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31La Val Mairacon le sue chieseaffrescate, i reticolatidella guerrae il ricordo ancoravivo dei partigianiAnni ’30Due giovani donne negli abititradizionali della Val Mairain un’immagine scattatanegli Anni Trenta (Alinari)tevano dalle malghe alte», spiegaBruna Sardi, che a Macra, in mediaVal Maira, gestisce una pensioneassieme al padre Jack. Unasera d’estate, mentre lui raccontail giorno del suo reclutamentoda «bocia» diciassettennenelle brigate di «Giustizia e Libertà»,dopo lo sfascio del regimel’8 settembre 1943, Brunad’impeto regala «I Sentieridella Libertà», un volumettodi escursioni nella provinciadi Cuneo, che furono teatrodi episodi della Resistenza.Un altro libretto sta nel suo ufficioed è indispensabile per il visitatore.Si chiama «Le Chiese diMistà»: la compilazione dei tesoriromanico-gotici nelle più celebriDa vedereLa mappadella ValMaira, vallealpina inprovincia diCuneo cheprende ilnome daltorrenteMaira. Lacrocefissionedi HansClemer e unafoto d’epocadegli acciugaitra le valli occitane. Da non perderegli affreschi nella chiesetta di Elvadel pittore fiammingo Hans Clemer,invitato a nel 1492 dall’illuminatoMarchese di Saluzzo FedericoII. Per muoversi sul territorio nellabassa e media valle tra mulattierepartigiane e affreschi religiosi lostrumento migliore è «Chaminar enVal Maira» di Bruno Rosano, unacartina geografica super dettagliatain scala uno a ventimila che è invendita nelle edicole e librerie locali.Vi è evidenziata la rete lunga oltre120 chilometri di «percorsi occitani»ormai nota in tutto il mondoper i suoi collegamenti tra anticheborgate, villaggi abbandonati, eremie monasteri affrescati, tutti raggiungibilicon anelli a piedi che vannodalle tre alle otto ore e attrezzaticon posti tappa dove mangiare edormire da primavera a tardo autunno.Tanti scelgono proprio di venireMAPPA DI ANTONIO MONTEVERDIArte e antichi mestieriIl filmIn Val Maira è ambientato il film «Ilvento fa il suo giro» diretto nel 2005da Giorgio Diritti. Il titolo riprende unproverbio occitano, col significato di«tutto ritorna». Si tratta di un film inlingua italiana, occitana e francese;queste ultime sono sottotitolate initaliano. Protagonisti della pellicola laValle Maira, una delle valli occitane dellaprovincia di Cuneo, e il paesino diUssolo, frazione di Prazzo situato aquota 1.300 metri. Nel film non vienecitato il nome reale del paese; si fainvece riferimento a Chersogno, nome difantasia, probabilmente ispirato dalvicino monte Chersogno. Parte degliattori sono abitanti del luogo.I dipintiA Elva si trovanobellissimi dipinti diHans Clemer, dettoMaestro d’Elva,vissuto a cavallo fra1400 e 1500. Fuesponente dellapittura goticofiamminga.Nellachiesa parrocchiale diElva c’è un suo ciclo diaffreschirappresentanti scenedella vita di Maria euna maestosaCrocifissione, databileal 1493 (nella foto a sinistra)Antichi mestieriNel 2010 è nata la Confraternita degliAcciugai della Val Maira(confraternitadegliacciugai.it) per ricordareun antico mestiere nato dal commerciolungo la via del sale, che permetteva diportare nelle valli piemontesi leacciughe, dando a quei luoghi isolati econ poche risorse, un mezzo perassicurarsi la sopravvivenzain media valle tra metà settembre efine ottobre per godere dei colori autunnali.Il tour dello Chambeyron è invececonsigliato a piedi da fine giugnoai primi di ottobre. Dal bivacco Sartoreraggiungere il colle Sautron(2.719 metri) è un gioco da ragazzi.Vi si arriva in meno di un’ora. Daqui seguono una breve, ripida discesaper morene e una netta svolta sulladestra verso gli ampi valloni cheportano prima al colle della Portiolettae poi quello del Vallonet. L’ambienteè austero, si cammina tra irtepareti rocciose, nevai e prati verdicostellati di laghetti blu intenso alimentatida decine di torrenti. Anchequi sono visibili i fortini e ibunker costruiti dopo la primaGuerra Mondiale e ora in totale statod’abbandono, ma sono tutti francesi.Infine una dolce discesa portaalle pinete sotto i duemilametri e al rifugiofrancese a quota 1.886:un’antica locanda fattadi muri spessi, finestrelleincassate e pavimentidi legno scuro.Il giorno dopo occorresalire in circa due oreal rifugio del Club AlpinoFrancese custoditodello Chambeyron (incaso manchi il guardiano,il locale invernale èsempre aperto, ben fornitoe spazioso). Latraccia è ben segnata,difficile sbagliare anchecon nebbia. Le cosesono invece un pocopiù complesse sulleampie gobbe morenicheche adducono alcolle Gippiera, che