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10 PrimoPianoSabato 7 Settembre 2013 Corriere della SeraLamaggioranzaInodiAlfano,rassicurazionisulgoverno«BenripostalafiduciainBerlusconi»TonipiùmorbididalPdl.Letta:serveun’ItaliastabileNapolitanoierialFestivaldiVeneziaAlFestivalIlpresidentedellaRepubblicaGiorgioNapolitano,88anni,salutalafolla,cheloapplaude,davantialpalazzodelCinemadiVeneziaLa Notadi Massimo FrancoIl«partitodellacrisi»cominciaatemerediesseresconfittoLentamente, le tensioni e le grida si stanno abbassando.Il tentativo di disinnescare la logica dellarissa che porterebbe alla crisi di governo forse cominciaa fare breccia nella maggioranza. L’iniziativadi giovedì del Quirinale ha trovato orecchie attentee interessate nel campo berlusconiano. E probabilmenteha anche ridato ossigeno a quanti nel Pd cominciavanoa rassegnarsi a una sequela di fallimenti chepartirebbe con la caduta di Enrico Letta e approderebbe all’incoronazionedi Matteo Renzi segretario e candidatopremier. Il nervosismo più palpabile rimane nel Pdl e siconcentra sulla riunione della giunta delle elezioni di lunedì:quella che al Senato dovrà decidere sulla decadenza delCavaliere da parlamentare. Per scongiurarla si sono susseguiteminacce e pressioni di ogni tipo.Nessuno lo dice apertamente, ma la strategia è quella diprendere tempo il più possibile: almeno per arrivare a metàottobre e archiviare i rischi di elezioni immediate. L’epilogoper Berlusconi appare segnato, dopo la sentenza di condannadella Corte di cassazione. Ma l’apertura di credito diGiorgio Napolitano nei suoi confronti sta creando un climameno diffidente. Pier Ferdinando Casini, capo dell’Udc, sostieneche concedere la grazia a Berlusconi «non sarebbeuna cosa così singolare». E aggiunge che se sarà votata ladecadenza sarà necessario «un supplemento di moderazione.Non è una decapitazione che si possa fare a cuor leggero».Laconico, il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello,ammette che il governo «sta meglio di 48 ore fa».Il presidente della Repubblica commenta con un filo diironia la sensazione generaleche la crisi possa essere evitata.«Mi fa piacere che si vedaL’interventodelQuirinaleharesogliestremistideiduefrontipiùcautiuna situazione rasserenata»dice. La verità è che la percentualedi quanti non vogliono ilcollasso della coalizione Pd-Pdl-Scelta Civica è più alta diquanto sembri. E per una seriedi motivi interni e internazionali.Il primo è che la crisi nonporterebbe alle urne, perché ilQuirinale cercherebbe di fareemergere una nuova maggioranza.E i numeri al Senato, fra transfughi e dissidenti, hannofatto capire al Pdl che l’azzardo si potrebbe tradurre inuna sconfitta disastrosa.Il vicepremier Angelino Alfano evoca questo scenario.Qualunque governo senza il Pdl «sarebbe inevitabilmentedi estrema sinistra», spiega per perorare la causa di un approfondimentodelle carte giudiziarie che riguardano Berlusconi,prima di votare la decadenza. E assicura a Napolitanoche la sua fiducia nel senso di responsabilità di Berlusconi«è ben riposta: da due anni sostiene governi non guidatiné da lui né da esponenti del Pdl». Ma forse, esisteanche una ragione più prosaica: invece di ufficializzare ilpotere di vita e di morte del centrodestra sulla legislatura,una crisi prometterebbe di mostrarne la debolezza; e perfinodi aprire qualche crepa parlamentare in un Pdl condannatoa ridiventare Forza Italia. E comunque, chi decidessedi scaricare sull’Italia i problemi giudiziari di Berlusconi,pagherebbe un prezzo proibitivo agli occhi dell’opinionepubblica italiana e a livello internazionale.L’Italia rischierebbe di andare a rotoli in una fase a dirpoco delicata. Non si tratta di puntellare Letta in quanto tale,ma un equilibrio difficile da scardinare e poi da ricostruire.Il sostegno a Palazzo Chigi arrivato ieri da Cernobbio,dove si riuniscono i vertici della finanza e dell’economiaitaliana, è figlio