La comunità andina in Italia - Promofirenze

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PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008
9) La “leva militare”
dell’epoca
In epoca inca, l’istituzione della reciprocità richiedeva
grandi quantità di abbigliamento fine destinato
ai nobili del Tahuantinsuyo; ugualmente la mita
guerriera 9 obbligava lo stato a coprire le esigenze
logistiche dell’esercito. Per rispondere a queste necessità,
gli Inca istituirono gli Aclla huasis o manifatture
femminili, dove le mamaconas confezionavano
capi di abbigliamento fini e grossolani.
Durante la colonizzazione arrivarono il telaio a
pedale e le nuove versioni del telaio verticale. Gli
Spagnoli portarono un nuovo processo di confezione
che includeva il taglio e la cucitura di tessuti per
fare vestiti ed altri prodotti. Gli artigiani si specializzarono
in tappeti, copriletti in bassorilievo, coltri,
tessuti piani realizzati a mano, coperte e capi d’abbigliamento
di influenza occidentale come i ponchos
ed i chullos. È in questo periodo che si accentuò lo
sfruttamento degli indigeni nei manufatti, a causa
dell’avidità spagnola volta ad ottenere una maggiore
produzione e quindi più imposte, con eccessi
negli orari di lavoro ed abusi punitivi.
All’inizio del periodo repubblicano, la coltivazione
principale nelle grandi tenute era la canna da
zucchero, successivamente crebbe l’importanza del
cotone.
La liberazione degli schiavi neri originò un arrivo
massiccio di manodopera asiatica per il lavoro nei
campi. Terminata la guerra con Cile, si era poi
determinato un certo declino della élite dei proprietari
terrieri e la nascita di nuovi gruppi di potere,
costituiti principalmente da immigranti europei.
L’orientamento all’export dell’apparato produttivo
si consolidò e l’economia di esportazione divenne
una delle principali fonti di entrata per il fisco.