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Rivista di Diritto ed Economia dello Sport - Rdes.it

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60 Angelo Maietta2.1. …(segue) il «rafforzamento» del marchio «debole»: il secondarymeaningIl fenomeno del secondary meaning nasce nel <strong>di</strong>r<strong>it</strong>to anglo-americano 17 eriguarda i marchi cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i da parole all’origine prive <strong>di</strong> carattere <strong>di</strong>stintivoperché <strong>di</strong> uso frequente nel linguaggio comune o, comunque, insuscettibili<strong>di</strong> assurgere a rango <strong>di</strong> marchio d’impresa attesane la loro generic<strong>it</strong>à. 18L’ist<strong>it</strong>uto in parola consiste nel far acquisire ad un termine inizialmentegenerico un secondo, più forte, significato (secondary meaning) che consentea quella denominazione <strong>di</strong> essere percep<strong>it</strong>a nel pubblico dei consumatoricon una valenza ultronea anche in virtù dell’uso che se ne faccia da part<strong>ed</strong>ell’impren<strong>di</strong>tore fino al punto <strong>di</strong> riuscire a contrad<strong>di</strong>stinguere il prodottosu cui è apposto.Il secondary meaning, pertanto, trova terreno fertile per la suaapplicazione proprio allorché si <strong>di</strong>scute <strong>di</strong> marchi «deboli»; invero, com’èstato autorevolmente affermato marchio forte e marchio debole rappresentanoi due poli estremi <strong>di</strong> una scala all’interno della quale si gradua, secondo unclimax ascendente, la capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong>stintiva e la conseguente estensione dellatutela accordata al segno. Si deve, peraltro, constatare come la collocazion<strong>ed</strong>el segno all’interno <strong>di</strong> questa scala ideale non soltanto si riveli talora inconcreto <strong>di</strong>sagevole, ma possa altresì variare a segu<strong>it</strong>o dell’uso che ne siafatto e della notorietà che abbia progressivamente acquis<strong>it</strong>o: 19 è il casodell’ist<strong>it</strong>uto in parola.La giurisprudenza ha da tempo ammesso tale «scalata» del marchiodebole 20 anche sulla scorta <strong>di</strong> penetranti opinioni dottrinali 21 tanto da fornirel’occasione al legislatore <strong>di</strong> co<strong>di</strong>ficare il fenomeno del secondary meaning____________________17Per la dottrina americana si consiglia la lettura <strong>di</strong> CALLMANN, The law of unfair compet<strong>it</strong>ion,Mundelein, 1967, 367; per la dottrina inglese v. MC CARTHY, Trade marks and unfair compet<strong>it</strong>ion,Rochester, 1994, passim; KERLY, Law of trade marks and trade names, London, 1972, 16 ss..18In tal senso, M. BIONDETTI, Il “secondary meaning” nella <strong>di</strong>sciplina <strong>it</strong>aliana dei marchid’impresa,c<strong>it</strong>., in Il <strong>di</strong>r. ind., 2001, 329.19Così testualmente N. ABRIANI, Contenuto e requis<strong>it</strong>i del marchio. Acquisto del <strong>di</strong>r<strong>it</strong>to, c<strong>it</strong>., 45.20Cass., 25 settembre 1998, n. 9617, in Giur. Ann. Dir. ind., 1998, n. 3736; Cass., 22 febbraio1994, n. 1724, ivi, 1994, n. 3021; App. Roma, 24 novembre 1997, ivi, 1998, n. 3783, Trib.Milano, 15 ottobre 1987, in Giur. Ann. Dir. ind., 1987, n. 2203; App. Milano, 20 maggio 1986, inRiv. Dir. ind., 1987, II, 321; Trib. Roma, 25 febbraio 1988, in Giur. Ann. Dir. ind.,1988, n. 2299;App. Bologna, 15 settembre 1988, ivi, 1989, n. 2383; Trib. Napoli, 21 maggio 1997 (ord.), in Il<strong>di</strong>r. ind., 1997, 1027; Trib. Milano, 8 aprile 1991, in Giur. Ann. Dir. ind., 1991, 446.21SORDELLI, Marchio e secondary meaning, Giuffrè, Milano, 1979, passim; OLIVIERI, Il “secondarymeaning”, in MARASÀ, MASI, OLIVIERI, SPADA, SPOLIDORO, STELLA RICHTER, Commento tematicoalla legge marchi, 201 ss; GUGLIELMETTI, Il secondary meaning e l’opportun<strong>it</strong>à <strong>di</strong> una sua (lim<strong>it</strong>ata)tutela in s<strong>ed</strong>e <strong>di</strong> riforma della legge <strong>it</strong>aliana marchi, in Riv. Dir. ind., 1973, I, 39 ss.

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