di questo timore. Come lo sono le garanziedi stabilità politica che al G20 di San Pietroburgo il presidentedel Consiglio si è premurato di offrire. La sproporzionefra gli ultimatum dei settori più oltranzisti del Pdl e lagravità dei problemi che il Paese fronteggia, ha spinto iberlusconiani più responsabili a suggerire prudenza al Cavaliere.In modo forse un po’ sbrigativo, il presidente delSenato, Piero Grasso, invita a occuparsi non tanto dellasorte parlamentare di una persona «ma della decadenza diquesto Paese». Purtroppo, però, le due questioni rimarrannointrecciate ancora per un po’.©RIPRODUZIONERISERVATAROMA — «Mi fa piacere chelei la veda rasserenata». Nel pomeriggioGiorgio Napolitano rispondecosì ad una giornalistache si sente di spendere unapunta di ottimismo sulla situazionepolitica e sulla stabilità digoverno.Nessuno ha davvero voglia disbilanciarsi, eppure che la situazionesia in lieve miglioramento,nella misurazione quotidiana ecostante delle ultime settimane,viene certificato dal ministrodelle Riforme Gaetano Quagliariello:«Le dichiarazioni di Napolitanosono un’apertura di fiducia,che penso corrisposta dalleader del Pdl. La salute del governoè meglio di 48 ore fa».Forse il clima non è ancora sereno,resta «variabile» come loha definito Letta pochi giorni fa.LelargheinteseIl governoL’esecutivodellelargheinteseguidatodaldemocraticoEnricoLettasièinsediatoil28apriledel2013dopoduemesidistalloduranteiqualil’exsegretariodelPdPierLuigiBersaninonerariuscitoatrovareunamaggioranzaparlamentarel ministri del PdlNelgoverno,iministridelPdlsonocinque:oltreilvicepremierAngelinoAlfanochehaladelegaagliInterni,cisonoGaetanoQuagliariello(Riformecostituzionali),BeatriceLorenzin(Salute),NunziaDeGirolamo(Politicheagricole)eMaurizioLupi(Infrastruttureetrasporti).NoveministrisonodelPd,tremontiani,unaradicaleetretecniciLa maggioranzaLamaggioranzachesostieneilgovernoècompostadaPd,PdleSc.Puòcontaresu437deputatie219senatori.UltimamentesisonomoltiplicatelevocisueventualimaggioranzealternativepronteasostenereunLettabisconl’appoggiodiparlamentari«ribelli»delM5SedelPdlEppure ieri si respirava un possibilecambio di registro. Alfano,vicepremier e ministro dell’Interno,nonché segretario del Pdle collegamento costante fra Arcoree Palazzo Chigi, ha dettoche la fiducia del Colle nel Cavaliereè ben riposta e tanto è bastatoper allontanare, almeno diun pò, lo spettro di una crisi albuio.La fiducia di Napolitano «èben riposta nel presidente Berlusconiche è il leader politicoche da due anni sostiene governiche non sono guidati nè da luinè da esponenti del Pdl. Quest’ultimogoverno in particolareè stato fortemente voluto da Berlusconimentre il leader del Pdindugiava in improbabili accordicon i grillini e faceva di tuttoper far perdere tempo al Paese»,ha riassunto il segretario del Pdl.Insomma sembra che Alfanoabbia qualche carta per rassicurareil capo dello Stato e attutirele ansie istituzionali di questigiorni. Se è anche l’annuncio diuna possibile svolta da parte delCavaliere lo vedremo nelle prossimeore. Di certo i contatti diquesti ultimi giorni hanno prodottorisultati. Che anche il presidentedel Consiglio, dalla Russia,cerca di cogliere.Al G20 di San PietroburgoLetta dice che ha registrato«molto interesse nei confrontidell’Italia, che abbia un ruolo eche ci sia stabilità». I colloquicon i leader presenti al summithanno rafforzato la convinzioneche «c’è bisogno di un’Italia stabile,politicamente, finanziariamenteed economicamente».Secondo il premier al nostro Paeseviene innanzitutto richiestastabilità e capacità «dalla logicadell’avvitamento su se stesso».Fiducia in Berlusconi, dopo ilcapo dello Stato, viene espressaanche Pier Ferdinando Casini:«Penso che Berlusconi avrà sensodello Stato e terrà fede ai propositienunciati più volte, cioètener distinte le sue vicende personalida un governo che deveessere sostenuto ampiamente,con uno sforzo di coesione nazionale».In