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Corriere della Sera Sabato 7 Settembre 2013Cronache19L’indagine Continua l’inchiesta sul satanismo tra i ragazziBrescia Nel sangue in ufficio impronte compatibili con GrigolettoDocenteValterGiordano,il professoredella scuoladi Saluzzo(Cuneo)accusatodi avereavutorapportisessualicon allieveminorenni(Photomasi)Dal BrasileNataliaMaria Silva,madredella 29enneuccisagiovedìscorso,mentrearrivaal tribunaledi Brescia(fotodi StefanoCavicchi)Il prof di Saluzzointerrogato dal pmspera nella libertàI legali: l’accusa non reggeràDAL NOSTRO INVIATOSALUZZO (Cuneo) — Oggi l’interrogatoriodavanti al pubblico ministero,lunedì l’udienza al tribunaledella libertà. Valter Giordano, ilprofessore dello scandalo di Saluzzo,si gioca il futuro e sa bene chenon può improvvisare nulla. Dadue giorni i suoi avvocati, EnricoGaveglio e Antonello Portera, hannoa disposizione più di mille paginedell’inchiesta per violenza sessualee proprio partendo da quellecarte avrebbero individuato «passaggiche finora non erano cosìchiari e che offrono una lettura dellecose più aderente alla realtà». Insomma:secondo i legali ci sarebberomargini per una linea difensivache metta in discussione l’impiantodell’accusa, «a partire dai capid’imputazione», cioè violenza sessualecon abuso di autorità e pornografiaminorile nei confronti di dueliceali che all’inizio della relazioneerano minorenni e che oggi hannoentrambe più di diciott’anni. Ed èdi tutto questo che ieri sera i dueavvocati hanno parlato con il profNella casa famiglia che lo ospita dopola concessione degli arresti domiciliari.Nessun annuncio sullacondotta che il professore terrà oggicon il pubblico ministero CristinaBianconi. Gli avvocati hannosempre parlato di «atteggiamentocollaborativo» ma la scelta stavoltapotrebbe anche essere una scenamuta.Se invece sceglierà di rispondereuna delle domande possibili riguarderàun passato lontano nove annie la morte di Paola, una sua allievache nel 2004 si uccise e che, diceun’indagine mai approdata a provvedimentigiudiziari, «avrebbe dettoin una lettera di essere una satanista».Accennando a quelle indagininell’ordinanza per lo scandalosessuale gli inquirenti ipotizzano:«È probabile che i rapporti con Paolasiano stati simili a quelli con ledue liceali». Non è scritto da nessunaparte né risultano indizi che lorivelino ma è evidente che gli investigatorisiano convinti che le relazionicon le due studentesse non sianole uniche avute dal prof neisuoi molti anni di insegnamento.Ce ne sono state altre? E ancora: c’èqualcuno che sa di più sul legamefra il docente e la ragazza suicida?La pista del satanismo (in questiultimi anni ci sono stati altri ragazzisuicidi di cui si sta occupandol’inchiesta) è debole dal punto di vistadegli indizi ma non è chiusa enon è sconosciuta sul territorio.«Abbiamo avuto sentore di giovanisuggestionati da questo tema» confermala dottoressa Francesca Ragazzo,neuropsichiatra infantile incontatto con la scuola dello scandaloper organizzare eventuali interventidi sostegno ai ragazzi sul casodegli abusi sessuali. Ma salvo colpidi scena che chi indaga non si aspetta,sono rimaste, appunto, solo suggestioni.Giusi Fasano© RIPRODUZIONE RISERVATALa madre di Marilia«So che è stato luima io non lo odio»La donna: le diceva solo bugieVittimaMariliaRodriguesSilvaMartins,uccisa aGambara(Photomasi)BRESCIA — Sentiva che sarebbenato un nipotino, ancheMarilia era convinta che a febbraioavrebbe partorito un maschietto.Tutta la gioia dell’attesaora per lei è solo un ricordoche le spezza il cuore: NataliaMaria Silva ieri è arrivata a Bresciadal Brasile per riprenderela sua Marilia, la figlia uccisagiovedì scorso nell’ufficio dovelavorava a Gambara. Dell’omicidioè accusato il datoredi lavoro Claudio Grigoletto: laprocura è certa che l’uomo abbiaeliminato la segretaria perchéaspettava un figlio suo.Natalia, donna minuta comela figlia, gli occhi arrossati coperticon Ray-Ban fumé, nonvuole vendetta, non provaodio, ma ha una certezza granitica:«Claudio non ha confessato,ma è stato lui». Una certezzache le viene dalle ultime telefonatedella figlia. «Sono statala prima a sapere che aspettavaun bambino. Era felice, cercavanocasa».Per la madre Marilia era innamoratapazza del suo topgun: si erano conosciuti per lavoro,poi era scoppiata la passione.Con Claudio Marilia sisentiva in paradiso. Ma da unmese la voce della 29enne al telefonoera meno squillante, ladistanza non copriva l’ansia ela tristezza. «Temeva che Claudiovolesse riavvicinarsi allasua famiglia, aveva il sospettoche le raccontasse tante bugie.Che non ci sarebbe mai statauna casa tutta per loro» ha confidatola madre al magistratoAmbrogio Cassiani che coordinal’inchiesta per omicidio, procuratoaborto e soppressionedi cadavere. «È stato lui — è lacertezza della donna — ha uccisomia figlia, la madre del suobambino, ha ucciso il suo bambinoe mi ha spezzato il cuore».Nel frattempo gli indizi controGrigoletto si moltiplicano.Il sopralluogo dei Ris dell’altrogiorno ha riservato un paio disorprese che la procura giudicapositive: sul tappetino dellaLand Rover dell’indagatoè stata repertatauna macchia disangue e tracce disangue sono statetrovate pure sui pantaloniche l’uomo indossavail giornodell’omicidio. Nell’ufficiodel massacroci sono impronteinsanguinate lasciateda una scarpanumero 43, compatibilecon quella calzatadall’arrestato. Il sangue vaanalizzato, così come le impronte.