; attesa l'angustia della<br />

mensa e somma difficoltà di rintracciar denaro" si stende ricorso "da portarsi a sua ecc.za<br />

co. della Puebla per esser dispensati". Si tratta del Commissario Aulico Plenipotenziario di<br />

Gorizia e Gradisca che invece ne decreta l'esecuzione. Accendono un prestito garantito con<br />

tutti i beni del capitolo. Giunge il permesso del Senato veneto per presentarsi dal Puebla in<br />

Gorizia "contenendosi sulle risposte da dare sopra qualunque argomento mettendogli in vista<br />

non esser per mancar a lui altri canali per i quali dirigersi onde proporre materia<br />

concernente le monache e monasteri d'Aquileia e finalmente di dover per la domenica 8 c.m.<br />

render certo in voce o in scritto a sua ecc.za il Luogotenente di quanto fosse stato loro<br />

comunicato e proposto dal suddetto co. Puebla e da essi risposto. Sopra di che si è avuto i<br />

seguenti riscontri: che la sovrana compatendo i capitolari per sentirlo inquietato su de propri<br />

affari nell'austriaco da parte dei giurisdicenti di <strong>Tolmino</strong> ha penato d'accudire alla<br />

capitolare tranquillità e quiete. Che da un'altra parte la stessa sovrana ha fissato che le<br />

monache d'Aquileia non abbino più d'uscire dallo stato austriaco. La sovrana gli ha impartita<br />

la plenipotenza di far quanto crederà opportuno per tal effetto e per ridurre nell'Austriaco le<br />

rendite di detto monastero esistenti nel Veneto Dominio. Che per condurre a fine questa sua<br />

volontà desidera succeda un reale concambio delle rendite del nostro capitolo nell'austriaco<br />

con quelle del monastero d'Aquileia nel veneto, salvo il dovuto reciproco compenso. Il Puebla<br />

ha invitato 2 canonici di Cividale all'uopo. Riflettuto che la materia è di sommo incarco e<br />

perciò di spesa molto superiore all'essere dei canonici del nostro capitolo li quali hanno<br />

bensì il diritto d'usufruttuare le rendite capitolari, non mai però l'arbitrio d'alcuna<br />

disposizione concernente il fondo delle medesime e per conseguenza trovarsi in caso di<br />

corrisponder imaginabilmente alle richieste lor fatte". Il Puebla insiste per il loro assenso o<br />

dissenso, "aver essi replicati li primieri lor sentimenti aggiungendogli che per proporre cose<br />

di tanta rilevanza non gli mancheranno altri canali per dirigersi. Tuttavia il Puebla voleva<br />

una risposta in scritto entro 3 settimane che accetterà sì o no e saprà poi cosa avrà a fare<br />

avendo lo stesso giorno comunicato tal progetto anche alle suore di Aquileia mediante il loro<br />

vicario apostolico Gorizzutti per questa fine a sé chiamato e con debito di rispondere entro<br />

tre settimane". Si fa resoconto al Luogotenente e chiamati da lui si presenta il Campeis l'altro<br />

impedito, "lettagli altra ducale con altre istruzioni consegnate in estratto per le decisioni<br />

capitolari dove si riconosce ottimo il comportamento dei deputati presso il Puebla conforme<br />

al suggerito. Si contenga il capitolo in modo cauto anche in scritto declinando dal prender<br />

alcuna minima ulteriore ingerenza". Tutto in segreto, capitolo, luogotenente, senato ecc.<br />

Scritto indirizzato a Pietro Pauletig intendente del capitolo a Gorizia. Il Foramiti è stato a<br />

Venezia per l'affare Puebla capitano di Gorizia sugli scambi ed il Pauletig scrive da Gorizia<br />

"per rapporto all'imprestanza voluta dalla Imperial Regina di fiorini 1000". Si spediscono<br />

deputati con il dovuto 112 .<br />

L'arcivescovo "sulla patente rilasciata all'arcidiacono in <strong>Tolmino</strong> ha mescolato le cose in<br />

tal che viene non solo a tal approvazione, ma a dargli facoltà uniforme tanto per le cose<br />

dipendenti dall'autorità capitolare che per quelle che sono di supposta arcivescovile, di più<br />

hanno fatto ora leggere un'estera instruttiva per chi sarà incaricato di passar a Gorizia a<br />

presentar il nuovo arcid. Campeis così pure alcune formule a proposito cioè una con cui<br />

venga unicamente approvata la persona alla visita spirituale, altra contenente le facoltà che<br />

impartisce l'arcivescovo all'arcidiacono come suo delegato e la lettera contenente l'una e<br />

l'altra ma con metodo giusto e legittimo". Deputati col Campeis a Gorizia e presentarlo "a sua<br />

eccellenza per l'approvazione alla santa visita adoprandosi con la loro prudenza e destrità a<br />

far che siegua la riforma della passata patente a senso della già letta formula e se meri vi<br />

trovassero sua eccelenza costante nella sua prima di sostenere la formula che rilasciò al<br />

Maroni scritta licenza di riceverlo, abbiano a restituirsi in capitolo senza accettar niente. Fu<br />

anche ordinato chi li detti nostri deputati portino seco a Gorizia li fiorini 1000 dell'imposta<br />

imprestanza per farne il contamento quando non vi sia altro rimedio". Si effettua la missione<br />

a Gorizia dall'arcivescovo, dove si riesce ad ottenere la nomina del Campeis in arcidiacono<br />

112 AMC Def n. 55, 5-3-1763. 25-5-63. 11-6-62. 3-9-1763.<br />

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