questo quadro anche l’expremier Mario Monti traccia unpercorso senza crisi: se la decadenzada senatore «dovrà esserci»,perché «è fondamentale chesi applichi lo stato di diritto», allostesso tempo, «esistono strumentiche sono nella nostra Costituzione»,vale a dire «provvedimentidi clemenza», ha ricordato,«che non mi scandalizzereise venissero considerati». E ilpresidente del Senato, PieroGrasso, dice che il governo «deveassolutamente andare avantiper realizzare il programma:«Preoccupiamoci di più delladecadenza del Paese che di quelladi una persona».Marco Galluzzo©RIPRODUZIONERISERVATA«Climapiùsereno?Mifapiacerechelavediatecosì»DAL NOSTRO INVIATOVENEZIA — «E allora, presidente, dopo il suo ultimo interventola situazione politica sembra rasserenata…». Ha i toni assertividi chi vede già quasi sgombrati gli scenari di crisi, la domandache i cronisti pongono a Giorgio Napolitano nella sua primauscita pubblica dopo la ritirata ma assai poco riposante pausad’agosto. Il capo dello Stato alza il sopracciglio con un’aria tral’incredulo e il benevolo — come di uno che tra sé pensa«benedetta gioventù» — e replica: «Mi fa piacere che lei la vedarasserenata, mi fa piacere… arrivederci». È l’unico, garbato elaconicissimo, cenno all’attualità che si concede all’indomanidel suo stop alle minacce del Pdl di far cadere il governo se nonsarà sciolto il nodo della decadenza di Berlusconi. L’unicarisposta possibile, in queste ore di asfissiante pressing che loobbliga a pesare le frasi fino alle virgole, per evitarefraintendimenti interessati o aspettative fuori misura.Il retroscena Iministripdlhannoavvisatol’expremier:«Inumeriperunnuovoesecutivo?Lihannogià»Dagliex5StellealgruppodiTremontiIpossibili«aperturisti»perunLettabisIIpersonaggiFuoriuscitaFabiolaAnitori,51anni,halasciatoilgruppodei5Stelleil28giugno,alcunigiornidopol’espulsionediAdeleGambaro (BlowUp)ROMA — «Vede, la politica è fatta difondamentali. E se i fondamentali sono alloro posto, di quello che succede in superficieci interessa molto poco». Alle 4 diieri pomeriggio, in una pausa dei lavori diMontecitorio, il deputato del Pd GuglielmoVaccaro si concede una macedonia allabuvette. Per quanto sia poco conosciutoal grande pubblico, Vaccaro è uno degliuomini più vicini a Enrico Letta. «Si fididi me», dice sfoderando un sorriso chevale più di mille parole, «adesso i fondamentalisono davvero al loro posto». È ilpiccolo segnale dietro cui si nascondequella possibile «grande verità». La stessache nelle ultime ore anche i ministri delPdl hanno comunicato a Silvio Berlusconi.Dicendogli che sì, «se ce lo chiedi noici dimettiamo subito. Ma i numeri per unnuovo governo al Senato non li devonotrovare. Ce li hanno già». E non sarebberonumeri ristretti se è vero che, sull’assetra Palazzo Chigi e il Colle, sono tutti convintiche né Letta né Giorgio Napolitanovedrebbero con favore una nuova maggioranzache si reggesse sulla stampelladei quattro neosenatori a vita. Uno scenarioche anche Gianni Letta avrebbe illustratol’altro giorno al Cavaliere. Lostesso che Renato Schifani, nell’intervistarilasciata due giorni fa a Radio anch’io,avrebbe adombrato parlando per laprima volta di un Pdl «pronto all’opposizione»,altro che elezioni anticipate.A Palazzo Madama, dove il conto allarovescia verso la riunione della giuntaper il Senato sembra correre molto piùlentamente, adesso ci sono 321 senatori.Tolto il presidente che non vota, la cifrascende a 320 e il quorum per la maggioranzaè fissato a 161. Se il Pdl provasse astaccare la spina, di fronte a un nuovoincarico Letta partirebbe da 138 voti sicuri.I 108 del Pd, i 20 di Scelta Civica e i10 del gruppo «Per le autonomie», in cui«Responsabile»DomenicoScilipoti,56anni,nel2010lasciòl’IdvperiResponsabilichesalvaronoBerlusconinel2010.ElettosenatoreconilPdl,hadetto:«Nonpossiamopermettercidiandarealvotoora.Saròresponsabile»(A3)

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