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VDG Magazine

Sulla qualità e sulla “trasparenza” (intesa nell’accezione di genuinità, ma anche di informazione puntuale, tracciabilità e sicurezza) del cibo – lo diciamo da tempo – c’è ancora molto da lavorare. Soprattutto da parte delle istituzioni e in particolar modo di quelle europee. L’ardua sfida – o l’impari duello che dir si voglia – con la quale bisogna fare i conti, more solito, è quella tra le lobby industriali dell’agroalimentare,

Sulla qualità e sulla “trasparenza” (intesa nell’accezione di genuinità, ma anche di informazione puntuale, tracciabilità e sicurezza) del cibo – lo diciamo da tempo – c’è ancora molto da lavorare. Soprattutto da parte delle istituzioni e in particolar modo di quelle europee.
L’ardua sfida – o l’impari duello che dir si voglia – con la quale bisogna fare i conti, more solito, è quella tra le lobby industriali dell’agroalimentare,

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La fila in attesa di ordinare il proprio piatto durante l’aperitivo a km zero di Un posto a Milano presso la Cascina Cuccagna<br />

degustano in tranquillità una serie di portate impiattate<br />

al momento con i prodotti venduti nel<br />

negozio, originaria destinazione del locale. «Sono<br />

tutte specialità del Sud che arrivano fresche – ci<br />

spiega il titolare – e si possono gustare finché se ne<br />

è sazi». L’happy hour infatti finirebbe alle 22.30,<br />

ma capita spesso che le mozzarelle di bufala, le<br />

ricotte, i sott’oli, i salumi irpini… continuino a<br />

uscire finché c’è gente.<br />

Il caso Santeria<br />

E se quella di Via Sarpi è già defilata rispetto alle<br />

zone classiche dell’happy hour milanese, ancora<br />

di più lo è Lambrate. È proprio qui però, in Via<br />

Paladini, che si trova un locale impossibile<br />

da non citare volendo parlare<br />

di tendenze a Milano, anche<br />

in tema di aperitivo. La Santeria<br />

è un posto anomalo (per<br />

il panorama italiano). «Nasce<br />

dall’idea di vivere più il giorno<br />

che la notte», ci racconta il fondatore,<br />

Andrea Pontiroli. «Chiudiamo<br />

alle 22, organizziamo matinée, all’ora<br />

dell’aperitivo c’è sempre un concerto,<br />

uno showcase, una mostra. È un’idea<br />

molto europea di locale e di vita». E le attività<br />

che si svolgono in Santeria,<br />

dove si trova anche una libreria<br />

davvero interessante, non finiscono<br />

certo qui. «L’aperitivo<br />

però – prosegue Andrea – resta il nostro core<br />

business, il momento dal quale entrano la gran<br />

parte degli incassi». E il perché non è difficile da<br />

capire, soprattutto facendo quattro chiacchiere<br />

con Erika, chef di una cucina che in realtà resta<br />

aperta tutto il giorno. «Il mio desiderio è quello<br />

di portare l’ospite ad assaggiare sapori ai quali,<br />

soprattutto in città, non siamo più abituati.<br />

Lanciando così una sfida alle papille gustative».<br />

Niente buffet in Santeria, ma un servizio al tavolo<br />

completo: dalla cucina escono a sera dalle 8<br />

alle 12 portate, preparate sul momento, con prodotti<br />

non solo di stagione, non solo a chilometro<br />

zero, bio o legati alla tradizione locale, ma scelti<br />

e cucinati seguendo il pensiero macrobiotico a<br />

seconda della temperatura e del clima della giornata.<br />

«Se è freddo aggiungo un po’ di zenzero<br />

– ci spiega Erika – alza le difese immunitarie, o<br />

il cavolo nero per combattere il raffreddore. Il<br />

menù è bilanciato (1/3 vegano, 1/3 vegetariano,<br />

1/3 con carne) e da quando abbiamo aperto,<br />

un paio d’anni fa, non si è mai ripetuto uguale<br />

due volte». Ma tutto questo valore aggiunto viene<br />

apprezzato dai clienti? «Moltissimo, i piatti<br />

vengono spiegati al tavolo e se ci sono domande<br />

vado volentieri in sala a dare ai curiosi tutte<br />

le risposte, e le mie ricette». Bene, con evidente<br />

orgoglio da parte di Andrea ed Erika, la “formula<br />

Santeria” sta influenzando parecchio l’happy<br />

hour (e non solo) a Milano. Fossero davvero tutte<br />

così le “mense”, non sarebbe male. Vero?<br />

Scelti per voi<br />

Sono diversi a Milano i locali presso i quali<br />

gustare un aperitivo realizzato con<br />

materie prime di origine biologica o<br />

comunque a km zero, piatti elaborati con<br />

un’attenzione particolare al benessere in<br />

versione happy hour. Di seguito per voi<br />

qualche interessante indirizzo (i prezzi in<br />

media vanno dai 7 ai 10 euro, anche a<br />

seconda dalla bevanda scelta).<br />

dove mangiare<br />

Capra e Cavoli<br />

Lo storico Circolo Sassetti, in zona Isola,<br />

da qualche anno ha cambiato nome<br />

senza modificare la sua atmosfera calda<br />

e accogliente. Del buffet vegetariano<br />

si fanno notare i risi, preparati con insoliti<br />

abbinamenti, e la panzanella.<br />

Con 30 euro si cena<br />

Via Sebenico, 16 – Milano<br />

www.circolosassetti.it<br />

Un posto a Milano<br />

All’interno di Cascina Cuccagna,<br />

bell’esempio di edilizia rurale nel centro di<br />

Milano con orto annesso. Lo chef Nicola<br />

Cavallaro sceglie solo ingredienti di filiera<br />

corta e propone i classici della cucina<br />

italiana. L’aperitivo si sceglie direttamente<br />

al bancone, e si paga solo per quello che<br />

si ordina. Per una cena invece il prezzo<br />

medio è di 35 euro<br />

Via Cuccagna, 2 – Milano<br />

www.unpostoamilano.it<br />

Corte Regina<br />

L’aperitivo biologico è proposto dal<br />

martedì al sabato nello spazio della<br />

splendida corte e terrazza del ristorante.<br />

Accompagnate da vini e spumanti bio<br />

vengono serviti al piatto gli assaggi delle<br />

specialità della cucina realizzate<br />

esclusivamente con prodotti da<br />

agricoltura biologica certificata.<br />

Viale Monza, 16 – Milano<br />

www.corteregina.com<br />

febbraio 2013<br />

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