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Manuale per la coltivazione consociata Olivo Asparago ... - Cra

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limitato il successo di tali tentativi.<br />

La <strong>coltivazione</strong> di questa specie potrebbe consentire di<br />

estenderne il mercato, attualmente limitato dal<strong>la</strong> scarsità del<br />

prodotto spontaneo, creando un’occasione di reddito, così<br />

come accaduto <strong>per</strong> <strong>la</strong> fragolina di bosco e <strong>per</strong> il tartufo. Questi,<br />

infatti, erano prodotti spontanei che ora vengono coltivati e<br />

alimentano un mercato di nicchia, ma costante.<br />

La <strong>coltivazione</strong> dell’asparago selvatico è molto diversa da<br />

quel<strong>la</strong> dell’asparago comunemente coltivato poiché il selvatico<br />

ha basse esigenze nutrizionali ed allo stesso tempo bassa<br />

produttività, caratteristiche queste che ne fanno una coltura<br />

adatta ad ambienti rurali marginali dove alta qualità e prezzo,<br />

invece di alte produzioni, sono l’obiettivo strategico <strong>per</strong> il<br />

mercato. Le due specie di asparago differiscono non solo<br />

botanicamente ed eco-fisiologicamente, ma anche <strong>per</strong> il loro<br />

impiego: il coltivato è usato come ortaggio e quindi<br />

consumato in quantità, mentre il selvatico ha un sapore molto<br />

più forte e viene usato più come condimento e quindi in basse<br />

quantità, consentendo così un prezzo più elevato <strong>per</strong> unità di<br />

peso.<br />

La frugalità di questa specie, ad oggi non selezionata e quindi<br />

selvatica a tutti gli effetti, ne consente una coltivazioni<br />

praticamente senza problemi fitosanitari, <strong>per</strong>fettamente<br />

idonea a coltivazioni in biologico e/o a basso impatto<br />

ambientale.<br />

Uno dei problemi che ha fortemente limitato il successo dei<br />

tentativi di <strong>coltivazione</strong> dell’asparago selvatico è stato quello<br />

del<strong>la</strong> scarsa germinabilità dei semi, causata dal<strong>la</strong> loro<br />

dormienza (Venezia et al., 1993). Il problema <strong>per</strong>ò può<br />

considerarsi risolto con opportune tecniche di stratificazione<br />

dei semi (Rosati e Fa<strong>la</strong>vigna, 2000). Anche sul<strong>la</strong> tecnica<br />

colturale di questa specie di asparago e sulle produzioni<br />

ottenibili esistono ormai sufficienti informazioni (Rosati et al.,<br />

2005; Benincasa et al., 2007).<br />

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