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Corriere della Sera Sabato 7 Settembre 201329ControcopertinaUomini e donneda cui scappareViaggiAlpi Occitane, le vallidove il tempo non passaModaBottega Venetae la prima MaisonTecnologia4K, il televisoreche non c’eradi S. Colombo e G. Manindi Lorenzo Cremonesidi Matteo Persivaledi Marco LetiziaTempi liberiStili di vita, viaggi, tecnologia e benessereScelte di vita70 55per cento delle aziende agricolecondotte da under 35 operanoin attività multifunzionali:dall’agriturismo alle fattoriedidattiche, dalla vendita diretta deiprodotti alla loro trasformazionePalermoAnnamariaMusotto, 28 anni,palermitana.Avvocato, ètornata alavorare la terraFasanoChiara DeMiccolis,pugliese, 35anni: producecosmetici conil suoextravergined’olivaper cento dei giovaniimprenditori agricoli ha scelto ilproprio mestiere esclusivamenteper passione. Lo diceun’indagine della Coldirettie Swg, realizzata quest’annoGiovanicontadinidi CORINNA DE CESAREAnnamaria ha sentito il richiamouna mattina d’estate,quando è tornata dallanatia Sicilia con un vololow cost ed è entrata nelsuo appartamento milanese dove laaspettava Nike, la sua gatta. In due giorniha svuotato casa, salutato gli amici emesso nel cassetto la laurea magistralein giurisprudenza e le ambizioni da notaio.Destinazione Pollina dove ora, daun anno e mezzo, coltiva la manna. Acasa di Chiara, 35 anni, pare essere unvizio di famiglia: suo padre prima, lei esuo fratello vent’anni dopo, hanno preferitol’agricoltura alla carriera. Idemper Roberto, 33 anni, laureato al politecnicodi Torino in ingegneria meccanica.Anziché andare a lavorare alla Fiatcome tanti suoi compagni di studi, hapreso in mano le redini dell'azienda difamiglia trasformandola in un'impresaagricola multifunzionale.No, la crisi non c’entra niente. Perquesti ragazzi è stato il richiamo dellaterra a trasformare le loro vite. A passolento è in atto un processo di rinnovamentonell’agricoltura italiana:35anniIn Italia, secondo i datiColdiretti, sono 58.663le aziende agricoleguidate da giovaniunder 35un’azienda su tre è nata negli ultimi diecianni e molte di queste imprese sonogestite da giovani. Secondo un’elaborazioneColdiretti su dati Swg, sono ben58.663 le aziende agricole guidate daunder 35. Di queste, circa il 70% operain attività multifunzionali: si va dall'agriturismo alle fattorie didattiche, dallavendita diretta dei prodotti tipici allatrasformazione aziendale del latte informaggio, dell'uva in vino, delle olivein olio. Prodotti che d’ora in avanti potrannoessere venduti senza complesseprocedure burocratiche.Il recente decreto del fare ha infattisemplificato non solo l’avvio dell’attivitàagricola, ma anche la commercializzazionedei prodotti che potranno esserevenduti (e consumati) più facilmente.Oltre alla vendita diretta, il decretofacilita anche la «somministrazione»:dal produttore al consumatore sarà possibilel’acquisto e la consumazione inloco, a contatto con la natura. Come hascelto la sua vita Annamaria Musotto,28 anni di Palermo. La famiglia ha treettari e mezzo di terreno dove produceagrumi, olio, miele e manna. Ma lei aRobertoMoncalvo,33 anni,mentre lavoracon la sorellaDaniela19 anni ha deciso di andarsene al Nord.