«Sono innocente» diceGrigoletto dal carcere, ma il lavorodei Ris potrebbe inchiodarlo.Wilma Petenzi© RIPRODUZ ONE RISERVATATaranto Il gip Todisco: agivano per conto della proprietà«Struttura ombra dei Riva»Ilva, arrestati cinque managerUn governo aziendale occulto.Cinque fiduciari che purnon facendo parte dell’organigrammadell’Ilva di fatto avrebberoagito come «struttura ombradella proprietà», cioè la famigliaRiva, «in totale assenzadi qualsiasi iniziativa orientatanel senso della prevenzione deireati». Da ieri quattro di loro sonoin carcere e uno agli arrestidomiciliari per associazione adelinquere finalizzata al disastroambientale, avvelenamentodi sostanze alimentari, omissionedolosa di cautele sui luoghidi lavoro e altro.Il giudice delle indagini preliminariPatrizia Todisco, comesempre, non usa mezzi termini.«La logica del profitto haguidato le loro condotte — scrivenell’ordinanza — schiacciandocon cinismo ogni buon sentimentoche privilegiasse il dirittoalla vita e alla salute deglioperai e della popolazione deiquartieri vicini al siderurgico(...) una scelta netta di salvaguardiadi una gestione criminaledello stabilimento».Per quella «gestione criminale»sono oggi in carcere AlfredoCeriani, 74 anni, responsabiledell’intera area a caldo dell’Ilva(sotto accusa per l’inquinamento);Giovanni Rebaioli, 69anni, gestore dell’area parchi,materie prime e impianti marittimi;Agostino Pastorino, di 60anni con il compito responsabiledell’area Ghisa e di tutti gliinvestimenti nella fabbrica; EnricoBessone, dipendente di RivaFire — holding che controllaIlva spa — e responsabile dell’areamanutenzione meccanicadelle acciaierie. È invece aidomiciliari Lanfranco Legnani,figura che l’inchiesta considera11.553Il personale dipendenteche lavora dentrolo stabilimento Ilvadi Taranto (grande 15milioni di metri quadrati)1995L’anno in cui la famigliaRiva ha rilevatodallo Stato italianola vecchia Italsiderrinominandola Ilva«direttore ombra» dello stabilimentosiderurgico.«È stato ampiamente dimostrato— valuta il gip spiegandola possibilità che gli indagatipossano commettere di nuovogli stessi reati — che i cosiddettifiduciari da sempre hannogestito l’Ilva di Taranto instretta collaborazione con laproprietà dando piena attuazionealla logica aziendalistica dellastessa, anche in modo criminososotto il profilo ambientale,senza tenere in alcuna considerazionequello che è uno deibeni più preziosi, la salute umana».Riguardo all’ipotesi che possanoinvece inquinare le prove,Patrizia Todisco parla di «iniziativetese ad avvicinare persone,a vario titolo informate sui fattidi questo procedimento o chesaranno prevedibilmente sentitein dibattimento nell’ipotesidi un processo penale, così daindurle a ritrattare le dichiarazionigià rese o a rimodularlein senso a loro favorevole».Gli arresti di ieri arrivano apiù di un anno dal primo provvedimentocon il quale i magistratitarantini arrestarono ilpatron dell’Ilva Emilio Riva edue dei suoi figli e sequestraronol’area a caldo dell’impiantobloccandone l’attività. Gli interventipolitici successivi (duedecreti separati, uno del governoMonti e l’altro del governoLetta) hanno di fatto estromessoi Riva dalla gestione dell’aziendache oggi è sulla via(faticosissima) del risanamentoambientale ed è affidata alcommissario voluto da PalazzoChigi, Enrico Bondi.Alla svolta ecologica dell’impiantosiderurgico più granded’Europa i magistrati di Tarantonon hanno mai creduto nésembrano confidare nella possibilitàche avvenga davvero conla gradualità e i tempi previstidalle nuove normative e dall’Aia,l’autorizzazione integrataambientale. Non a caso, condividendola linea della procura,il giudice Todisco scrive: «Difronte alla conclamata inidoneitàdei rimedi (assai blandi)adottati negli anni per eliminareo contenere i gravi fenomenidi inquinamento (...) si imponevanosolo radicali mutamentidel processo produttivo pereliminare in radice la fonte delpericolo e dei danni».G. Fas.© RIPRODUZIONE RISERVATA

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