articolo 62, serve unità per trovare soluzioni - B2B24 - Il Sole 24 Ore
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34<br />
INDUSTRIA<br />
Facebook registra il maggior traffico,<br />
ma le relazioni all’interno<br />
delle brand community si distinguono<br />
<strong>per</strong> qualità, poiché è più alto<br />
il valore di marca <strong>per</strong>cepito,<br />
suggerendo nuove strade di business<br />
<br />
<br />
di Gennaro Fucile<br />
uello che accade quotidiananente<br />
in rete sembra rifornire di senso<br />
la metafora della marca come<br />
territorio, ovvero un luogo capace<br />
di generare e coltivare identità, producendo<br />
significati, creando e rafforzando relazioni.<br />
Oggi, in tempo di massima allerta sul<br />
prezzo, questo può sembrare un discorso<br />
inattuale, invece ribadisce quanto sia d’attualità<br />
e corretto considerare l’ambiguità<br />
come la vera cifra del consumatore contemporaneo.<br />
Prove consistenti arrivano dai risultati<br />
emersi dalla ricerca condotta da Duepuntozero<br />
Research e Connexia, presentata<br />
alla Social Media Week (una settimana<br />
di riflessioni dedicate allo sviluppo e alle<br />
potenzialità della comunicazione tramite<br />
i social media), in occasione dell’evento<br />
“Macro-trend 2013: sempre più brand<br />
community. La gestione delle relazioni digitali<br />
<strong>per</strong> innovare i brand attraverso processi<br />
di co-creazione”. Ebbene, i numeri<br />
5 novembre 2012<br />
sono abbastanza eloquenti: otto milioni<br />
di italiani si relazionano con le community<br />
legate ai brand oppure alle aziende e un<br />
milione e mezzo di loro le visita quotidianamente.<br />
Nonostante l’attenzione delle<br />
aziende e degli utenti si concentri al momento<br />
prevalentemente su Facebook, si<br />
registra <strong>per</strong> i brand un valore <strong>per</strong>cepito più<br />
alto tra gli iscritti alle community di marca,<br />
<strong>per</strong> quanto concerne sia i valori della marca<br />
che le opport<strong>unità</strong> di business.<br />
<br />
La marca è dunque un territorio che analogamente<br />
a un testo si va arricchendo di<br />
senso, proprio in quanto luogo del discorso<br />
sul brand, sprigionando una pluralità<br />
di discorsi <strong>per</strong> una molteplicità di marche,<br />
tutte, in qualche modo, alla ricerca di uno<br />
spazio, letteralmente di un’allocazione<br />
nella mente del consumatore <strong>per</strong> indurlo<br />
a intrattenersi con loro. In rete, infatti, si<br />
va scrivendo un vero e proprio “diario col-<br />
lettivo del brand”, come rileva la ricerca:<br />
il 79% degli intervistati legge opinioni e<br />
si documenta online su marche, aziende<br />
e prodotti e il 29% dichiara di partecipare<br />
attivamente a discussioni e di scrivere<br />
recensioni online di prodotti e aziende.<br />
Qualcosa del genere avviene da qualche<br />
anno su Youtube con i cosiddetti haul video,<br />
dove chi realizza il video non fa altro<br />
che mettere in mostra il suo bottino (haul).<br />
Questi non è altro che il frutto dello shopping<br />
più recente. Ne circolano a migliaia,<br />
girati soprattutto da adolescenti, ma non<br />
solo; i bottini includono prodotti di bellezza,<br />
abiti, bigiotteria, scarpe, accessori, ma<br />
c’è proprio di tutto. Le riprese sono sempre<br />
accompagnate da commenti, giudizi,<br />
recensioni. Video diario dello shopping,<br />
in pratica. La presenza in rete di brand<br />
e aziende è, dunque, in continua crescita<br />
ed è alimentata negli ultimi anni dai social<br />
media: il 57% degli utenti Facebook (21<br />
milioni di utenti attivi in Italia, dati: Ita