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LE IDEE DELL'ASTRONOMIA

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Il tentativo di Boezio 73<br />

Figura 3.2 j Nave Bizantina della fine dell’XI secolo armata di Fuoco greco. Madrid,<br />

Manoscritto Skylitzes, (XII secolo.) (Wikimedia Commons; user Gun Powder Ma)<br />

E’ verosimile che questa misteriosa tecnologia derivi degli studi della chimica<br />

del periodo ellenistico. Questi studi vengono solitamente classificati come “alchimia”,<br />

tuttavia la prima documentazione esistente riguardante ciò che si designa<br />

con alchimia risale agli scritti di Zosimo di Panopoli un alchimista del IV<br />

secolo d.C. Con tale termine si intende una tradizione sincretica che comprende<br />

filosofia naturale greca, magia egizia, riferimenti alle religioni ebraica e cristiana,<br />

procedimenti chimici empirici. Ma all’epoca di Zosimo la scienza ellenistica<br />

era ormai scomparsa e sostituita da filosofie irrazionalistiche. Ben poco è rimasto<br />

delle opere più antiche e i tentativi di ricostruzione della chimica ellenistica<br />

sono resi difficili dal confluire di essa nell’alchimia dei secoli successivi intrisa<br />

di connotazioni esoteriche. E’ lo stesso percorso seguito anche dall’astronomia<br />

che decade al livello di strumento dell’astrologia. Qualche indicazione si<br />

può però trarre dai papiri ritrovati. Nel papiro di Leyda risulterebbe che i chimici<br />

alessandrini dovevano avere almeno in parte chiaro il concetto di acido.<br />

corpi più pesanti cadano più in fretta e descrive l’esperimento che è stato<br />

a lungo attribuito a Galileo Galilei (1564–1642) e al suo precursore Stevino<br />

(1548–1620): lasciando cadere insieme corpi di diverso peso, questi raggiungono<br />

il suolo contemporaneamente. Tale circostanza lo ha fatto apparire<br />

un precursore, rispetto ai due scienziati moderni, sulla strada della<br />

comprensione e dell’affermazione del significato del principio di equivalenza,<br />

in realtà la sua fonte è con ogni probabilità Ipparco. Essendo questi l’ulwww.nostronomics.com

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