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1222 BvS n.7 Novembre.qxd - Fondazione Biblioteca di via Senato

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novembre 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 17<br />

inSEDICESIMO<br />

APPUNTAMENTI, CATALOGHI DI BIBLIOFILIA, SCAPIGLIATURA,<br />

MOSTRE, SAGGI, RECENSIONI, ANASTATICHE<br />

LIBRI CHE PARLANO DI LIBRI<br />

Omaggi d’autore alle pagine scritte<br />

e storie dove i volumi prendono vita<br />

<strong>di</strong> matteo noja e matteo tosi<br />

IL NOSTRO CERVELLO E<br />

LA CONQUISTA DELLA<br />

LETTURA<br />

«Credo che leggere, nella sua<br />

essenza originaria, [sia] quel fruttuoso<br />

miracolo <strong>di</strong> una comunicazione nel<br />

mezzo della solitu<strong>di</strong>ne». Così Proust<br />

cercava <strong>di</strong> definire la lettura, vizio<br />

solitario, per molti imprescin<strong>di</strong>bile,<br />

che proprio nella sua solitu<strong>di</strong>ne concede<br />

a coloro che vi si de<strong>di</strong>cano la possibilità<br />

<strong>di</strong> essere al centro <strong>di</strong> un mondo infinito<br />

<strong>di</strong> comunicazione. Questa rete<br />

<strong>di</strong> comunicazioni, ancora più virtuale<br />

<strong>di</strong> quella <strong>di</strong> internet, ci permette<br />

<strong>di</strong> capire meglio il mondo che<br />

ci circonda e <strong>di</strong> poterlo vivere<br />

in maniera cosciente e responsabile.<br />

Ma il nostro cervello è nato<br />

per leggere Come si applica alla lettura<br />

il nostro cervello È un fatto semplice<br />

per i nostri neuroni riconoscere<br />

le lettere e raccoglierle attribuendo loro<br />

un significato, un messaggio co<strong>di</strong>ficato<br />

che possa essere riconosciuto poi<br />

da moltitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> persone <strong>di</strong>verse<br />

Mentre Feltrinelli ristampa<br />

Una storia della lettura, il recente<br />

classico <strong>di</strong> Alberto Manguel, esce<br />

in questi giorni la traduzione <strong>di</strong> due libri<br />

che si interrogano su questi argomenti,<br />

approfondendone gli aspetti fisiologici e<br />

neurologici. I due volumi – quello <strong>di</strong><br />

Deheane si riferisce all’aspetto<br />

neurologico, mentre quello della Wolf<br />

ha uno spettro scientifico più ampio –<br />

tracciano parallelamente una storia<br />

della scrittura e della lettura ine<strong>di</strong>te e<br />

appassionanti. Attraverso questi due<br />

testi – ormai <strong>di</strong> riferimento nella<br />

comunità scientifica – impariamo che,<br />

non essendo nati per leggere,<br />

posse<strong>di</strong>amo un cervello<br />

straor<strong>di</strong>nariamente plastico, vera e<br />

propria architettura aperta che per<br />

imparare a leggere ha dovuto e ogni<br />

volta <strong>di</strong> nuovo deve «creare sofisticati<br />

collegamenti tra strutture e circuiti<br />

neuronali in origine preposti ad altri più<br />

basilari processi, come la vista e la<br />

lingua parlata». La lettura ha consentito<br />

<strong>di</strong> superare la ripetitività propria delle<br />

culture orali, consentendo all’uomo<br />

<strong>di</strong> accumulare un numero sempre più<br />

grande <strong>di</strong> nuove conoscenze,<br />

permettendo <strong>di</strong> sfruttarle in modo<br />

sempre più «vertiginosamente efficace».<br />

Fino a oggi, leggendo Platone,<br />

potevamo credere che la scrittura –<br />

e <strong>di</strong> conseguenza la lettura – fosse stata<br />

il magico dono <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o. Il Filosofo,<br />

seguace <strong>di</strong> quel Socrate che non aveva<br />

tanta fiducia nella parola scritta,<br />

precisava che il <strong>di</strong>o aveva nome «Teuth»<br />

e a lui apparteneva anche l’uccello sacro<br />

chiamato Ibis e che oltre ad aver<br />

inventato il numero e i calcoli, la<br />

geometria e l’astronomia, il gioco del<br />

tavoliere e dei da<strong>di</strong>, aveva inventato<br />

«soprattutto la scrittura».<br />

Oggi, alla luce <strong>di</strong> questi due saggi,<br />

possiamo considerare veramente<br />

magico il potere della scrittura, non<br />

in quanto <strong>di</strong>vino, ma proprio perché,<br />

attraverso il suo esercizio, il nostro<br />

cervello «estende le sue competenze»,<br />

in modo continuo e sorprendentemente<br />

considerevole, allargando le sue<br />

possibilità in tutti gli ambiti.<br />

Forse aveva ragione Flaubert<br />

quando in una lettera a Mademoiselle de<br />

Chantepie scriveva: «Leggere per vivere».<br />

Stanislas Dehaene, I neuroni della<br />

lettura. Prefazione <strong>di</strong> Jean-Pierre<br />

Changeux, Milano, Raffaello<br />

Cortina, 2009. pp.448, €32,00<br />

Maryanne Wolf, Proust e il<br />

calamaro. Storia e scienza del<br />

cervello che legge, Milano, Vita e<br />

Pensiero, 2009. pp.293, €20,00

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