GP Bahrain - La politica Le provocazioni della FIA Che la FIA sia più che intenzionata a destabilizzare la FOTA, l’associazione che raggruppa tutti i team del mondiale F.1, è ormai cosa nota e risaputa. L’intento di creare scompiglio con la storiella del diffusore, accettato dalla Federazione, ma mai chiara al cento per cento nella sua interpretazione regolamentare, è riuscita in pieno. Ross Brawn, che è il responsabile tecnico della FOTA, ha ricevuto attacchi pesanti da alcuni dei componenti della associazione. Adam Parr, della Williams, ha lanciato pesanti accuse alla Ferrari, sostenendo che se il diffusore fosse stato bocciato in Corte d’Appello, allora anche i titoli vinti da Maranello sarebbero stati tutti in discussione. E via di questo passo. Ora che il tempo ha in parte smussato questi antipatici spigoli e pian piano si sta accettando il diffusore, Max Mosley è prontamente intervenuto per creare ulteriore scompiglio. Dapprima con una lettera alle varie squadre nella quale ribadisce l’intento di tagliare pesantemente i costi, chiedendo poi un consiglio su quale può essere una cifra minima. La prima da lui indicata, di 33 milioni di euro, sembra non essere più di attualità. Troppo bassa. Questa lettera però, ha indispettito non poco i costruttori. Che hanno risposto a Mosley con una unica missiva, sotto la sigla FOTA. Bella mossa, un chiaro segnale alla FIA che i team si piegano a scompigli interni, ma non si spezzano e rimangono uniti. Perché a tutti, Ferrari in primis, non piace per nulla l’idea che le eventuali nuove squadre che entreranno in F.1, adeguandosi al budget minimo che sarà stabilito, possano poi godere di favoritismi tecnici. Che magari consentono loro di essere più veloci di chi, nel rispetto del regolamento, investe centinaia di milioni. Di fatto, si creerebbero due regolamenti: uno per i team debuttanti, uno per quelli già presenti. Anche un bimbo può capire che siamo davanti a una sciocchezza vera e propria. Non pago, Mosley è andato oltre, tirando fuori nel weekend del Bahrain la carta del monomotore, già messa sul tavolo lo scorso inverno e che pareva già morta e sepolta dopo essere stata bocciata da tutti i team. Invece, Mosley insiste, e ha in mano uno studio commissionato alla inglese Ricardo. Va da sé che correre con un monomotore, magari Cosworth, a Ferrari, BMW, Mercedes, Renault, Toyota non interesserebbe per niente. Anche questo passaggio lo comprenderebbe un bambino… E’ quindi chiaro l’intento della FIA di creare grandi tensioni. Per arrivare dove A un punto di rottura Perché all’orizzonte non vediamo nessun punto di arrivo in queste richieste. Veramente la FIA vuole ritrovarsi con un campionato alternativo lanciato dalla FOTA 14
Briatore (Renault), Horner (Red Bull) e Theissen (BMW) a spasso per il paddock. I contatti tra team manager sono sempre più fitti dopo le continue sparate dei “federali”... 15