STORIA DELLA «RELIGIONE DELL'ARTE». - Il Covile
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INCIPIT l’èra della superbia artistica<br />
come neppure tra i geni del Rinascimento.<br />
I sacerdoti della religione estetica<br />
in realtà son quasi tutti papi. Incredibile che<br />
J. S. Bach, in livrea da domestico, sia contemporaneo<br />
degli enciclopedisti e preceda soltanto di<br />
vent’anni la nascita di Beethoven. Nell’ultimo<br />
scorcio del Settecento e il primo del secolo successivo,<br />
accadono apocalissi della storia e avventi<br />
di messia artistici: Canova, Mozart e Beethoven.<br />
Ma non è ancora chiaro se aprano o chiudano per<br />
sempre la storia del bello. Si assistette infatti anche<br />
a immani catastrofi estetiche, sbigottimenti,<br />
terrori.<br />
.Non è un caso che il maggior lavoro si svolga<br />
in Germania, eternamente resistente alla cultura<br />
‹romana›. All’inizio, Friedrich Schlegel «aveva<br />
predetto l’avvento di una nuova epoca, un terzo<br />
regno nell’arte e nell’estetico»; così in seguito,<br />
novello Battista, predicava la pienezza dei tempi<br />
per una rinascita religiosa. <strong>Il</strong> 7 maggio 1799, al<br />
fratello razionalista impenitente, annunciava tutto<br />
compreso:<br />
Colla religione, amico mio, non intendo davvero<br />
scherzare: si tratta invece di una cosa serissima,<br />
poiché è venuto il tempo di fondarne