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Corriere della Sera Sabato 7 Settembre 201333Viaggi lontaniEscursioniavventuroseAlla fine quello che non riusciretea vedere mai sonoproprio le nuvole. Neancheuna. Cieli tersi, azzurri,quasi blu ai 4200 metridel Viaducto de La Polvorilla, solovento e rocce dai colori mai neppureimmaginati. È quella la meta finaledel Tren a las Nubes, meraviglia semisconosciutaa noi europei. E alloraperché si chiama tren a las nubes, trenoper le nuvole, se le nuvole non cisono? Lo scopriremo.Siamo nel nord dell’Argentina, cordiglierapre-andina, quasi al confinecon Cile e Bolivia. Qui corre una ferroviacostruita in condizioni proibitive,tra il 1921 e il 1948. Quasi trent’anniper rendere possibile una via commercialetra il Pacifico e l’Atlantico,dal porto cileno di Antofagasta (Pacifico)a quello della capitale argentinaBuenos Aires, sul Rio de la Plata checonfluisce nell’Atlantico. Per riuscircibisogna vincere le rocce di quei 217km impervi che dalla città di Salta,gioiello di architettura coloniale, percorronola Quebrada del Toro, la Goladel Toro, e si arrampicano fino al valicocon il Cile.Fu il presidente argentino Yrigoyena commissionare la ferrovia all’ingegnerestatunitense Richard FontaineMaury di Filadelfia. El gringoMaury si mise a studiare come salivanole capre a brucare i radi fili d’erbatra le rocce e brevettò un sistema cheripudiava quello classico a cremaglieraper scegliere nei punti critici unostrano meccanismo a zig-zag, primaindietro e poi avanti, che permettonodi risparmiare chilometri ed energia.Le previsioni parlavano di 6 anni perfarla. Ce ne vollero 27. Fino al 1970 iminerali estratti in quelle zone raggiunserogli oceani con quel treno,che era anche passeggeri. Poi il trasportosu gomma vinse la sfida. Il 16luglio 1972 il tratto da Salta a La Polvorillaviene inaugurato come ferroviasolo turistica.Dieci vagoni (limite massimo perla manovra di zig-zag), di cui uno adibitoa infermeria per eventuali malorida altura e un altro a ristorante. Partenzadalla stazione Belgrano di Salta,a 1187 metri, arrivo ai 4220 metri delviadotto a strapiombo sulle rocce. Sono217 km all’andata, 217 al ritorno,transitando su 29 ponti, in 21 gallerie,per 13 viadotti con due zig-zagnei punti di massima pendenza. In totale16 ore di viaggio a 35 km/ora, partenzacon il buio alle 7 di mattina,rientro di nuovo con il buio tra le 23 emezzanotte. In mezzo, un’alba e untramonto che non dimenticherete,tra rocce multicolori e popolazioni indiedi antica fierezza, protagoniste diuna vita povera e felice.E allora eccoci, lì in coda a farci as-Una pergola con duemila peperoniluminosi per festeggiare Rosarno, paeseche non vuole essere ricordato solo per igiorni infausti degli scontri con gli immigrati: equei peperoni, un’installazione del teamLuzinterrumptus, finiranno in tavola per unagrande cena di quartiere. È solo una delleinstallazioni e performance del FestivalArgentina Dalla città di Salta i 217 km che portano al confine con il CileEl gringo, le capree il viadotto a zig zagdel treno per le nuvoleDieci vagoni (di cui unoadibito a infermeria)a strapiombo sulle roccedella Cordigliera. L’operadi un ingegnere visionarioche cambiò tutte le regoleBuone ideeLa piovra contestata di Rosarnoe il Festival della rigenerazione urbanainternazionale di Rigenerazione urbana che siterrà dal 15 al 29 settembre organizzato daAdiCittà-Rosarno con il patrocinio del Comune.L’idea è portare nei luoghi più dimenticati laventata di buone idee, buone pratiche ma anchefantasia e allegria di architetti, designer, artisti(saranno 11, di livello internazionale), collettivi,associazioni e le Università di Ferrara e ReggioCalabria. «Pensare e fare, per lasciare un segno»spiega Angelo Cartidi. Un’idea che ha convintoanche Flavio Favelli, artista fresco di Biennale diVenezia, che sperimenterà una tecnica per luinuova, il murales. E nel pre-festival sta facendodiscutere Rosarno il grande murales-piovra diDomenico Calabrese (foto di Danilo Muratore)che campeggia su uno dei muraglioni del paese.Un’opera che voleva scuotere gli animi e c’èriuscita: c’è perfino chi ha avviato una raccoltadi firme perché sia cancellataĖrika Dellacasa© RIPRODUZIONE RISERVATAsegnare il posto sul treno, operativonella stagione secca, da aprile ad ottobre.Nuvole e piogge appartengono allastagione umida, nei giorni in cui iltreno raggiunge la