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«Die gerade Linie ist unterbrochen» - il portale di "rodoni.ch"

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soltanto <strong>il</strong> quarto e ultimo gra<strong>di</strong>no nella scala <strong>di</strong> coloro che praticano la<br />

musica. 162 Da ormai molti anni l’inevitab<strong>il</strong>mente lungo e inteso lavoro sul<br />

pianoforte non lo arricchiva più sul piano spirituale: «Ho dovuto<br />

interrompere <strong>di</strong> nuovo la partitura della mia opera» — scrisse sei anni<br />

prima allo stesso amico bas<strong>il</strong>ese — «e in compenso devo arrabattarmi sui<br />

pezzi <strong>di</strong> Chopin. Non è un nutrimento nuovo e fecondo per lo spirito, e<br />

comincio a coltivare seriamente l’idea <strong>di</strong> piantare in asso <strong>il</strong> mio mestiere<br />

manuale e <strong>di</strong>gitale.» 163 «Tout comme Liszt en 1848» — scrive P. G.<br />

Langevin — «<strong>il</strong> considère sa carrière de virtuose comme définitivement<br />

depassée, mais les évènements lui refusent le hâvre que son grand aîné<br />

avait trouvé à Weimar.» 164 Il conflitto interiore provocato<br />

dall’inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>ità tra pianoforte e composizione e la rabbia per <strong>il</strong> tempo<br />

sprecato sulla tastiera non gli impe<strong>di</strong>vano però, a volte, <strong>di</strong> gioire dei<br />

trionfi che <strong>il</strong> pubblico gli tributava dopo ogni sua esibizione. Ciò che<br />

scrisse a Robert Freund dopo la serie <strong>di</strong> concerti summenzionati è in<br />

palese contrasto con <strong>il</strong> contenuto della lettera in<strong>di</strong>rizzata a Huber: «I<br />

concerti <strong>di</strong> Bas<strong>il</strong>ea sono bell’e passati, fonte <strong>di</strong> grande gioia per me e per<br />

gli ascoltatori.» 165 Nel periodo dell’es<strong>il</strong>io gli amari sfoghi incentrati sulla<br />

sua poco amata attività <strong>di</strong> pian<strong>ist</strong>a <strong>di</strong>vennero sempre più frequenti, tanto<br />

da poter essere considerati anch’essi un leitmotiv ep<strong>ist</strong>olare. 166 La gioia<br />

per i clamorosi successi <strong>di</strong> pubblico e <strong>di</strong> critica non riusciva ormai più a<br />

mitigarne l’intensità.<br />

In Svizzera avrebbe potuto ridurre l’attività concert<strong>ist</strong>ica, ma la sua<br />

situazione economica, molto precaria soprattutto a partire dall’estate del<br />

1916, 167 non glielo consentì. Per esempio, nel settembre del 1918 Busoni<br />

es<strong>ist</strong>enza, senza cui tutto ciò che ho realizzato fino ad ora sarebbe relativamente<br />

senza valore» (citato in Guerrini, p. 55).<br />

162<br />

Lett. a Petri, Bas<strong>il</strong>ea, 15.5.1912, n. 136, pp. 218-219. Al primo posto Busoni<br />

metteva la composizione, al secondo <strong>il</strong> canto, al terzo la <strong>di</strong>rezione d’orchestra.<br />

163<br />

Lett. del 17.9.1910, n. 99, p. 173. L’opera a cui fa riferimento Busoni è Die<br />

Brautwahl. Il 30.12.1910 scrisse a Petri da New York (n. 103): «I 39 concerti fissati<br />

[...] non lasciano molte speranze <strong>di</strong> poter lavorare. E se anche qualche volta si<br />

avesse tempo <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e, come trovare da un momento all’altro la concentrazione<br />

necessaria?»<br />

164<br />

Langevin, p. 12. Cfr. la lett. al Leichtentritt del 15.8.1915, n. 202, p. 295: «Il<br />

mio sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> compositore è proceduto a scatti; <strong>di</strong>eci anni de<strong>di</strong>cati allo stu<strong>di</strong>o<br />

intenso del pianoforte costituiscono un taglio netto: sono durati dal 25° al 35° anno<br />

della mia vita [dal 1891 al 1901]».<br />

165<br />

Lett. del 5.2.1917 (n. 254, p. 354).<br />

166<br />

Qualche altro esempio: «Mi sono completamente <strong>di</strong>samorato dell’insegnamento<br />

del pianoforte: è penoso per me vedere altri percorrere (più o meno<br />

faticosamente) <strong>il</strong> cammino che ho compiuto ripetute volte e ormai definitivamente;<br />

dover ascoltare per 20 minuti qualcosa che ho già riconosciuto dalle prime 10<br />

battute.» (Lett. del 2.5.1916 a Da Motta, n. 226, p. 324); «"Esercitarmi" al<br />

pianoforte mi <strong>di</strong>venta sempre più insopportab<strong>il</strong>e.» (Lett. del 23.12.1916 a E. Petri,<br />

n. 251, p. 351); «Ora si passa <strong>di</strong> nuovo alla trasformazione in pian<strong>ist</strong>a, a cui si<br />

accompagna la nausea, come nella trasformazione del dott. Jekyll - soltanto che<br />

c'è una <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> opinioni su quale dei due sia in me Mr. Hyde.» (Lett. a E. Petri<br />

del 10.8.1917, n. 270, p. 369.)<br />

167<br />

Alla fine del 1915 poteva ancora scrivere a E. Andreae: «A Dio piacendo, tutto è<br />

a posto fisicamente e finanziariamente» (n. 214, p. 312). Gli onorari che Busoni<br />

percepiva erano altissimi per quell’epoca, fino a 1200 franchi per concerto. Cfr. la<br />

lett. <strong>di</strong> V. Andreae a Busoni del 27.10.1915, in W<strong>il</strong>limann, pp. 44-45 e la lett. a V.<br />

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