coni suoi 2.930 metri rappresenta laquota più elevata dell’intero anello.Anche qui il terreno è puntellato dilaghi. Tanti salgono dalla Franciaanche solo per ammirare il «Lac desNeuf Couleurs» circondato da arditecime di tipo dolomitico. Una particolaritànelle Alpi occidentali, doveil granito e lo gneiss dominanoquasi sempre incontrastati. Il collesegna il rientro in territorio italiano.Cento metri sotto si trovano illago di Vallonasso e il Bivacco di noveposti dedicato a Beppe Barenghi,morto 34enne durante una spedizionehimalayana del Cai sul MonteApi nel 1954. Scivolò nelle acque gelidedi un fiume e il suo corpo nonfu mai più trovato. Quando nonghiaccia, di fronte al bivacco si trovauna fontana. Per tornare a Chiapperasono adesso necessarie altredue o tre ore. Una camminata in discesaripida nell’ultima parte, sempreaddolcita dal panorama sull’interaVal Maira.Lorenzo Cremonesi© RIPRODUZIONE RISERVATAOspiti celebriGiulianoVibilio (fotoSabadin/Vision)e WoodyAllen confamiglia sullaterrazzadel Grittiricorda Vibilio —. Nel tardopomeriggio, all’ora dell’aperitivole signore scendevano inlungo, gli uomini in abito scuro».Eleganza d’altri tempi.«Eppure, oggi, c’è chi si lamentaperché alcuni clienti vestonoin modo inadeguato. Giusto.Ma se intervengo, devofarlo con tatto, magari conuna battuta», dice il concierge.Che, da par suo, è impeccabile:pantaloni grigio-neri, giaccanera lunga, gilet bianco, cravattanera «fermata» da unaperla.Chef concierge dal 2009(guida una squadra di 10 collaboratori),Vibilio ha fatto carrieradentro il Gritti dove fu assuntonel 1969, come lift, cioèil ragazzo in guanti bianchi addettoall’ascensore. Fu, allora,che vide arrivare CharlieChaplin e famiglia. «Era giàvecchio e malandato. Appenasceso dal motoscafo, chieseuna sedia. C’erano giornalistiovunque. Un assedio, non fupossibile trattenerli». Dopo unpaio d’anni, il giovane Giulianopassa al servizio commissioni.«Fondamentale — spiega—. Giravo per Venezia comeuna trottola, recapitandocose, cercandone altre, secondoi desideri degli ospiti. Unavolta, impazzii per tre giornidietro agli zoccoli da giardinaggio,identici a quelli che lasignora americana aveva acquistatotre anni prima in città.Ne voleva un altro paio manon ricordava il negozio e sullecalzature usate non c’era alcunascritta o segno di identificazione.Alla fine, ce l’ho fatta».Vibilio, diventato poi conciergee capo concierge, potrebberaccontare mille episodi(stravaganze, capricci, abbandoni)attorno alla clientelaluxury. Che paga molto ed esigetanto. Rammenta, per esempio,un vezzo della principessaMargaret d’Inghilterra che «volevai cubetti di ghiaccio fatticon l’acqua di Fiuggi». «WoodyAllen era un tipo piuttostoriservato — continua —. Apprezzavala buona cucina echiedeva sovente consigli suiristoranti». Gianni Agnelli, invece,non ammetteva che altri,se non il suo maggiordomopersonale, gli preparasse il bagno.Ancora: «Non posso dimenticareun certo misterFrank, di cui mi sfugge il cognome,che faceva acquistareogni giorno un mazzo di roserosse. A una a una le regalavaalle signore dell’hotel. Inoltre,adorava tagliare di netto il colloalla bottiglia di champagneanziché farla stappare». E unasera Paolo Villaggio si proposesoccorrere il portiere, impegnatoin una sfinente conversazionetelefonica con una ladyche chiamava dalla camera.Incontri«Woody Allen? Moltointeressato alla buonacucina. La donna piùbella? la Kidman»«Passala a me — mi disse — Ledomando io che cosa vuole».«Roger Moore, ex 007, era unsimpatico mattacchione, moltoalla mano — confida Vibilio—. Riservatissimo Giulio Andreotti,ottimo cliente, comemolti politici. Al Gritti sonopassati tutti. Da Prodi a Berlusconi.Il cavaliere, però, fu nostroospite parecchi anni fa, primadi scendere in campo». Ricordala vedova di Igor Stravinsky(sepolto a Venezia), signoradi gran classe; e Indro Montanelli,intento a raccontare «diquando fu ferito dalle Br».La clientela di oggi? «Straniera.Americani, inglesi, maanche sauditi, russi, turchi.Gli italiani non superano il 10per cento». «Il cliente, famosoo meno, è sacro — puntualizzaVibilio —. Sia che mi chiedadi organizzare una gita in Laguna,di prenotare un aereo odi trovare il luogo più romanticodi Venezia per la propostadi matrimonio alla fidanzata».Succede ancora? «È un’abitudinericorrente tra le coppie americane».La donna più bella,ospite del Gritti? Ci pensa unattimo, poi va deciso: «NicoleKidman».Marisa Fumagalli© RIPRODUZIONE RISERVATA

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