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FuoriAsse #21

Officina della cultura

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l’obbligo, il dovere, e in qualche modo<br />

anche il piacere, di istruire, far ridere,<br />

controllare, divertire. Doveva tenersi in<br />

contatto. Invitarli a cena ogni tanto: non<br />

tutti, certo. Solo gli intimi. E non troppo<br />

spesso, certo. Ma lo faceva!<br />

Vederli d’estate (anche quello faceva:<br />

prima di Ferruccio, il bambino, di più,<br />

certo!). Per non perderli. Sempre. Per<br />

sempre. Avrebbe fatto un altro film.<br />

Si chinò sul bambino. Ne annusò l’odore.<br />

«Dio, quanto ti amo!», gli disse.<br />

«Tesoro, adesso arriva Saida e ti prepara<br />

la colazione, ok?».<br />

Poi, poiché il bambino sembrava tranquillo<br />

tornò in studio. Si sedette.<br />

Sudore. Sudore fra le tette. Sudore sotto<br />

le cosce. Sudore.<br />

«Se non fossi così grassa non suderei…».<br />

Si tolse la stoffa, troppa, del vestito (larghissimo)<br />

che indossava in periodi come<br />

quello, da sotto le chiappe.<br />

«Dio! Quando ero anoressica non conoscevo<br />

il sudore! Era bello…». Non voleva<br />

indulgere in ricordi.<br />

Lasciò scorrere il pulsante sulla Home.<br />

«Quanta roba inutile».<br />

Lesse un po’ di nomi.<br />

«Quanta gente, scrive. Ma perché?».<br />

Lasciava che i pezzetti di testo le scorressero<br />

sotto gli occhi, senza davvero<br />

leggere.<br />

«Non c’è ancora nessuno…», pensò. Era<br />

ancora troppo presto. Era mattina.<br />

«Solo quelli dei circoletti!», si disse.<br />

Rimise la freccetta bianca sul post della<br />

Mercanzìa. Lo aveva appoggiato apposta<br />

sull’angolo, a destra dello schermo, in<br />

basso. Ci cliccò dentro una volta. La<br />

pagina si aprì.<br />

Lesse. Di nuovo quelle due dita sugli<br />

occhiali. «Questa qui, pensa di essere<br />

una profonda intellettuale…» pensò. Lo<br />

ripeté a voce bassissima. Ci aggiunse:<br />

«È incredibile!».<br />

Invece, la frase: «Ma non lo è! E in altre<br />

FUOR ASSE 144<br />

epoche…ma zitta, idiota!», la gridò<br />

quasi. La espresse, comunque, in modo<br />

molto chiaro.<br />

Controllò i Mi Piace che la Mercanzìa<br />

aveva ottenuto con quella banalata su<br />

John Ford. Fra i tanti dementi ce n’erano<br />

due che conosceva. Una era Daniela,<br />

sua amica. Ne raggiunse la bacheca.<br />

Schiacciò il pulsante messaggio.<br />

«Ma cosa ti salta in mente di piacciare la<br />

mentecatta?», scrisse. Inviò. Sicuro, dormiva.<br />

Ripigiò il quadratino con su scritto<br />

messaggio, e aggiunse: «La negra!».<br />

Ne avrebbero riso!<br />

«Questa dorme anche da sveglia!», rise,<br />

ancora, rivolgendo all’amica Daniela<br />

questo pensiero tenero.<br />

E poi, Davide Megliori? Stava leggendo<br />

bene? C’era il Mi Piace di Davide Megliori,<br />

sotto il pezzo della Mercanzìa?<br />

«Non ci credo…». L’unico che non le<br />

avesse recensito il film. L’unico che non<br />

avesse risposto ai suoi messaggi privati.<br />

Oddio, non è che fosse proprio l’unico.<br />

Ce n’erano altri due o tre. Forse anche<br />

tre o quattro. O quattro o cinque anche,<br />

che la ignoravano. Ma erano gente inutile,<br />

senza importanza! Invece, Megliori.<br />

«Sfigati!», ripeté. Però, lui no!<br />

Ricercò in fretta la bacheca di Davide<br />

Megliori e su messenger scrisse: «Carissimo,<br />

hai ricevuto il mio invito a trascorrere<br />

una serata in casa mia, a Salita del<br />

Grillo, per vedere il mio ultimo lungometraggio?<br />

Se non vieni, capirò. È un film<br />

noiosissimo. Firmato, Giada Giadetti».<br />

E no, però doveva metterci anche qualcosa<br />

per poter parlare – nell’eventualità<br />

– male, malissimo di quella demente<br />

della Mercanzìa. La negra che lui aveva<br />

piacciato. Doveva dirglielo. Ma come? «È<br />

out!», pensò. «È completamente out!<br />

Pessime energie, correnti di negatività.<br />

Una perdente totale!»<br />

Scrisse: «P.S. Volevo anche dirti…». Ma<br />

no, non poteva essere esplicita. Con il<br />

Il principio dell’iceberg

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