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PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008 47 Secondo asset: le rimesse Il trasferimento di denaro operato da parte dei migranti a favore dei propri familiari o amici è un comportamento strutturalmente connesso al fenomeno migratorio, di conseguenza, questa pratica ha ricevuto negli ultimi anni una particolare attenzione da parte degli studiosi dello sviluppo e degli organismi internazionali 4 al fine di poter comprendere eventuali possibilità e modalità dell’impatto di questi flussi economici sullo sviluppo. In prima battuta, si consideri che il volume complessivo delle rimesse dirette verso i paesi d’origine dei migranti è cresciuto a ritmi sostenuti negli ultimi 15 anni e ha superato – secondo i dati della Banca Mondiale – i 200 miliardi di dollari nel 2006, un volume superiore a quello dei flussi di investimenti produttivi e più che doppio rispetto agli aiuti pubblici allo sviluppo. L’America Latina, in questo spaccato, rappresenta il maggiore mercato di destinazione con circa 70 miliardi di dollari ricevuti nel 2006 (dati Ifad e IADB) e in alcuni paesi andini, quali Ecuador e Bolivia, il flusso dei trasferimenti da parte dei cittadini residenti all’estero supera il 7% del valore del PIL. Per quanto riguarda l’Italia, nel 2006, secondo i dati dell’UIC, le rimesse degli stranieri 5 hanno raggiunto i 4,3 miliardi di euro. Il dato per il triennio 2004- 2006, l’unico periodo con dati omogenei, è pari invece a 10,9 miliardi di euro. I migranti peruviani e ecuadoriani hanno inviato oltre 210 milioni di euro nel 2006. Anche la comunità colombiana presenta un volume di invio significativo se rapportata alla presenza in Italia (73 milioni di euro trasferiti nel 2006 e 17.000 immigrati). Questi dati non devono però indurre a pensare che solo flussi di denaro molto consistenti possano dare impulso a cambiamenti positivi nei paesi riceventi, anzi, anche al 4) Tra i numerosi testi sullo studio delle rimesse si consigliano, riferiti in particolare al caso latinoamericano: P. Fajnzylber and J. H. López. 2007. ‘Close To Home. The Development Impact of Remittances in Latin America’, Washington DC: The International Bank for Reconstruction and Development /World Bank; Katseli, L., Robert E.B. L. and T. Xenogiani. 2006. ‘Effects of migration on sending countries: what do we know’, Working Paper No. 250 OECD Development Centre; IDB/MIF. 2004. ‘Sending money home: Remittance to Latin America and the Caribbean’, Inter American Development Bank - Multilateral Investment Fund. 5) I dati disponibili fanno riferimento agli stranieri in Italia e non solo agli immigrati. Tuttavia, considerando il dato disaggregato per nazionalità, la maggior parte delle rimesse è inviata dagli stranieri provenienti dai paesi di recente industrializzazione o in via di sviluppo, vale a dire gli immigrati propriamente detti.
48 PROMOZIONE FIRENZE n.1, gennaio/giugno 2008 micro livello le rimesse sono una variabile chiave nei processi di cambiamento sociale prodotti dalle migrazioni. Flussi internazionali di rimesse: aree di destinazione (2006) Asia meridionale 18% Medio Oriente e Nord Africa 12% Africa subsahariana 5% Asia orientale e Pacifico 24% America Latina e Caraibi 25% Europa e Asia centrale 16% Fonte: Banca Mondiale 6) I risultati dell’Indagine ABI-CeSPI sui bisogni finanziari e assicurativi degli immigrati in Italia, condotta nel secondo semestre del 2007, sono in corso di pubblicazione. È interessante anticipare che, nell’indagine, le comunità latinoamericane hanno mostrato alti tassi di bancarizzazione in Italia (il dato relativo agli Ecuadoriani è pari al 70% del campione di intervistati). 7) Su questi temi si vedano anche gli studi Se la maggior parte delle rimesse è generalmente destinata al consumo, tuttavia alcune ricerche indicano che una parte del denaro viene investita per avviare piccole imprese o nell’acquisto di beni immobili (MIF, 2007; Banca Mondiale, 2006). Il caso del Guatemala, ad esempio, mostra che le famiglie che ricevono rimesse spendono meno in beni di consumo che in investimenti rispetto a quanti non ricevono denaro dai familiari all’estero (Adams, 2006). Inoltre, una recente indagine del CeSPI, condotta in collaborazione con l’ABI su un campione di oltre 1300 immigrati in Italia, ha evidenziato come un numero consistente di famiglie riceventi destini le rimesse per scopi sanitari ed educativi 6 , andando perciò ad incidere sulla dotazione di capitale umano della comunità di origine 7 .
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