LE IDEE DELL'ASTRONOMIA
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Astronomia Babilonese 29<br />
Sirio<br />
Il nome Sirio deriva dal greco Seirus cioè “che inaridisce, che fa appassire”. Appartiene<br />
alla costellazione del Cane Maggiore. Al tempo dei greci il suo sorgere<br />
all’alba annunciava i giorni più caldi dell’anno, i cosiddetti giorni “canicolari” da<br />
cui deriva la parola canicola. Sirio è una stella di grande luminosità intrinseca,<br />
26 volte quella del Sole. In realtà è un sistema binario in cui la stella A più<br />
luminosa (Sirio A) è al centro dell’orbita di una piccola stella molto densa, una<br />
nana bianca, (Sirio B) con un periodo orbitale di 50 anni. Si trova a 8,6 anni<br />
luce ed è la settima stella più vicina al Sole.<br />
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sistema semplice, ma molto efficace, per identificare un punto particolare<br />
dell’anno solare, ovvero delle stagioni.<br />
Inoltre per determinare l’ora durante la notte gli astronomi egizi scelsero<br />
nel cielo una sequenza di 36 piccole costellazioni, i decani, i quali sorgevano<br />
ogni notte ad intervalli regolari, proprio come i numeri sul quadrante<br />
di un orologio celeste in movimento. Appare inoltre la natura autoctona<br />
del sistema di costellazioni adottato in Egitto.<br />
Per quanto concerne l’orientamento dei templi, in particolare delle Piramidi,<br />
va sottolineato l’alto grado di precisione nell’osservazione del cielo<br />
raggiunto dai costruttori egizi nel corso del 3 millennio a.C. Le Piramidi<br />
di Giza sono allineate verso la stella Thuban nella costellazione del Draco<br />
che a causa della precessione degli equinozi intorno al 2800 a.C. si trovava<br />
a soli due gradi e mezzo dal Polo Celeste Nord.<br />
9 j Astronomia Babilonese<br />
Se l’apporto egizio agli sviluppi dell’astronomia è stato assai limitato prevalentemente<br />
a causa delle esigenze troppo anguste motivate da applicazioni<br />
pragmatiche, il discorso cambia per quanto riguarda l’astronomia<br />
babilonese. L’aspetto maggiormente significativo dell’astronomia babilonese<br />
consiste nel fatto che essa si fuse con la tradizione dell’astronomia<br />
greca dopo le conquiste di Alessandro Magno. Saranno quindi gli astronomi<br />
greci a far fruttare le osservazioni del periodo babilonese di Sole,<br />
Luna e pianeti, trasformandole in modelli matematici predittivi, i primi<br />
esempi di astronomia scientifica. Questo periodo successivo alle conquiste<br />
di Alessandro è il periodo ellenistico: avremo modo di vedere come la<br />
scienza ellenistica darà frutti straordinari.<br />
Babilonia, la prima metropoli nella storia umana, fu dal II millennio<br />
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