La comunità andina in Italia - Promofirenze

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PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008
rurale che produce emigrazione e maggiore povertà,
attraverso la messa in moto di meccanismi
locali di sviluppo.
Al tempo stesso la politica di apertura internazionale
e l’apporto della cooperazione, facilitati dal
miglioramento del quadro macroeconomico ed
anche del rating internazionale del Paese, cercano
di favorire il miglioramento della struttura produttiva
e della competitività del sistema Paese, attraverso
l’innalzamento del livello tecnologico, la formazione
di cluster di imprese, lo sviluppo dell’occupazione,
la “emersione” dell’economia informale.
Certamente un grosso interrogativo è rappresentato
dalla qualità della classe politica (i risultati dei
sondaggi sulla popolarità della classe politica sono
impressionanti!) e dal superamento dei fenomeni di
esclusione dalle decisioni di gran parte della popolazione:
da questo punto di vista un passo decisivo
è il rafforzamento della società civile e della sua
capacità di voice.
È molto evidente che non è possibile mettere in moto
nessun processo di sviluppo autentico guidato dal di
fuori, dalle grandi imprese e dai grandi capitali. Ciò
che può veramente mutare la struttura del Paese è il
rafforzamento del tessuto produttivo, imprenditoriale
e umano, fino a formare un “tessuto” radicato e
diffuso, soggetto e protagonista dello sviluppo.
I rapporti con l’Italia
L’Italia importa dal Perù più di quanto non esporti:
nel 2007 si trova all’11° posto fra i clienti con
una quota del 3% circa, mentre nella classifica de
fornitori occupa la 13a posizione, con una quota
dell’1,8%. L’Italia, fra i Pesi europei, è comunque il
secondo fornitore del Perù (dopo la Germania) e il
terzo cliente (dopo la Spagna e la Germania).
Le esportazioni italiane sono costituite principal-