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STORIA DELLA «RELIGIONE DELL'ARTE». - Il Covile

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! 28 $<br />

una possente teoria, del tutto moderna, i cui risultati<br />

letterari finiranno nella raccolta di Praz,<br />

La morte, la carne e il diavolo.<br />

Dieckmann sta attento però a non confondere<br />

la ribellione alle regole, per esempio la celebrazione<br />

lessinghiana del genio con l’apologia del<br />

brutto. Lessing infatti non nega l’utilità delle regole,<br />

le attenua appena in un antiaccademismo<br />

ben temperato. È Mendelssohn a spingersi in<br />

questa indagine sulle nostre più nascoste propensioni<br />

anche nell’arte. «Ogni spavento illusorio»,<br />

ogni spettacolo del brivido, dunque, è sempre<br />

gradevole. 13 I fratelli Schlegel amplieranno il<br />

concetto, ma già Johann Elias, un loro zio, aveva<br />

detto: «a un pittore è lecito descrivere cose nauseabonde<br />

quanto a un poeta». 14<br />

Sublime and Beautiful, London 1958, p. 86.<br />

13 Si veda la lettera di Mendelssohn a Lessing del 23. 11. 1756 (Moses<br />

Mendelssohns Gesammelte Schriften, Leipzig 1848, vol. V, p. 45).<br />

14 Cit. in Dieckmann, p. 205.

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