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Primo Rapporto Osservatorio del Risparmio UniCredit ... - UniNews

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Le giovani generazioni faticano ad entrare stabilmente nel mondo <strong>del</strong> lavoro e, di conseguenza, faticano anche a risparmiare<br />

ed accumulare ricchezza.<br />

Secondo nostre fonti interne i giovani, tra l’altro, risultano detenere portafogli decisamente meno diversificati e per lo più<br />

investiti in attività liquide. I depositi rappresentavano a fine 2011 infatti circa il 70% <strong>del</strong> totale degli assets per i clienti con<br />

meno di 34 anni, rispetto al 30% circa <strong>del</strong> portafoglio dei clienti con più di 65 anni. E in ogni caso la situazione non va molto<br />

meglio per i clienti nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni, caratterizzati da un portafoglio investito per oltre il 55%<br />

in liquidità.<br />

Tra l’altro, per la parte di clienti più giovani caratterizzata comunque da portafogli più complessi, il fondo comune sembra<br />

essere lo strumento di gestito maggiormente utilizzato, fungendo da base per la costituzione di un portafoglio via via più<br />

diversificato.<br />

Eppure, analizzando i dati aggregati <strong>del</strong>le interviste Mifid non si rilevano forti differenze in termini di avversione al rischio o<br />

orizzonte temporale degli investimenti per classi di età. Probabilmente il minor livello di ricchezza detenuta porta i clienti più<br />

giovani a non andare oltre i depositi o gli strumenti più semplici e più liquidi.<br />

Se oltre alle attività finanziarie guardiamo alle attività reali, il quadro non cambia in maniera sostanziale. La differenza tra le<br />

diverse generazioni viene confermata e, anzi, ne esce rafforzata.<br />

Sempre secondo l’Indagine sui bilanci <strong>del</strong>le famiglie di Banca d’Italia, nel 2010 il 49% dei nuclei con capofamiglia con meno<br />

di 34 anni non possedeva ricchezza immobiliare. La quota scende al 38% per le famiglie con capofamiglia di età compresa<br />

tra i 35 e 44 ma resta comunque elevata se si considera che solo il 20% circa dei nuclei con capofamiglia oltre i 55 anni non<br />

possedeva nessun immobile. Tra l’altro il 20% circa <strong>del</strong>le famiglie con capofamiglia tra i 45 e 64 anni deteneva altri immobili<br />

oltre alla prima casa.<br />

Infine, se guardiamo all’indebitamento, appaiono evidenti anche in questo caso le forti differenze per classi di età: con il<br />

picco massimo <strong>del</strong>la quota di famiglie indebitate per la fascia di età <strong>del</strong> capofamiglia tra 35 e 44 anni (44%) e il minimo per<br />

famiglie con capofamiglia oltre i 64 anni (7,9%).<br />

Abbiamo già fatto notare come potrebbe essere sensato e razionale che le famiglie più giovani siano maggiormente indebitate,<br />

magari per l’acquisto <strong>del</strong>la prima casa, tuttavia fa pensare che, sempre nella fascia tra i 35 e 44 anni, molti prendano a<br />

prestito soprattutto per l’acquisto di beni di consumo. Infatti, se a fine 2010 il 18,6% dei giovani capifamiglia si indebitava<br />

per l’acquisto di immobili, un altro 18,8% era indebitato per l’acquisto di beni di consumo. Dati che appaiono molto distanti<br />

dai valori <strong>del</strong>l’1,9% e 3,5% che riguardano gli ultra 64enni.<br />

A nostro avviso le differenze che vengono rilevate per età non appaiono dovute solo alla diversa fase di vita attraversata dagli<br />

individui, ma anche da una sostanziale differenza nelle opportunità a disposizione dei giovani di oggi rispetto al passato, oltre<br />

che probabilmente a differenze nelle attitudini e comportamenti.<br />

La difficile fase che sta attraversando attualmente l’economia italiana sta di certo colpendo tutti, tuttavia ci sembra che le<br />

giovani generazioni stiano pagando un prezzo molto più caro.<br />

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