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«Die gerade Linie ist unterbrochen» - il portale di "rodoni.ch"

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Busoni fu definito da Paul Bekker una «Grenznatur», 15 ossia un uomo e<br />

un art<strong>ist</strong>a <strong>di</strong> frontiera, al confine non soltanto tra esecuzione (l’attività <strong>di</strong><br />

pian<strong>ist</strong>a) e creazione (l’attività compositiva), tra <strong>il</strong> culto della tra<strong>di</strong>zione<br />

(Bach, Mozart, Liszt...) e l’anelito verso <strong>il</strong> nuovo (la politonalità,<br />

l’atonalità...), ma anche e soprattutto tra la cultura germanica e quella<br />

latina: la profonda assim<strong>il</strong>azione <strong>di</strong> queste due culture in ogni ambito<br />

(musicale, letterario, pittorico, architettonico...) non determinò, almeno in<br />

apparenza e fino allo scoppio della guerra, <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong> o lacerazioni interiori né<br />

sul piano umano, né su quello art<strong>ist</strong>ico; anzi, come acutamente r<strong>il</strong>evò W<strong>il</strong>li<br />

Schuh,<br />

«<strong>di</strong>e Spannung zwischen romanischem und germanischem Wesen wurde in ihm<br />

ebenso fruchtbar wie <strong>di</strong>e zwischen klassischer und romantischer Ge<strong>ist</strong>igkeit und<br />

wie manch andere noch, <strong>di</strong>e dem an Widersprüchen reichen B<strong>il</strong>d seiner<br />

Persönlichkeit das Sprühend-Leben<strong>di</strong>ge, das im Ge<strong>ist</strong>igen gleichsam Vibrierende<br />

geben.» 16<br />

Tuttavia, sebbene <strong>di</strong>chiarasse spesso, senza esitazioni e con orgoglio,<br />

<strong>di</strong> sentirsi latino nell’animo 17 e fosse sempre intenso, anche se<br />

tormentato e contrad<strong>di</strong>torio, <strong>il</strong> legame con l’Italia e le sue <strong>ist</strong>ituzioni<br />

musicali, 18 Busoni aveva maggiore fam<strong>il</strong>iarità con la lingua, la cultura e la<br />

forma mentis germaniche. 19 La padronanza del tedesco (da lui stesso<br />

definita «eine Sprache in der ich mich sicherer bewege»), 20 in particolare<br />

del reg<strong>ist</strong>ro aulico-letterario e dei sottoco<strong>di</strong>ci art<strong>ist</strong>ico-estetici, era<br />

superiore a quella dell’italiano e delle altre due lingue, francese e inglese,<br />

<strong>di</strong> cui pure aveva un’ottima conoscenza: 21 egli scrisse infatti i saggi<br />

15<br />

Cfr. Sablich, p. 56.<br />

16<br />

Cfr. "Zu den Briefen", prefaz. a F. Busoni, Briefe an seine Frau, a cura <strong>di</strong> F.<br />

Schnapp, Zürich-Leipzig 1935, p. VII.<br />

17<br />

Cfr. Rodoni, pp. 13-15, dove, tra l’altro, è citata una testimonianza ine<strong>di</strong>ta <strong>di</strong><br />

Dent sull’italianità <strong>di</strong> Busoni. Inoltre: Sablich, pp. 56-57 e Jakob Wassermann, "F.<br />

Busoni in memoriam", ibi, pp. 309-310.<br />

18<br />

Com’è noto, Busoni fu per un breve periodo <strong>di</strong>rettore del Conservatorio <strong>di</strong><br />

Bologna, tra l’ottobre del ’13 e <strong>il</strong> giugno del ’14. L’esperienza, che fu interrotta a<br />

causa della guerra, lo deluse profondamente e non venne più ripresa. Cfr. le<br />

lettere nn. 158-161 pp. 239-244 e n. 180, p. 266; cfr. inoltre alcune lettere a<br />

Gerda, in F. Busoni, Lettere alla moglie, pp. 229 ss.; Dent, pp. 205 ss. e Guerrini,<br />

pp. 123-131.<br />

19<br />

Su questo, cfr. F. D’Amico, "Introduzione" a F. Busoni, Lo sguardo lieto, p. 17. Cfr.<br />

inoltre la lett. (mai spe<strong>di</strong>ta) a G. Ver<strong>di</strong>, n. 42, p. 105 in cui afferma che la sua<br />

giovinezza «trascorse fra studî severi, lavoro e me<strong>di</strong>tazioni perseveranti, nutriti e<br />

sostenuti dalle arti e scienze germaniche» e quella a Carlo Clausetti del 21.3.1919,<br />

«Disclub» 22/23, pp. 17-18: «Ad una età ancora adolescente, <strong>il</strong> bisogno <strong>di</strong><br />

approfon<strong>di</strong>rmi nelle teorie musicali mi allontanò imperiosamente dall’Italia. Se Lei<br />

vuole ricostruirsi in memoria lo stato deplorab<strong>il</strong>e in cui si trovava la Musica in Italia<br />

verso <strong>il</strong> 1883, Ella non potrà altrimenti che approvare lo sforzo d’un giovanetto<br />

serio e coscienzioso. I primi successi italiani furono troppo fac<strong>il</strong>i; a tal punto, che mi<br />

<strong>di</strong>vennero sospetti. Anziché approfittarne comodamente, troncai risolutamente delle<br />

relazioni, che mi apparvero fatali al mio sv<strong>il</strong>uppo.» Dal 1894 fino alla morte, salvo<br />

l’interruzione dell’es<strong>il</strong>io, ebbe <strong>di</strong>mora a Berlino, città che amava più <strong>di</strong> ogni altra<br />

(cfr. per esempio la lett. a E. Andreae, Londra, 30.9.1912, n. 149, p. 230), da lui<br />

definita «splendente» («prangend») e «insostituib<strong>il</strong>e» («unersetzbar»).<br />

20<br />

Lett. ad A. Biolley del 28.11.1918, Mus. ep. F. B. 200. Cfr. inoltre lo spezzone<br />

della lett. a Clausetti cit. nella no. 22.<br />

21<br />

Secondo A. Beaumont, le numerose lingue che Busoni impiegava per comunicare<br />

possono essere ricondotte a una sola: «Busoni hat nicht auf Deutsch, nicht auf<br />

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