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6 PrimoPianoSabato 7 Settembre 2013 Corriere della SeraSiriaL’iniziativaMilioniperildigiunoconFrancescoAderisconouominiedonnedituttelefediediogniprovenienzaAlfano«Prontiadaccogliere16milarifugiati»L’Italia può accogliere finoa 16.000 profughi chedovessero arrivare nelnostro Paese per sfuggirealla guerra in Siria. Adassicurarlo è il ministrodell’Interno AngelinoAlfano che ieri haconvocato a Siracusa iprefetti siciliani. Secondo idati aggiornati a ieri,dall’inizio dell’anno sono6.920 gli stranieri approdatisulle coste siciliane.«Faremo un più celereesame delle domande diprotezione internazionalerafforzando le commissioniterritoriali - ha detto Alfano- e amplieremo il sistemaSprar, cioè della protezionedei richiedenti asilo con unpotenziamento ulterioreche porterà a 16 mila ilnumero dei soggetti chepossono essere accolti inambito nazionale».©RIPRODUZIONERISERVATACITTÀ DEL VATICANO — «Ilprimo digiuno è quello di nonmangiare gli altri». Un grandeteologo e biblista come il padregesuita Silvano Fausti arrivasubito all’essenziale. Milioni dipersone si preparano ad aderireoggi alla giornata planetariadi «preghiera e digiuno» per lapace «in Siria, in Medio Orientee nel mondo intero» che dalle19 alle 23 avrà al centro la vegliain San Pietro e la meditazionedel Papa. Bergoglio si èrivolto anche ai cristiani noncattolici, ai fedeli di altre religionie ai non credenti, fioccanole adesioni da tutto il mondoperché «la pace è un beneche supera ogni barriera, unbene di tutta l’umanità» comeripeteva ieri il Pontefice attraversoil profilo Twitter @Pontifex:«Una catena di impegnoper la pace unisca tutti gli uominie le donne di buona volontà!».Ai responsabili di Sant’Egidioieri ha confidato: «Nonè una mia idea, me l’ha ispiratail Signore nella preghiera».Non si tratta semplicementedi non mangiare né può esistereuna casistica delle cose dafare. «Il digiuno è sempre simbolico,è una purificazione —spiega padre Fausti — i nostricinque sensi ingurgitano tutto,si tratta di digerire e creare unospazio di interiorità, di trovareConilPonteficeLeaderortodossoBartolomeo,PatriarcaecumenicodiCostantinopoli(Ap)Mufti sirianoAhmadBadreddinHassou,GranMuftisunnitadiSiria(Ap)in sé la propria libertà interiore,di non divorare ma entrarein una relazione corretta e liberacon le cose e con gli altri: ciascunodecide in coscienza ciòda cui astenersi, le cose che lorendono schiavo o con le qualirende schiavi gli altri...».Un gesto forte, per la Chiesa,che dice tutta volontà di trovareuna «soluzione politica» e lapreoccupazione per «ogni vanapretesa militare» (come scrivevaFrancesco a Putin e a tutto ilG-20, «troppi interessi di parte»hanno impedito «l’inutilemassacro cui stiamo assistendo»)e un’escalation di guerraoltre la Siria. Una preoccupazioneripetuta ieri dall’arcivescovoPietro Parolin, appenanominato dal Papa Segretariodi Stato (entrerà in carica il 15ottobre) ed esperto del MedioOriente: «Sono in gioco l’equilibriodel mondo, la convivenzapresente e futura di varie religionie dei grandi gruppi etnici».Al settimanale della suadiocesi di Vicenza ha spiegato:OlimpionicaLanuotatriceFedericaPellegrini,25anni«O andremo verso un mondonel quale sapremo integrare lenostre differenze e farne occasionedi crescita, o andremoverso la guerra totale». Lo diceanche il «ministro» degli EsteriVaticano, l’arcivescovo DominiqueMamberti: «Se la violenzacontinua, non si avrannovincitori, ma solo sconfitti».Anche un’autorità dellaChiesa ortodossa come il Patriarcaecumenico di Costantinopoli,Bartolomeo, ha