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Cap. II – Tolmino – secoli XVII-XVIII

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Che cosa c'era questa volta? Si tratta della gestione delle decime: 1601...; 1602...; 1603 m.<br />

851; 1604 m. 710; 1605 m. 780; 1606 m. 721; 1607 m. 761; 1608 m. 910; 1609 m. 900; 1610<br />

m. 986; 1611 m. 900; 1612 m. 881; 1613 m. 915; 1614 m. 810; 1615 m. 900; 1616...; 1617...;<br />

1618 m. 610; 1619 m. 710; 1620 m 770c.<br />

Queste rendite "austriache" stridevano di fronte alla pretesa del Dominio veneto di imporre<br />

al capitolo la provvista di "cavalli armati". Nel 1606 la richiesta del provveditore veneto si fa<br />

insistente "per ordini antiqui di questa Patria et è stato solito di tener i suoi stipendiarii". Gli<br />

rispondono "che il capitolo non ha mai sostenuto cotal obligo in nessun tempo e tanto meno<br />

cavalli armati quando è occorso nella Patria il far cavalli et in diversi tempi, cioè l'anno<br />

1570, 1572, 1500, 1506-1516". Riportano le esenzioni dei provveditori veneti per il 1570 e<br />

1580, allegando le esenzioni dei luogotenenti. "Le prebende oltre essere tenuissime sono<br />

anche aggravate al pagar delle decime in maniera tale che non sia possibile anche che fusse<br />

l'obligo di ricevere questa non mai più fatta gravezza et fattione": ne scapiterebbe il culto 3 .<br />

Alla fine il provv. Francesco Veliero ordina al capitolo che entro 6 giorni deve "presentare e<br />

far mostra di 6 archibusieri a cavallo armati boni et sufficienti conforme all'uso delli altri<br />

della Patria senza pregiudizio delle ragioni di sua Serenità, sotto pena di 100 ducati da<br />

applicarsi a questa occorrenza" 4 . Sarà successo lo stesso per le enclaves austriache sotto il<br />

Dominio veneto, ma vedersi armare un esercito avversario con i propri soldi non è piacevole<br />

in ogni tempo.<br />

C'è poi la circolazione di monete false "*sia d'oro che d'argento e di falso rame e di peso<br />

ingiusto e inferiore alla moneta corrente al presente"; il tesoriere deve essere avvertito 5 . Il<br />

tesoriere chiede se deve incassare "monetas" di soldi 4 e mezzo "*per ciascuna lira e gli<br />

ungari per 10 lire" 6 . In pratica per le decime di <strong>Tolmino</strong> è necessario accettare "*non pochi<br />

ungari di vario peso, cioè alcuni pari ad un grosso, altri a due grossi, in somma sedici grossi<br />

di quattro (fiorini) e dodici grossi di sei (fiorini) e ciò per fare cosa grata ai suddetti canonici<br />

e per educazione e non altro" 7 . Un busillis la discrezionalità monetaria del momento. Era un<br />

fenomeno che coinvolgeva tutta l'economia europea ed in particolare quella italiana. Venezia<br />

prenderà posizione contro questa discrezionalità monetaria, determinata dalla "merce"<br />

argentea e dorata della stessa che seguiva ormai criteri economico-speculativi e non più<br />

politici, con ben 88 "gride" dal 1603 al 1762, la cui ripetitività indica solo l'incontrollabilità<br />

del fenomeno. I mercati si allargano, le infrastrutture semplificano gli scambi, i trasporti<br />

marittimi s'intensificano, le merci, compresi i metalli preziosi delle monete, si scambiano alla<br />

ricerca dei mercati più rimunerativi, preludendo al liberalismo economico 8 .<br />

Il decano del capitolo Nicolò Riccio scrive a pre Tommaso Acaz di <strong>Tolmino</strong>: "*D'ora in<br />

poi non ti devi far giudicare in cause personali presso giudici secolari come giorni fa<br />

abbiamo appreso che hai fatto con non poco pregiudizio della giurisdizione e dell'autorità<br />

della chiesa alla quale compete decidere delle liti del clero". Per cui "*in nome di santa<br />

obbedienza ti ordiniamo sotto pena di rimozione dal vicariato di non sottometterti per accuse<br />

mosse contro di te o da promuoversi ad un tribunale laico, dopo di che non devi comparire o<br />

rispondere, del resto in quanto ecc" 9 . È un ritornello non tanto per la negligenza del clero,<br />

quanto per non doversi portare a Cividale.<br />

3<br />

AMC Def n. 34, 30-10-1606, p. 143.<br />

4<br />

AMC Def n. 35, 7-3-1607, p. 1.<br />

5<br />

AMC Def n. 35, 3-8-1609, p. 105. "tam aureae quam argenteae et falso aere et iniusto ac parco pondere<br />

praesentibus diebus".<br />

6<br />

AMC Def n. 35, novembre 16010, p. 168. "pro singula et ungarios pro libris X".<br />

7<br />

AMC Def n. 35, 19-2-1611, p. 182v. "nonnullos ungaricos parciponderis, videlicet aliquos unius aliquos<br />

duorum grossorum sexdecim grossorum quatuor et duodecim grossorum sex et hoc pro rem gratam faciendo dictis<br />

canonicis et ex urbanitate et non aliter".<br />

8<br />

TUCCI 2005b, p. 540.<br />

9<br />

AMC Def n. 35, 11-2-1612, p. 224. "Ne deinceps a saecularibus iudicibus te iudicare in personalibus causis<br />

prout superioribus diebus accepimus qui vocatus ad saecularem iudicem accessisti cum non modico praeiudicio<br />

jurisdictionis ac autoritatis ecclesiae ad quam de huiusmodi litibus decidere spectat... in virtute sanctae oboedientiae<br />

praecipimus, nec non sub poena amotionis a cura et vicaria praedicta, mandamus quatenus in causis personalibus<br />

contra te motis seu movendis in iudicio saeculari postmodum non audeas comparere vel respondere alioquin in<br />

quantum etc.".<br />

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