1222 BvS n.7 Novembre.qxd - Fondazione Biblioteca di via Senato
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novembre 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 15<br />
una delle più importanti e sostanziose<br />
collezioni italiane dell’epoca. I titoli<br />
sono in una prima parte <strong>di</strong>sposti<br />
in or<strong>di</strong>ne alfabetico dell’autore (p. 1-<br />
536 con Appen<strong>di</strong>x sulle p. 537-582),<br />
cosa che rappresenta una novità rispetto<br />
ad altri or<strong>di</strong>ni usati all’epoca<br />
come per esempio ancora quello secondo<br />
il formato in folio, quarto, ottavo,<br />
etc. Accanto all’autore sono in<strong>di</strong>cati<br />
titolo, note tipografiche e formato.<br />
Segue una seconda parte con i volumi<br />
sud<strong>di</strong>visi in classi (Teologia,<br />
Giurisprudenza, Filosofia, Storia e<br />
infine Polymathia; p. 583-720).<br />
Si può parlare anche <strong>di</strong> un prototipo<br />
<strong>di</strong> in<strong>di</strong>ce analitico (non separato), visto che i contributori<br />
sono sempre elencati in or<strong>di</strong>ne alfabetico con riferimento<br />
all’opera o all’autore principale nel quale sono<br />
contenuti: Ad esempio “PLACIDI Antonio. Stanze.<br />
Stanno nelle rime scelte dal Dolce. to. I. pag. 395”. Sotto la<br />
voce <strong>di</strong> “DOLCE Lodovico” si trovano in<strong>di</strong>cate le “Rime<br />
scelte da <strong>di</strong>versi Autori. Venezia. pel Giolito 1565. tom. 2. in<br />
12. o ”. La maggior parte dei titoli risale al Cinque e soprattutto<br />
al Seicento, con qualche rara presenza <strong>di</strong> incunaboli,<br />
come l’opera Postilla super psalterium <strong>di</strong> Hugo de<br />
Sancto Caro, Venezia, Johannes e Gregorius de Gregoriis,<br />
1496 [per errore 1469 nel catalogo Imperiali] o la rara<br />
seconda e<strong>di</strong>zione del De civitate Dei <strong>di</strong> sant’Agostino,<br />
stampata a Roma da Sweynheym e Pannartz nel 1468,<br />
che in princeps fu stampata dagli stessi Sweynheym e Pannartz<br />
a Subiaco nel 1467. Del francescano e teologo Guglielmo<br />
<strong>di</strong> Ockham, Imperiali ebbe tre e<strong>di</strong>zioni incunaboli:<br />
Quodlibeta septem una cum tractatu De sacramento altaris<br />
(Strasburgo: Georg Husner, 1491), Quaestiones et decisiones<br />
in IV libros Sententiarum. Centilogium theologicum<br />
(Lione: Trechsel, 1495) e Decisiones VIII quaestionum super<br />
potestate summi Pontificis (Lione: Trechsel, 1496).<br />
Il catalogo si legge come un canone par excellence<br />
dell’epoca, per quel che riguarda gli autori, i titoli o gli<br />
stampatori. Molto informativo anche l’index rerum. Sotto<br />
il lemma “Philosophi arbitrarii” tro<strong>via</strong>mo ad esempio<br />
Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Thomas Hobbes,<br />
Galileo Galilei, Ramón Lull, Girolamo Cardano e<br />
Francis Bacon. La “Theologia heterodoxa & errores varii”<br />
è invece <strong>di</strong>visa in “Novatores primi; Lutherani; Calvinistae;<br />
Sociniani; Errorum particularium auctores; Pro<br />
fabula de Praeadamitis; Contra fabulam<br />
de Praeadamitis; Pro fabula<br />
de Joannae Papissa; In Baronium” e<br />
finalmente “In Bellarminum”. Non<br />
mancano contemporanei stranieri<br />
importanti come lo storico tedesco<br />
Hermann Conring (1606-1681, il<br />
più grande interprete <strong>di</strong> Machiavelli<br />
nel ’600) e lo storico e bibliotecario<br />
tedesco Konrad Samuel Schurzfleisch<br />
(1641-1708), anch’egli proprietario<br />
<strong>di</strong> una celebre biblioteca e<br />
amico <strong>di</strong> Antonio Magliabechi.<br />
Contrariamente alla volontà<br />
del car<strong>di</strong>nale, alla sua morte la biblioteca<br />
non <strong>di</strong>venne pubblica, ma<br />
andò <strong>di</strong>spersa. Così oggi il patrimonio librario purtroppo<br />
si trova sparso in collezioni private e pubbliche <strong>di</strong> tutto il<br />
mondo. Una parte dei volumi venne acquistata dall’arcivescovo<br />
Annibale De Leo (1739-1814) e si trova oggi nella<br />
<strong>Biblioteca</strong> Arcivescovile Annibale De Leo a Brin<strong>di</strong>si. In<br />
più – grazie alle ricerche <strong>di</strong> Fla<strong>via</strong> Cancedda che ha de<strong>di</strong>cato<br />
più pubblicazioni alla raccolta del car<strong>di</strong>nale – sono<br />
stati rintracciati volumi <strong>di</strong> Imperiali nel Fondo Palatino<br />
della <strong>Biblioteca</strong> Nazionale Centrale <strong>di</strong> Firenze (Il bibliotecario<br />
36-37, aprile-settembre 1993, p. 25-82). Importanti<br />
esemplari dalla biblioteca Imperiali si trovano anche nel<br />
Fondo antico della <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>, generalmente<br />
in<strong>di</strong>cati con un timbro in nero sul frontespizio leggendo<br />
“Ex. Bibl. Ios. Ren. Card. Imperialis”, tra cui Torquato<br />
Tasso, Apologia in <strong>di</strong>fesa della sua Gerusalemme, con la Risposta<br />
al <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Orazio Lombardelli intorno a i contrasti<br />
(Ferrara: Vittorio Bal<strong>di</strong>ni, 1586, in 8vo), Niccolò Margaritoni,<br />
Anfiteatro d’eroi <strong>di</strong> casa Cibo, poema in sesta rima(Milano:<br />
Stampa Arcivescovale, 1664, in 4to), la Vita <strong>di</strong> Cosimo<br />
de’ Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Aldo Manuzio il Giovane (Bologna, senza<br />
stampatore, 1586) e il Della vita <strong>di</strong> P. Niccolò Zucchi <strong>di</strong> Daniello<br />
Bartoli (Roma: il Varese, 1682).<br />
In rete non è <strong>di</strong>fficile trovare tracce <strong>di</strong> volumi del<br />
car<strong>di</strong>nale in <strong>di</strong>verse biblioteche o sul mercato librario, ma<br />
si tratta sempre <strong>di</strong> pezzi isolati <strong>di</strong> un puzzle enorme. Considerando<br />
che la pubblicazione del Fontanini permette<br />
una ricostruzione ipotetica della raccolta fino al 1711,<br />
non si deve <strong>di</strong>menticare che i titoli entrati oltre questa data<br />
(come la Missione al Gran Mogor <strong>di</strong> Daniello Bartoli,<br />
presente nel Fondo antico della <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong>,<br />
stampata nel 1714) non sono inclusi nell’inventario.