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Primo Rapporto Osservatorio del Risparmio UniCredit ... - UniNews

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Che la ricchezza finanziaria sia una funzione crescente <strong>del</strong>l’età è più che plausibile. I giovani da un lato, trovandosi all’inizio<br />

<strong>del</strong>la loro carriera lavorativa, non hanno ancora avuto modo di accumulare risorse mentre dall’altro, se hanno buone<br />

prospettive di carriera e di reddito, possono razionalmente aver deciso di adottare uno stile di vita più commisurato al reddito<br />

che si aspettano per il futuro quanto piuttosto al loro reddito attuale.<br />

Tutto ciò è perfettamente in linea con la citata “teoria <strong>del</strong> ciclo vitale”: si risparmia poco o nulla da giovani, si accumula nella<br />

fase <strong>del</strong>la maturità e poi il decumulo dopo la pensione.<br />

Tuttavia, la forte sproporzione tra l’ammontare di risorse finanziarie a disposizione <strong>del</strong>le generazioni più giovani, dove ci<br />

permettiamo di includere anche i 35-44enni, e quelle più anziane<br />

porta a pensare che ci sia altro sotto.<br />

Sempre secondo Banca d’Italia nel 1991, solo poco più di 10 anni fa, i nuclei con capofamiglia con meno di 35 anni risultavano<br />

detenere oltre 10 punti percentuali in più rispetto a quanto osservato nel 2010. Anche gli indicatori di vulnerabilità negli<br />

ultimi anni puntano verso un peggioramento più marcato per i nuclei con capofamiglia giovane. In particolare, la quota dei<br />

nuclei famigliari giovani caratterizzati da fragilità finanziaria 31 ha raggiunto nel 2010 quota 17%, contro il 13% <strong>del</strong> 2008. E<br />

l’aumento è stato molto più marcato rispetto alle altre fasce d’età.<br />

Per cui, rispetto al passato, le nuove generazioni sembrano dover affrontare sfide decisamente più ardue con mezzi che<br />

appaiono sempre più esigui.<br />

Non è un mistero che il mercato <strong>del</strong> lavoro si sia deteriorato in maniera significativa, specialmente con riguardo ai più giovani.<br />

Non sono sicuramente passati sotto silenzio i recenti dati Istat che parlano per il secondo trimestre 2012 di quasi un milione<br />

e mezzo di occupati in meno tra gli under 34 rispetto allo stesso periodo <strong>del</strong> 2007.<br />

La percentuale dei disoccupati tra i 15 e i 24 anni nel secondo trimestre <strong>del</strong> 2012 è ancora più eloquente: 35,3% (più o<br />

meno su 3 giovani nella forza lavoro uno non ha - e non riesce a trovare - un lavoro). La Figura 28 mostra in particolare<br />

come il dato relativo alla disoccupazione giovanile sia peggiorato notevolmente a partire dalla seconda metà <strong>del</strong> 2007, con<br />

un’accelerazione soprattutto nell’ultimo anno.<br />

Figura 28:<br />

Percentuale di disoccupati<br />

tra i 15 e i 24 anni<br />

Fonte: Elaborazione <strong>UniCredit</strong>/Pioneer<br />

Investments su dati Istat<br />

36%<br />

34%<br />

32%<br />

30%<br />

28%<br />

26%<br />

24%<br />

22%<br />

20%<br />

18%<br />

T1<br />

'95 '95 T4<br />

'96 T3<br />

'97 T2<br />

'98 T1<br />

'98 T4<br />

'99 T3<br />

'00 T2<br />

'01 T1<br />

'01 T4<br />

'02 T3<br />

'03 T2<br />

'04 T1<br />

'04 T4<br />

'05 T3<br />

'06 T2<br />

'07 T1<br />

'07 T4<br />

'08 T3<br />

'09 T2<br />

'10 T1<br />

'10 T4<br />

'11 T3<br />

'12<br />

T2<br />

31<br />

Che non hanno attività liquide sufficienti a garantire un tenore di vita al livello <strong>del</strong>la soglia <strong>del</strong>la povertà per almeno sei mesi in caso di perdita <strong>del</strong> lavoro.<br />

47

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