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VDG Magazine

Sulla qualità e sulla “trasparenza” (intesa nell’accezione di genuinità, ma anche di informazione puntuale, tracciabilità e sicurezza) del cibo – lo diciamo da tempo – c’è ancora molto da lavorare. Soprattutto da parte delle istituzioni e in particolar modo di quelle europee. L’ardua sfida – o l’impari duello che dir si voglia – con la quale bisogna fare i conti, more solito, è quella tra le lobby industriali dell’agroalimentare,

Sulla qualità e sulla “trasparenza” (intesa nell’accezione di genuinità, ma anche di informazione puntuale, tracciabilità e sicurezza) del cibo – lo diciamo da tempo – c’è ancora molto da lavorare. Soprattutto da parte delle istituzioni e in particolar modo di quelle europee.
L’ardua sfida – o l’impari duello che dir si voglia – con la quale bisogna fare i conti, more solito, è quella tra le lobby industriali dell’agroalimentare,

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Occhio ai consumi<br />

Al momento di acquistare la farina da polenta è<br />

indispensabile verificare che all’interno della<br />

confezione non siano presenti larve di insetti. Una<br />

volta acquistata va conservata in luogo asciutto e<br />

fresco, al riparo dalla luce del sole. Altri due aspetti<br />

molto importanti per la scelta di una buona farina<br />

sono la provenienza delle sementi e la macinazione a<br />

pietra. Le varietà di mais come l’ottofile, il marano o<br />

lo spinato si differenziano dalle varietà ibride perché<br />

possiedono un gusto più deciso. A parità di materia<br />

prima, il mais macinato a pietra contiene tutte le<br />

parti del chicco, mentre la macinatura industriale<br />

scompone il chicco nelle sue parti per ricavare<br />

tipologie diverse di farina (bramata, fioretto,<br />

semolata). Ne vengono meno alcuni elementi<br />

nutrizionali importanti come il germe, che peraltro<br />

nella macinatura a pietra non viene surriscaldato dal<br />

movimento delle lastre, mantenendo inalterati i<br />

componenti nutrizionali.<br />

Questione di materia prima<br />

Ma la città orobica vanta anche primati significativi<br />

nella tutela della biodiversità, quando<br />

a partire dagli anni Cinquanta la rapida diffusione<br />

di ibridi ha decretato la quasi completa<br />

scomparsa delle varietà locali. Risale infatti al<br />

1632 uno dei primi documenti ufficiali relativi<br />

alla diffusione nel Nord Italia, a Gandino, in località<br />

Clusvene, di una piantagione di melgotto,<br />

portato in paese da un forestiero e di cui se ne<br />

fecero semenze. Lungo un torrente al confine<br />

tra Gandino e Leffe fu costruito di lì a poco un<br />

mulino per la macina del nuovo curioso cereale.<br />

Qualche anno più tardi, nel 1638, il nobile<br />

Pietro Gaioncelli avrebbe fatto seminare anche<br />

a Volpino, all’imbocco della Valcamonica, nello<br />

stupore generale, del mais in un orto di proprietà<br />

dando così vita alla radicata tradizione bresciana<br />

e bergamasca della polenta. Da qualche<br />

anno a Gandino si è recuperato un gustosissimo<br />

mais spinato che si pensa possa essere pronipote<br />

di quella primigenia coltivazione. Un’operazione<br />

simile è avvenuta a Rovetta, in Val Seriana.<br />

Anche alle porte di Brescia, a Castegnato,<br />

si è compiuto il recupero di una varietà vitrea,<br />

cioè dall’aspetto cristallino e particolarmente<br />

adatta per la produzione di farina da polenta,<br />

il belgrano, tanto che numerosi ristoranti locali<br />

la propongono come abbinamento privilegiato<br />

al piatto locale, gli uccelli allo spiedo. Molto apprezzato<br />

dai gourmet anche il marano vicentino,<br />

coltivato in Val Leogra e nella fascia pedemontana<br />

vicentina. Dal colore aranciato e vitreo, se<br />

ne ottiene una farina profumata e saporita, dalla<br />

buona elasticità. Di tutt’altro aspetto il formenton<br />

ottofile della Garfagnana che presenta grossi<br />

chicchi di forma schiacciata e colore giallo oro.<br />

Prende il nome dalle file binate di chicchi intorno<br />

al tutolo, che sono quasi sempre 8. Sulla via<br />

dell’estinzione e recentemente recuperato, conta<br />

una decina di produttori riuniti in cooperativa<br />

per una quantità annua di immissione sul mercato<br />

locale e toscano intorno ai 300 quintali.<br />

Scelti per voi<br />

dove mangiare<br />

Da Carlino<br />

Punto di riferimento della cucina<br />

garfagnina. Si cena con 30 euro<br />

Via Giuseppe Garibaldi, 13<br />

Castelnuova Garfagnana (Lu)<br />

Tel. 0583.644270<br />

Polent-One<br />

La prima polenteria take away<br />

dove fermarsi a mangiare o<br />

prendere la propria polenta condita<br />

come si preferisce da gustare a casa.<br />

Via Borgo Santa Caterina, 86<br />

Bergamo<br />

www.polent-one.com<br />

dove dormire<br />

Motel Morgana<br />

Struttura originale, design e creatività.<br />

Camere da 115 euro<br />

Via Lombardia, 13<br />

Rodengo Saiano (Bs)<br />

Tel. 030.7281180<br />

dove comprare<br />

Mais spinato di Gandino<br />

Azienda Agricola Clusven<br />

Località Clusvene<br />

Gandino (Bg)<br />

Tel. 0357.45760<br />

Mais belgrano<br />

Azienda Agricola Giulia<br />

Via Collegio, 13<br />

Castegnato (Bs)<br />

Tel. 03021.41246<br />

Mais marano vicentino<br />

Agriturismo La Meridiana<br />

Via Ca’ Bosco, 29<br />

Marano Vicentino (Vi)<br />

Tel. 0445.621398<br />

Mais biancoperla<br />

Società Agricola La Fagiana<br />

Via Fagiana, 13<br />

Eraclea (Ve)<br />

Tel. 0421.237429<br />

Formenton ottofile<br />

Garfagnana Cooperativa<br />

Località Staiolo<br />

San Romano in Garfagnana (Lu)<br />

Tel. 0583.613154<br />

A sinistra un classico paiolo in rame<br />

non stagnato appeso a una catenella<br />

sul focolare, metodo tradizionale<br />

di cottura della polenta<br />

Per saperne di più:<br />

www.maismarano.it<br />

febbraio 2013 67

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