raccoltol’appello del «fratello in Cri-sto, papa Francesco». Tra le altre,significativa l’adesione diAhmad Badreddin Hassou, ilGran Mufti sunnita di Siria.Ciascuno decide in coscienza,al di là dalle appartenenze. Nelgoverno italiano, per dire, parteciperannocattolici come ilministro della Difesa MarioMauro e, in forma indiretta,una laica comeil ministro degliEsteri Emma Bonino:«Aderisco alla iniziativaradicale», spiega,ovvero ai tre giorni disciopero della famevoluti da Pannella «asostegno del digiunoproposto da papa Francescoper la Siria».Il panorama è vario,ci sono pure campionidello sport come FedericaPellegrini. La Chiesa èmobilitata in tutto ilmondo, un miliardo eduecento milioni di fedeli,dalle diocesi ai religiosie alle 700 mila suore cuisono state chieste preghierespeciali. In San Pietro si cominceràrileggendo il testodell’Angelus di domenica:«Guerra chiama guerra! Scoppila pace! Mai più la guerra!». Lepreghiere per la pace di quattroPapi — Pio XII, Giovanni XXIII,Giovanni Paolo II e BenedettoXVI — si alterneranno a letturebibliche e preghiere, da Isaia(«Spezzeranno le loro spade ene faranno aratri») al Te Deum.Gian Guido Vecchi©RIPRODUZIONERISERVATAL’intervistaIlgrandearchitettoricordacomeilpacifismosiainnervatonellasuastessabiografiaecomesialegatoall’ideadisapereRenzoPiano:«DalaicoseguoilgestodelPapaLapaceècomeunacittà»IlsuoprimoattopoliticodasenatoreavitadiALDOCAZZULLORenzo Piano risponde al telefono,in una pausa del viaggio tra Atene eParigi. Ha annunciato che il suo primogesto politico da senatore a vitasarà aderire oggi al digiuno per la pacedi papa Francesco.Perché,senatorePiano?«Guardi, io sono del settembre del1937. Sono nato nella guerra. E’ scoppiatache avevo due anni, è finita chene avevo quasi otto. La guerra mi hasfiorato, l’ho vissuta da bambino protetto;ma quando la guerra entra tra lecose vissute, si cresce con il pacifismo.Lo hai dentro. Non è insegnato,ma innato. Poi l’ho coltivato con imiei incontri, con le persone che hoincrociato».Qualipersone?«Fabrizio De André parlava il linguaggiodella poesia e della musica: laguerra di Piero, Andrea “ucciso suimonti di Trento dalla mitraglia”. FernandaPivano veniva spesso a trovarmi,mi parlava del pacifismo americano,della sua amicizia con GinoStrada, del progetto per l’ospedale inUganda. Quando ascolti tutte le voci,diventi un pacifista vero. E capisci cheun pacifista parla sempre un linguaggiodi pace. Non usa mai il linguaggiodella violenza».L’auspicio del Papa è senz’altrocondivisibile. Ma in Siria la guerrac’ègià.Sitrattadifermarla.«Appunto: non fai la pace facendola guerra. La guerra si combatte con laconoscenza. Parlarsi, confrontarsi,capirsi. Se questo non basta, ci sonoConiltempohocapitocheilmigliorantidotoallaguerraèilsapereLapaceèun’invenzione:nonesisteinnatura,comelacittàle armi della diplomazia, delle misureeconomiche, dei servizi segreti, dellapolitica. Ma con il tempo ho capitoche il migliore antidoto alla guerra è ilsapere, quindi la scienza. Per questoho aderito a “Science for peace”, l’associazionedi Umberto Veronesi. Nonmi fido delle ideologie, tanto menodell’orgoglio nazionale. Non mi fidonemmeno delle religioni. Mi viene inmente la frase di un vecchio film:“Quando un cattivo vuol far male, mamale davvero, lo fa in nome della reli-gione”. Non è certo colpa delle varieconfessioni, ma di chi le usa comeuno strumento».Allora perché aderire al digiunoindettodauncaporeligioso?