La comunitÃ andina in Italia - Promofirenze

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PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008 65 di imprenditori migranti, appartenenti alla propria comunità d’origine. I cluster settoriali permettono infine di avere massa critica e di dare sostenibilità all’iniziativa imprenditoriale. Gli imprenditori selezionati saranno coinvolti in un percorso di formazione e assistenza tecnica creato sulla base delle loro esigenze di rafforzamento imprenditoriale, in questo momento in fase di concertazione con alcune associazioni imprenditoriali. Erbe 7% Moda 7% Altro 5% Turismo 33% Imprenditori selezionati: tipologia delle imprese Lusso 10% Alimentari 19% Artigianato 19% Considerazioni conclusive La ricerca condotta sulla comunità andina in Italia ha fornito elementi che contribuiscono significativamente alla riflessione su alcuni temi cardine della relazione esistente tra migrazioni e sviluppo. Rispetto al possibile ruolo dei migranti, una maggiore partecipazione di questi alla riflessione ed alle iniziative sullo sviluppo dà impulso all’adozione di una metodologia basata sull’approccio bottom up, di modo che siano gli stessi migranti a conoscere ed interagire con la rete degli attori istituzionali e
66 PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008 12) Per una lettura critica dell’uso delle rimesse solidali per fini di sviluppo si veda Herrera (2008) “Mentre il numero delle iniziative di co-sviluppo che impiegano le rimesse è cresciuto negli ultimi anni, questo sembra il risultato della condizionalità della cooperazione internazionale più che di progetti autonomi dei migranti stessi; i risultati di queste iniziative non sono stati delle migliori”. 13) “Il marketing sociale svolto dalle associazioni può influenzare un gruppo target ad accettare, modificare o abbandonare un comportamento in modo volontario, al fine di ottenere un vantaggio per i singoli individui o la società nel suo complesso” (Kotler, 2002). della cooperazione. Allo stesso tempo, questa metodologia può favorire il senso di ownership delle risorse impiegate e dei progetti realizzati 12 creando un effetto moltiplicatore dell’impatto positivo per le attività di cooperazione internazionale. L’immigrazione andina, stabilitasi in Italia da oltre dieci anni, ha raggiunto un buon grado di inserimento nel tessuto socio-economico del nostro paese, è riuscita a mantenere un forte senso identitario ed ha promosso la creazione di associazioni di migranti. È divenuto dunque possibile coinvolgerla attivamente per ideare e realizzare iniziative di carattere solidale destinate alla regione di provenienza dei migranti. In questa ottica, il programma Juntos por los Andes aiuta a comprendere a fondo i meccanismi interni alla comunità e all’associazionismo andino. Questi risultati sarebbero stati insperati se l’iniziativa fosse nata sotto il solo impulso degli istituti di ricerca: la forza del programma risiede infatti nel protagonismo e nella partecipazione della comunità migrante e degli attori del tessuto produttivo (le associazioni di categoria) e associativo (il consorzio) nella scelta delle tematiche prioritarie da affrontare e nella programmazione degli interventi. Promuovere l’empowerment della comunità andina in Italia significa dunque sostenere un vero network per il cambiamento sociale 13 , con l’obiettivo di influenzare decisioni politiche ed economiche migliorando la condizione del gruppo di appartenenza. Le attività realizzate invece a livello di ricerca-azione sui comportamenti economici dei migranti cercano di indagare le potenzialità di questi per la moltiplicazione dell’impatto sullo sviluppo. Nell’ambito di tali pratiche, le rimesse sono un tema cruciale “nel quadro dei processi di transizione (situazione tipica dei PVS) nei quali si dovrebbero stimare le possibilità di realizzazione di programmi di sviluppo” (Zupi, 2002). Le rimesse collettive promuovono l’integrazione dei migranti nel tessuto italiano tramite il coinvolgimento nelle attività di fundraising delle
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