«Die gerade Linie ist unterbrochen» - il portale di "rodoni.ch"
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aperta a Pfitzner 154 che completa e precisa <strong>il</strong> suo pensiero in ambito<br />
estetico e del ‘20 la citata lettera a P. Bekker. Anche alcuni brevi saggi su<br />
Bach e Liszt, 155 connessi ai lavori f<strong>il</strong>ologici su questi autori <strong>di</strong> cui Busoni si<br />
occupava da più <strong>di</strong> un ventennio, risalgono al periodo dell’es<strong>il</strong>io.<br />
Sul piano letterario, come detto, rivede e finalmente pubblica <strong>il</strong> libretto<br />
del Doktor Faust, scrive altri tre libretti: due per sé (Turandot e Der<br />
Arlecchineïde Fortsetzung und Ende 156 mai musicato); Das Wandb<strong>il</strong>d 157 per<br />
Jarnach (sarà però musicato da Othmar Schoeck 158 ). Da menzionare infine<br />
un coraggiosissimo articolo in memoria dell’amico pittore Umberto<br />
Boccioni, 159 morto prestando <strong>il</strong> servizio m<strong>il</strong>itare nell’agosto del ’16.<br />
L’attività concert<strong>ist</strong>ica<br />
Alla fine <strong>di</strong> settembre del 1916, Hans Huber ricevette da Busoni una<br />
lettera contenente anche questa confessione: «Malvolentieri, sempre più<br />
malvolentieri mi metto al pianoforte per tenermi in esercizio [...]. La<br />
prospettiva <strong>di</strong> un ciclo impegnativo <strong>di</strong> 4 concerti a Bas<strong>il</strong>ea mi mette <strong>di</strong><br />
fronte [...] a un lavoro notevole <strong>di</strong> strimpellamento, e mi d<strong>ist</strong>oglie per<br />
molto tempo dalla mia "alba".» 160 Emerge da queste righe un altro<br />
aspetto della complessa e contrad<strong>di</strong>toria figura <strong>di</strong> Ferruccio Busoni: la<br />
<strong>di</strong>fficoltà a trovare un sereno equ<strong>il</strong>ibrio tra le molteplici attività musicali in<br />
cui era impegnato, quelle connesse alla riflessione teorico-f<strong>il</strong>osofica sulla<br />
musica, al lavoro f<strong>il</strong>ologico, ma soprattutto alla composizione e quelle che<br />
facevano capo al pianoforte. L’insegnamento <strong>di</strong> questo strumento, lo<br />
stu<strong>di</strong>o per tenersi in esercizio e l’esibizione in pubblico (che comportava<br />
quasi sempre lunghi e logoranti spostamenti) lo d<strong>ist</strong>oglievano infatti dal<br />
lavoro <strong>di</strong> composizione, che considerava «lo scopo supremo <strong>di</strong> ogni<br />
aspirazione umana.» 161 L’attività <strong>di</strong> concert<strong>ist</strong>a per Busoni occupava<br />
154<br />
Scritto in risposta al pamphlet <strong>di</strong> Pfitzner "Pericolo futur<strong>ist</strong>a" citato nella no. 9.<br />
Cfr. Busoni, Lo sguardo lieto, pp. 109-111, su cui Weindel, pp. 143-148 e Sablich,<br />
pp. 121-122.<br />
155<br />
Cfr. soprattutto Il Don Giovanni <strong>di</strong> Mozart e la Fantasia sul Don Giovanni <strong>di</strong> Liszt,<br />
prefazione all’e<strong>di</strong>zione critica <strong>di</strong> quest’opera pubblicata nel 1918 da Breitkopf &<br />
Härtel. Su questo, cfr. n. 267, p. 366 e n. 282, p. 381.<br />
156<br />
Recentemente pubblicata in Feldhege, pp. 202-227.<br />
157<br />
Pubblicato in Die weissen Blätter <strong>il</strong> 5.7.1918.<br />
158<br />
Busoni conobbe Schoeck nel corso del 1916. Sui loro rapporti, cfr. F. Busoni,<br />
"Briefe und Widmungen an Othmar Schoeck", a cura <strong>di</strong> W. Schuh, Schweizerische<br />
Musikzeitung, Mai/Juni 1966, Nr. 3, pp. 135; due lettere <strong>di</strong> Schoeck a Busoni -<br />
5.8.1917 e 3.8.1918 sono conservate nel Busoni-Nachl. BII, Mus. ep. O. Schoek 1 e<br />
2. Cfr. infine Walton, Othmar Schoeck, pp. 94-99; 101-102; 104-105; 113; 120 e<br />
154.<br />
159<br />
Cfr. no. 6. Questo necrologio, pubblicato <strong>il</strong> 31 agosto <strong>di</strong> quell’anno sulla NZZ,<br />
ebbe un’eco in tutto <strong>il</strong> mondo e, come risulta da una lettera <strong>di</strong> Schönberg 7.9.1916<br />
(lett. n. 34 del carteggio Busoni-Schönberg, in appen<strong>di</strong>ce al volume delle lettere<br />
[cfr. no. 3] pp. 558-559) fece scalpore negli ambienti pacif<strong>ist</strong>i, poiché anche anche<br />
nella neutrale Svizzera si viveva «all’insegna delle museruole» (<strong>«Die</strong> Zeit steht im<br />
Zeichen des Maulkorbes», lett. ad H. Huber del 7.9.1916, e<strong>di</strong>z. Refardt, p. 18).<br />
160<br />
Lett. ad H. Huber del 25.9.1916, n. 246, p. 343. La metafora «alba» allude<br />
all’inizio della composizione del Doktor Faust.<br />
161<br />
"Autorecensione", in Busoni, Lo sguardo lieto, p. 175. A questo proposito, già nel<br />
1899 scrisse alla madre: «Ciò che più importa è la volontà e lo sforzo <strong>di</strong> non<br />
trascurare la composizione, <strong>il</strong> "tutto" della mia vita, <strong>il</strong> definitivo scopo della mia<br />
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