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FuoriAsse #21

Officina della cultura

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Ida Gianelli, direttrice del Castello di<br />

Rivoli-Museo d’Arte Contemporanea e<br />

da Pier Giovanni Castagnoli furono affidate<br />

le successive acquisizioni così che<br />

a quelle prime quattordici installazioni<br />

luminose se ne aggiunsero altre fino a<br />

costituire, unico esempio al mondo, un<br />

museo a cielo aperto che attualmente<br />

comprende circa trenta opere artistiche<br />

luminose.<br />

Non solo. Luci d’artista favorì anche il<br />

coagularsi attorno a questo evento di<br />

altri, abituali appuntamenti artistici cittadini:<br />

dalla fiera di arte contemporanea<br />

Artissima, alle mostre alla GAM e al Castello<br />

di Rivoli (il primo Museo d’Arte<br />

Contemporanea in Italia, lo ricordiamo),<br />

alle più recenti fondazioni Sandretto Re<br />

Rebaudengo e Merz, alle numerose gallerie<br />

private, tanto che novembre è per<br />

Torino il mese dell’arte contemporanea<br />

(ContemporaryArt).<br />

L’amore non fa rumore<br />

Luci d’artista, Torino, 1998-2017<br />

L’installazione intitolata L’amore non fa<br />

rumore, che proposi nel 1998, per Luci<br />

d’artista fu collocata il primo anno in<br />

Largo Saluzzo a Torino. Essa scaturiva<br />

da un mio specifico interesse per il rapporto<br />

tra arte e spazio pubblico che mi<br />

convinse ad utilizzare quello che il<br />

semiologo Omar Calabrese, definisce «lo<br />

zoccolo comunicativo della città» 4 ovvero<br />

le strade e i palazzi, per un’altezza di<br />

circa 4 metri (oggi – a 20 anni di distanza<br />

– questa fascia, grazie alle nuove tecnologie,<br />

si è notevolmente ampliata interessando<br />

l’intera facciata degli edifici:<br />

Domenico Luca Pannoli<br />

L’amore non fa rumore<br />

installazione<br />

Dimensioni variabili<br />

Alluminio, pvc, Plexiglas, lampade fluorescenti, cavi<br />

acciaio e tubo a led<br />

Luci d’artista (1998-2017)<br />

Ideata nel 1998 per la prima edizione di Luci<br />

d’artista e destinata a Largo Saluzzo a Torino,<br />

viene collocata ogni anno, come le altre opere<br />

della collezione, in ambiti urbani differenti sia in<br />

Italia che all’estero.<br />

Quest’anno l’opera è visibile in piazza Santa Rita<br />

a Torino.<br />

4 Omar Calabrese, La città “comunicativa”, in «Domus 783», giugno 1996, Editoriale Domus.<br />

FUOR ASSE<br />

109<br />

INTERFERENZE

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