«Mi sono trasferita a Milano per studiaregiurisprudenza e così ho fatto —racconta divertita al telefono mentre ricordagli anni dell’università —. Hoconseguito la laurea triennale, poi laspecialistica e non mi sono mica fermata.Ho fatto pratica legale, sono diventataavvocato e infine ho seguito i corsinotarili per il concorso nazionale». Epoi? «Poi nel 2011, a fine maggio, sonotornata in Sicilia e ho trascorso un bellissimoweek end in campagna. C’eraun’esplosione di colori incredibile chemi riportava ai ricordi più belli dellamia infanzia. Il lunedì sono tornata aMilano con il cuore a pezzi, ho messo lachiave nella toppa del mio appartamentoe dopo dieci minuti ero al telefonocon mio padre. "Papà io torno a casa"».Il mercoledì Annamaria era già a Palermo.E oggi, dopo due anni, si dedica allacoltivazione dellamanna, la linfa estrattadalla corteccia del frassino.«Un dolcificante naturalea basso contenutodi glucosio e fruttosio»ci tiene a specificarelei. Nel periodo di raccoltala sua sveglia èpuntata alle 4 del mattino.«Ma devo ancora imparare molto»sottolinea. Rimpianti? «Nessuno, anchese la gente non ci crede e mi prendeper matta».Nella famiglia di Chiara De Miccolis,pugliese, 35 anni, sono invece tutti abituatia questi cambi repentini di rotta.«Mio padre era un ufficiale dei carabinieri— spiega Chiara — ma a un certopunto ha lasciato l’Arma e ha deciso dicomprare una masseria del 1600». Cheora è diventata un’azienda agricola a tuttigli effetti dedita, tra le altre cose, allaproduzione di olio extravergine di oliva.Chiara sei anni fa ha seguito le ormepaterne. «Avevo uno studio di graficaeditoriale che mi dava anche un bel po’di soddisfazioni. Ma non riuscivo a nonoccuparmi della masseria quindi finivasempre che facevo il doppio lavoro —sottolinea —. Alla fine ho deciso di dedicarmianima e corpo ai nostri prodotti eAgriturismiIl Decreto del faresi è ricordatodi loro: nascono gliagriturismi «leggeri»la stessa cosa ha fatto mio fratello avvocatoche nel frattempo aveva avviatouno studio legale». Tutti a Pezze di Greco,pochi chilometri da Fasano, doveChiara si occupa dell’agriturismo e deicosmetici naturali realizzati con l’olioextravergine dei suoi ulivi secolari.«Mi sono accorto che i miei valorinon coincidevano con quelli di unaclassica azienda dove devi timbrare ilcartellino» spiega con semplicità RobertoMoncalvo che oggi porta avanti lasua piccola impresa agricola a SettimoTorinese con la sorella Daniela e i rispettivicompagni. Quindici ettari diterreno dove si fa ortoterapia, inserimentolavorativo per ragazzi portatoridi handicap e dove Roberto produce lattuga,cicoria, pomodori, melanzane.Prodotti venduti al dettaglio, anchecon consegna a domicilio. E pensareche fino a qualche anno fa, la sua stradasembrava destinataall’ingegneria. «Avevola passione per la meccanica— spiega — e dopola maturità mi sonoiscritto al politecnico».Gli studi di Roberto siconcludono con successo:110 su 110 con unatesi sui cambi robotizzatie un’offerta di lavoro nell’azienda incui aveva svolto il tirocinio. Ma il tarlodell’agricoltura aveva già iniziato a scavare.«Mia mamma produceva cerealisu questo piccolo terreno di famiglia,ma di anno in anno le cose andavanodi male in peggio. Avevamo iniziato aragionare su una svolta e sulla possibilitàdi dedicarmi a quest’attività. Poi unincidente stradale ce l’ha portata viaper sempre». Da quel momento i dubbisono diventati certezze. «Ho deciso diinvestire tutto su quest’attività — precisaRoberto — puntando sull’ortofrutta:abbiamo rinnovato e attivato ancheuna cooperativa agricola». Ai momentialti si contrappongono ovviamente anchei bassi, soprattutto dal punto di vistaeconomico. «Ma la mia più che unascelta è stata quasi un’esigenza — sottolineaRoberto — un richiamo».L’agricoltura stacambiando. Le storiedi chi ha lasciato carriereda avvocato o ingegnereper lavorare la terra«E la crisi non c’entra»© RIPRODUZIONE RISERVATA

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