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LE IDEE DELL'ASTRONOMIA

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Il tentativo di Boezio 71<br />

di medicina. Fu celebre in tutta Europa durante il medioevo, in particolar<br />

modo per gli studi legati alla sfera femminile.<br />

All’attività degli amanuensi si lega il personaggio romano Flavio Magno<br />

Aurelio Cassiodoro (490–583), che fondò a Squillace, in Calabria, il<br />

monastero di Vivario dedicato allo studio e alla scrittura. Qui istituì uno<br />

scriptorium per la raccolta e la riproduzione di manoscritti, modello a cui<br />

successivamente si ispirarono i monasteri medievali. Quello di Vivarium è<br />

il primo scriptorium di cui si abbia precisa testimonianza storica. Faceva<br />

parte del complesso monastico costruito da Cassiodoro nel VI secolo. Da<br />

persona colta qual era, Cassiodoro, nelle sue Istituzioni, raccomandava la<br />

più grande cura nella trascrizione dei testi sacri. Ma neppure dimenticò,<br />

forse proprio per la sua educazione classica, di far copiare testi di autori<br />

pagani. Alla veneranda età di 92 anni Cassiodoro redasse il trattato De<br />

orthographia. Il centro scrittorio fu attivo almeno fino al 630.<br />

Bisogna tuttavia considerare la composizione del capitale letterario che<br />

i Benedettini potevano avere a disposizione da ricopiare negli scriptoria.<br />

Questo era essenzialmente proveniente dalla tradizione tardo imperiale<br />

che, come abbiamo visto, era del tutto estranea al pensiero scientifico, anzi,<br />

in oltre un millennio, la romanità non aveva prodotto un solo matematico.<br />

Quindi in Occidente non esistevano copie in latino di Archimede, Euclide,<br />

o Ipparco, ma solamente dei commenti divulgativi, come nel caso di<br />

Cleomede e della suo opera Coelestia che abbiamo considerato a proposito<br />

di Eratostene. Per quanto il Monachesimo benedettino abbia contribuito<br />

alla sopravvivenza della civiltà non poteva salvare quello che non aveva<br />

ricevuto in eredità, cioè la scienza ellenistica. Ma nelle regioni orientali di<br />

quel che un tempo fu l’Impero Romano le cose andranno diversamente.<br />

Nella prima metà del VI secolo si ebbe infatti nel mondo bizantino un<br />

certo risveglio di interesse verso la scienza ellenistica. Tra gli esponenti<br />

maggiori vi sono Simplicio (c. 490–c. 560), Giovanni Filopono (490–570),<br />

Eutocio (c. 480–c. 540), Antemio di Tralle (c. 474–534) e Isidoro di Mileto<br />

(442–537), tutti allievi di Ammonio di Ermia (440–523). [9] Eutocio scrisse<br />

un commento ad alcune opere di Archimede ed Apollonio. Giovanni Filipono<br />

si interessò di matematica e scrisse un’opera sull’astrolabio. Criticando<br />

la spiegazione aristotelica che attribuiva il moto all’effetto dell’aria,<br />

individuò la causa del movimento in una vis cinetica posseduta ad esempio<br />

da una freccia al momento del lancio. Filopono, autore di scritti che<br />

furono all’origine della teoria medievale dell’impeto, è noto soprattutto<br />

come commentatore di Aristotele, al pari di Simplicio. Isidoro di Mileto fu<br />

un architetto ed assieme ad Antemio di Tralle progettò la basilica di Santa<br />

Sofia a Costantinopoli; pubblicò un’edizione delle opere di Archimede e<br />

scrisse dei commenti ad Erone.<br />

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