STORIA DELLA «RELIGIONE DELL'ARTE». - Il Covile
STORIA DELLA «RELIGIONE DELL'ARTE». - Il Covile
STORIA DELLA «RELIGIONE DELL'ARTE». - Il Covile
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
! 25 $<br />
brutto sopravanza sempre il bello vuol dire che<br />
questo moderno si fonda su una eterna risata. I<br />
Padri della Chiesa ammonivano: il luogo dove si<br />
ride ininterrottamente è l’Inferno.<br />
Schlegel scontò la pena. Fu irriso da contemporanei<br />
e dai posteri. Oscillante tra la filosofia e<br />
la poesia, campò abbastanza per dover decidere<br />
un mestiere e fu una dolorosa scelta: professore<br />
d’università o giornalista, politico o riformatore<br />
religioso, seduttore o padre di famiglia, pensatore<br />
o lirico, erudito o creativo, filosofo di Stato o<br />
dilettante. Vennero fuori tutte le contraddizioni<br />
che la morte precoce risparmiò ai Novalis e ai<br />
Wackenroder. Era impossibile fare il ‹Goethe romantico›,<br />
non fosse altro che per pregiudizio sfavorevole<br />
allo stato di quiete ‹olimpica›. Si fu costretti<br />
alla vita movimentata, in giro per le città<br />
d’Europa. <strong>Il</strong> dotatissimo scrittore sfiorò la miseria,<br />
Brentano lo soprannominò «Messer Friedrich<br />
dalle tasche vuote». Fece infiniti progetti,<br />
sempre irrealizzati. L’avvocato, padre o zio dei<br />
Nazareni subì, come loro, risatine di scherno. In<br />
fondo, si trattava delle prime avanguardie e<br />
Schlegel si spendeva come loro promoter.<br />
Dopo un secolo di dileggi, Ernst Robert Curtius<br />
gli dedicò un saggio con una bella apertura: