22Sabato 7 Settembre 2013 CorrieredellaSera
Corriere della Sera Sabato 7 Settembre 2013Cronache23#Nel 1941 Internati nel campo di Zonderwater, oggi s’incontrano in EmiliaL’adunataL’appellomattutino aZonderwater, inSudafrica, doveRoberto Tiberiè statoprigioniero diguerra degliinglesi. Con lui,nel campo diconcentramentosudafricano,furono internati109 milamilitari italiani(Fotogramma)SOLO A PAVIA, FINO AL 30/9, PUOI CAMBIARELA TUA VECCHIA PELLICCIA E INOLTREUSUFRUIRE DI UNO SCONTO ESTIVO DEL 20%PER ACQUISTARNE UNA DELLA NUOVA COLLEZIONEBoxe e filo spinato,i ricordi degli italianiprigionieri in Africa«Al freddo in tenda, ma mangiavamo»Il più giovane è Roberto Tiberi,«ragazzo del ’21»: 92 anni. Ilpiù maturo ne ha fatti cento loscorso 16 giugno e la tempra eragià nel suo nome: Guerrino Spada.In mezzo ce ne sono altri cinque,tutti ultranovantenni, tuttiitaliani, tutti militari al tempodella guerra. Si incrociarono 70anni fa dall’altra parte del mondo,fra le montagne sudafricanedel Transvaal, in un luogo dovenessuno avrebbe mai volutomettere piede: Zonderwater, ilpiù grande campo di concentramentoper italiani all’estero, capacedi internare 109 mila uominifra il 1941 e il 1947. Loro sonogli ex Pow, «Prisoner on war», iprigionieri della Seconda guerrafiniti fra il filo spinato degli inglesiin quel Sudafrica che avevaaccettato la cobelligeranza con ilgoverno britannico. Ebbene, questisoldati si ritroveranno oggicon qualche capello in meno equalche acciacco in più in un paesinoemiliano, Canali, dove l’associazioneZonderwater Block liha invitati per un abbraccio alquale parteciperà anche l’IstitutoAlcide Cervi di Gattatico, emblemadella resistenza e dell’antifascismo.Incontro che, a giudicaredagli occhi di Tiberi, si preannunciapieno di emozioni:«Mi scusi ma quando penso a Gigie a Glauco non ce la faccio...».Gli ex prigionieri si rivedono dopoaver attraversato vite moltodiverse: c’è chi ha diretto aziende,chi ha fatto il bidello, chi l’autistadi pullman, chi il sindaco dipaese. E, come in un romanzo diSándor Márai, rieccoli a tirare lefila delle loro esistenze ricordandogli anni verdi di Zonderwater.Raccontano storie di guerra,di battaglie, di deportazioni, disofferenze, ma anche di evasionie di «complimenti a quel colonnelloboero, Hendrick FrederikPrinsloo, che comandò il campodi concentramento con grandeumanità», dicono quasi in cororicordando che poteva finiremolto peggio dopo la cattura neiIl librettoRobertoTiberi, 92anni, mostrail documentoassegnatoglia Zonderwater,il piùgrandecampo diconcentramentoper italianiall’estero(Fotogramma)vari fronti di guerra africani: dallaLibia all’Egitto, dall’Algeria all’Etiopia.Il sergente Tiberi, un toscanodi Montepulciano trapiantato aMilano, prigioniero numero177150, partito volontario sognandoSalgari e Livingstone, hapensato subito alla fuga: «Nonpotevo rimanere a Zonderwater,nonostante si trattasse di uncampo, come dire, a misura diprigioniero: ordinato e bene amministrato.Ma io volevo la libertàe il Mozambico...». E così, unamattina, s’infilò nel furgone dellaspazzatura: «Scappai e iniziaronoper me quattro anni da fuggiascoa Johannesburg dove peròuna carta d’identità straordinaria:bianco, europeo e parlavol’inglese. Per tutti ero Robert Costa,nato a Nicosia. Feci il lattaioe l’agente immobiliare». A Tiberiandò benone. Ma per chi non riuscìa fuggire e per chi non vollegiurare solennemente fedeltà allaCorona britannica, cosa checonsentiva di poter lavorare all’esterno,andò diversamente.