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Untitled - scienzaefilosofia.it

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STORIA Massimo V<strong>it</strong>torio, L’intelligenza è evoluzionequel corpo reagisce. L’osservatore è parte di ciò che è osservato;l’osservazione modifica ciò che si osserva; le condizionidell’osservazione influenzano ciò che si conosce. Gli atticonosc<strong>it</strong>ivi sono operazioni che modificano, trasformano emanipolano in qualche modo gli oggetti conosciuti. Alcaro, seppurragionando sul principio di indeterminazione, delinea alcuneimplicazioni filosofiche rilevanti che valgono come “istruzioniper l’uso” dell’intelligenza; egli afferma:1) che gli atti conosc<strong>it</strong>ivi sono operazioni che modificano,trasformano e manipolano in qualche modo gli oggetti conosciuti; 2)che “l’osservazione gioca una parte necessaria in ciò che si conosce”,cioè è “un coefficiente” di ciò che viene conosciuto; 3) che unadescrizione esatta della realtà e “un’anticipazione matematica” delfuturo non sono possibili; 4) che “la ricerca della certezza per mezzodel completo possesso mentale di una realtà immutabile” deve esseresost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a “dalla ricerca della sicurezza per mezzo di un controlloattivo del corso mutevole degli eventi” 10 .La s<strong>it</strong>uazione influenza l’osservazione e, così, la mia conoscenza.Una cosa è la mappa; ben altra il terr<strong>it</strong>orio. Il mondo come loconosciamo è il nostro mondo, come noi lo costruiamo. E lacostruzione dipende dalla s<strong>it</strong>uazione, cioè da come e da dove siamos<strong>it</strong>uati. Noi siamo dove siamo cresciuti, gli incontri fatti equelli ev<strong>it</strong>ati, i libri letti e quelli solo comprati, le ideesostenute e quelle accantonate, i pensieri notturni e i sognidiurni. Noi siamo la nostra storia. Ma siamo anche la nostrageografia, come spiega bene il ligure Calvino:È chiaro che per descrivere la forma del mondo la prima cosa è fissarein quale posizione mi trovo, non dico il posto ma il modo in cui m<strong>it</strong>rovo orientato, perché il mondo di cui sto parlando ha questo didiverso da altri possibili mondi, che uno sa sempre dove sono illevante e il ponente 11 .Quella mostra, quella cena, quell’incontro, quella serata, quelviaggio, inclusi tutti i possibili ricordi che se ne serbano intutte le possibili età dell’esistenza, sono esperienzetecnicamente incomunicabili, per le quali non è data unapossibil<strong>it</strong>à di conoscenza ultima e defin<strong>it</strong>iva. Già ora, mentre ne10 M. Alcaro, op. c<strong>it</strong>., p. 210.11I. Calvino, Dall’opaco (1971), in Romanzi e racconti, vol. 3, Mondadori,Milano 1994, p. 91.120

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