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STORIA DELLA «RELIGIONE DELL'ARTE». - Il Covile

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! 66 $<br />

atto di demenza cui si piegano i pazzi dichiarati,<br />

come Nietzsche dopo la crisi di Torino. Ma Friedrich<br />

sembra non prevedere quell’infantilismo<br />

dichiarato e militante che già Runge ideava e che<br />

tutte le avanguardie o quasi tenteranno di conquistare.<br />

Infanzia sta letteralmente per coloro<br />

che non parlano ancora, che sono ai balbettamenti,<br />

alla comunicazione prelogica. L’arte nuova<br />

partirà da questo stadio, e ove non fosse in<br />

grado di raggiungere un verosimile livello infantile,<br />

se insomma la scrittura automatica o altre<br />

trovate non garantissero l’assoluta in-fanzia e<br />

tradissero folgorazioni razionali, le droghe permetterebbero<br />

l’impossibilità di ragionare, il primitivismo<br />

coatto. Farsi piccoli come infanti attraverso<br />

le soluzioni chimiche per una iniziazione<br />

moderna che consenta di conquistare il Regno<br />

dei Cieli.<br />

L’eccessivo ricorso al colore, secondo Friedrich,<br />

rispecchia il suo tempo: «Ognuno vuole imporsi<br />

con violenza, ognuno vuole superare l’altro»,<br />

36 magari anche nella nobile gara di chi è più<br />

spirituale, di chi non si lascia irretire dalla meccanica<br />

verosimiglianza. Ma il risultato è che il colore<br />

grida, che l’opera conosce soltanto il tono dio-<br />

36 Ivi, pp. 58–59.

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