«Mio padre infatti disse no — ricordaEnzo Bonzi, figlio del prigionieroBruno —. Per lui ognipaio di braccia regalate agli inglesierano come un fucile in piùsulla testa degli italiani». Il suo èun bilancio meno felice: «Diecirelazioni della Croce Rossa certificaronole cattive condizioni delcampo: all’inizio vivevano in tende,al freddo, senza scarpe, pochivestiti...».I morti furono 252, 12 i suicidi,12 i folgorati dai fulmini cheentravano nelle tende attraversoi pali d’acciaio che le sostenevano.«Ma dal ’43 le tende sono diventatebaracche e si facevasport: calcio, pugilato, atletica.C’erano anche i teatri», puntualizzail novantaseienne ex caporaleSabbatino Libratti, veneto diCogollo del Cengio dove è statoanche sindaco. Mentre l’ex sottufficialeferrarese Italo Marchetti,che poi fece l’autista, ricorda i«famigerati campi in Sudan e inKenia: Zonderwater era una pacchiaal confronto. Di là c’era solopolvere e fame, di qua farina gialla,arance e un po’ di respiro».Ma il più fortunato fu il fuggitivoTiberi: «Ho perfezionato l’ingleseche poi mi è servito per dirigereaziende». L’ex Pow, cheha trovato l’associazione con Facebook,ieri stava smanettandosull’iPad: «Cerco altri prigionieridi Zonderwater».Andrea Pasqualettoapasqualetto@corriere.it© RIPRODUZIONE RISERVATABuone notizie Aiuti da tutta Italia dopo il gesto dell’anonimo benefattore milaneseGara di solidarietà per il neonato picchiatoPALERMO — Il cuore diun’Italia buona e sensibilepulsa per il piccolo Giorgio,che all’Ospedale dei bambinidi Palermo annaspa dolentefra la culla e le braccia di infermieriaffettuosi.La buona notizia delloslancio con cui un imprenditoremilanese, per sua sceltarigorosamente anonimo, hadeciso di impegnarsi per sostenerea vita le spese per curee mantenimento del piccolo,ha scosso migliaia di lettoripronti a una gara di solidarietàa favore di questo bimbodi tre mesi che rischia direstare sordo e cieco per le seviziesubite a metà agosto infamiglia. C’è chi offre il passeggino,vestiti, pannolini,ogni oggetto utile, chi vorrebbedonare dei soldi e chiè pronto a chiederne l’affidamentoo l’adozione, mentresi fanno avanti diverse struttureper la riabilitazione e iresponsabili di alcune case-famiglia.È il riflesso positivodi una storia orribile,Le iniziativeC’è chi ha offerto vestitie pannolini ma anchechi si è fatto avantiper adottare il piccolocon un padre e una madre,giovani e depressi, che avrebberosfogato i loro peggioriistinti su una creatura indifesa.Una storia da accertarenel dettaglio da un punto divista giudiziario, ma che davantia lesioni gravissime hagià provocato il drasticoprovvedimento del Tribunaledei minorenni.Patria potestà sottratta aigenitori (per il momento indagatia piede libero per tentatoomicidio) e affidamentotemporaneo al direttore sanitariodell’ospedale, il dottorGiorgio Trizzino, ieri ancorauna volta in contatto telefonicosull’asse Milano-Palermocon l’«Angelo invisibile» diMilano, per stabilire un percorsoconcordato con il commissariostraordinario dellastruttura Carmelo Pullara. Inattesa che per il piccolo Giorgiosi costruisca un percorsodi normalità, le segnalazionial Corriere continuano. Anchel’associazione «Amicidei Bambini» ha messo a disposizionedue case famiglianel Milanese.F.C.© RIPRODUZIONE RISERVATA#buonenotizieSegnala altri casi o proponi il tuoaiuto sul blog dedicato di Corriere.itSHOP ON LINE: WWW.ANNABELLA.ITPAVIA - TEL. 0382.21122 - atelier@annabella.it