«Questo è un caso un po’ speciale.Papa Francesco parla un linguaggiolaico. Lui aggiungerà una preghiera.Noi digiuniamo e pensiamo. La miaadesione conta come quella di altrimilioni di persone. Mi limito ad aggiungereuna riflessione: la conoscenzaè la radice del pacifismo. Lascienza, che sia esplorazione lenta olucida furia, è pur sempre l’unico modoper comprendersi, per confrontarsi,per stare insieme. In fondo, il pacifismoè strettamente connesso anchecon il mio mestiere».Conl’architettura?«Sì. La pace è come una grande città.La pace è un’invenzione: non esistein natura, come in natura non esistela città. Le città sono luoghi di civiltà.C’è l’Islam delle città, dei fiumi,dei mari, dei porti, e c’è l’Islam del deserto.Allo stesso modo c’è la Svizzeradelle città e quella delle montagne,c’è l’America delle metropoli e quelladelle grandi distese dell’Ovest. Ovunque,la città è più avanti, più aperta,più civile. Ma una città, proprio comela pace, si costruisce pietra su pietra,in maniera lunga, ostinata. La cittànon si costruisce con la guerra, con ladistruzione, ma con la stratificazione,con un’opera continua e metodica.Così è la pace. Questa è la ragioneprofonda per cui sono pacifista. Nonè un moto romantico, “on the road”,hippy. Tutt’altro. E’ profondamenteArchistarRenzoPiano,75anni,architetto,appenanominatosenatoreavitaradicato, persino a livello di biografia,con un forte ancoraggio alla scienza».Senatore Piano, in Siria però èstato varcato un limite senza ritorno.Un dittatore ha fatto strage delsuo stesso popolo con i gas. Comepuòlacomunitàinternazionaletollerarequesto?«Usare i gas contro i civili è orrido,spaventoso. Si deve assolutamentefare qualcosa. L’indifferenza di fronteal male è un crimine. Ma la soluzionenon è lanciare altre bombe. Sentoparlare di guerra lampo, di armi intelligenti,di bombardamenti chirurgici:sciocchezze. Cose che non esistono enon sono mai esistite. Consideriamol’ignobile cinismo di chi usa scudiumani, e il rischio che il conflitto siallarghi. Non dico di non fare nulla,ma di farlo in un’altra maniera. Usiamola diplomazia, quella ufficiale eLamiaadesionecontacomequelladialtrimilionidipersonequella segreta. Usiamo gli strumentieconomici e finanziari di cui il mondoglobale ci ha dotati. Impariamo adiscernere, a usare l’intelligenza, acostruire la pace con lentezza e conmetodo. Bobbio diceva che l’indifferenzaè orribile, ma anche l’indipendenzaè importante».Apropositodiindipendenza:SergioRomano,difendendolasceltadiNapolitano sui senatori a vita, haespressol’auspiciochenonpartecipinoalvotodifiduciaaigoverni.Leichenepensa?«Sono troppo giovane, troppo matricolaper risponderle. La prima voltache mi sono seduto al Senato ho capitoquanto questo ruolo sia sentito, siaimportante. Ci sono grandi temi cheriguardano il nostro Paese e di cuinon si discute abbastanza, potrei oc-cuparmi di quelli. Le parole di Romanomeritano una riflessione. Dire invece,come è stato fatto, che ci faremousare, è una mancanza di rispetto. Significanon conoscere me, ClaudioAbbado con cui sono amico da unavita, quella “bestiaccia” di Carlo Rubbiae nemmeno Elena Cattaneo. Pensareche personaggi arrivati a unacerta età attraverso battaglie, se necessarioanche scontri, ubbidientementesi mettano lì ed eseguano, èdavvero offensivo. Non si preoccupinessuno: non siamo marionette. Lasciatecila nostra coscienza: il Padreternoce l’ha data, siamo arrivati aquesto punto, ci hanno dato fiducia;non saremo mai pedine in mano aqualcuno. Se domani ad esempio sivotasse l’ingresso dell’Italia in guerra,o l’acquisto di cacciabombardieri, iovado di corsa a votare no».©RIPRODUZIONERISERVATA

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