puna, l’altipianosenza vegetazione che fa da anticameraalle Ande, le nuvole non ci sono.Viene naturale chiedere il perché diquel nome. Lo si deve ad alcuni studentidi cinema di Tucuman, città pocopiù a sud di Salta. Negli anni 60 giraronoun film su quel viaggio spettacolare.Il treno transitava sulla Polvorilla.Era ancora un convoglio passeggeri,trainato da locomotive a vaporee non elettriche. Gli studenti chieseroal macchinista di scaricare il vapore,per filmarlo. Ma la bassa temperaturaMusicaDa Villa Carlotta al VittorialeSenti chi suona in giardinoPer chi vuole trascorrere all’aperto leultime giornate estive. Grandi giardiniitaliani — network di 94 fra le piùbelle aree verdi del paese — anima conconcerti musicali gli ultimi scorci d’estate.A partire da Villa Carlotta sul Lago di Como(foto) dove, i giovedì di settembre, c’è larassegna «Tramonti in musica». Domani nelCostruita tra il 1921 e il 1948Il Viaducto de La Polvorilla è a 4220 metri. Quipassa il «Tren a las Nubes», il treno per le nuvole,nel Nord dell’Argentina, in un lembo occidentaledel Paese quasi al confine con il Cile e la Bolivia.La ferrovia fu costruita con enormi sofferenze, incondizioni proibitive, tra il 1921 e il 1948L’ingegnereRichardFontaineMaurySotto, i coloridella rocciaparco del Castello di Grazzano Visconti(Piacenza) un quintetto d’ottoni. Il GiardinoBardini (Firenze) ospita, invece, dueaperitivi in musica (10 settembre e 28ottobre) in cui sono protagonisti i giovanidella scuola di Musica di Fiesole. NelCanton Ticino, le Isole di Brissago ospitanola rassegna «I giardinieri dell’anima», conconcerti domani, il 15 e il 28 settembre. Neigiardini di Villa d’Este, a Tivoli, saranno discena i giovani musicisti dei conservatoriitaliani con il coro polifonico della Rai (finoal 14) mentre a Ischia, nei giardini «LaMortella», la rassegna della fondazione«Walton» si rinnova ogni weekend fino al27 ottobre. Infine, il lago di Garda, il 21settembre ospita l’esibizione del Trio FranckBridge mentre lunedì David Byrne sarà discena nel parco del Vittoriale degli Italiani(Brescia).© RIPRODUZIONE RISERVATAfece sì che restò sospeso. E nel filmpareva che il treno s’infilasse tra le nuvole.Nacque lì il tren a las nubes.Nessuno di noi 468 passeggeri vedràanche solo un filamento di nubein quei cieli blu spaventosamente vicinie avvolgenti mentre il treno sferraglianel silenzio tra gli ultimi cardones,i cactus che fino a 3500 metri resistonoalle rocce. C’è il rossiccio dell’ossidodi ferro allo stato 2, il verdolinodell’ossido di ferro allo stato 3, ilturchese di zolfo e rame mescolati, ilbianco sporco delle ceneri sulfuree.Neanche le foglie di coca (legale a Saltae Tucuman) comprate alla partenzaper consumarle dai 3200 in su, riesconoa farcele vedere le nuvole.Ci accorgiamo di esserecircondati da adulti ruminanticome noi con le gotegonfie tipo criceti. Un brividoci corre lungo la schienaquando ci mostrano che tra iruminanti c’è pure il macchinista.Ma è giusto così daqueste parti, deve darsi la carica.Arrivati a San Antoniode los Cobres, ultimo insediamentoumano, 5500 abitantia 3375 metri, ci sentiamobene. Il treno si ferma, civengono incontro i bambini.La vita qui è dura. Con il solea mezzogiorno si arriva a 15 gradi madi notte va sottozero. Non c’è energiaelettrica, ci si scalda coi pannelli solariforniti dal governo in cambio diun’imposta molto bassa. La scuolac’è, l’hanno portata i gesuiti. Le festesono quelle cristiane, mescolate aquelle tramandate dai tastil, popoloautoctono scomparso nel XV secolo.Come nei cimiteri: croci sulle tombema tutti orientati a est per onorare TataHinti, il dio Sole. La festa più grandeè il 1˚ di agosto, si onora la Pachamama,la dea Terra. In una fossaognuno getta il meglio che ha: sigari,foglie di coca, liquori, animali.La Polvorilla, il viadotto da brividi,è quasi mille metri più su. Si sentonotutti. Qui oltre ai locali solo i piccolinordici riescono a correre in salita sottole rotaie sospese. Gli adulti, ma anchei ragazzi, misurano i passi cadenzati,rallentati come quelli di Armstrongsulla Luna, tra una sosta e l’altra.L’aria è poca, i polmoni la reclamano.È un sollievo salire sul trenodove ti aspettano il «mate» locale conbiscotti. Comincia la discesa, la cacciaai nuovi colori del granito baciato daltramonto.Enrico CaianoMAPPA DI ANTONIO MONTEVERDI© RIPRODUZIONE RISERVATA

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