13.12.2017 Views

FuoriAsse #21

Officina della cultura

Officina della cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Ecco l’inizio:<br />

Nei tempi dei tempi quando le considerazioni<br />

letterarie erano critiche e saggistiche hard-boiled<br />

e non cronachetta quantitativa e passacarte<br />

rosa e soft, l’immensa produttività e il vasto pre -<br />

senzialismo di Moravia suscitavano per lo più<br />

due gruppi di riflessioni, fra i giovani letterati<br />

meno reverenti.<br />

Arbasino ama inserire spesso parole<br />

straniere che sottolinea con il corsivo.<br />

Il ritratto di Moravia in verità è un pezzo<br />

di critica letteraria importante. Parla<br />

di un mondo culturale scomparso dove<br />

si lavorava sulla qualità e non sulla<br />

quantità. Ma il testo di Arbasino è molto<br />

più intelligente e sottile. Lo scrittore<br />

di Voghera è un critico straordinario.<br />

Parlando di Moravia continua:<br />

Aveva inventato uno stile “semplificato”, chiarificatore<br />

e nitido, intellettuale e immediatamente<br />

comunicativo, una culturaccia dove la prosa<br />

appariva per lo più oratoria e lutulenta (Bacchelli)<br />

o casareccia e marpiona (Baldini), dunque<br />

più noiosa e più goffa del New York Times.<br />

mode, la qualità, l’esclusivo, ma non<br />

nella letteratura. In questo modo Arbasino<br />

si mette nella corrente opposta a<br />

quella dei Moravia e dei suoi nipotini<br />

moderni. Perché perdere tempo a fare<br />

recensioni di libri brutti, osannare libri<br />

mediocri di amici e parlare di spettacoli<br />

ancora più brutti, come si può leggere<br />

sulle pagine culturali di oggi? E come la<br />

mettiamo con la serialità? Arbasino dà<br />

una risposta potente: la necessità di<br />

scrivere un romanzo dopo l’altro non è<br />

una caratteristica ottocentesca, è qualcosa<br />

che riguarda il “vitalismo” novecentesco.<br />

Un altro concetto importante<br />

riguarda gli scrittori che non aspirano<br />

più al grande romanzo, alla grande<br />

opera, all’opera mondo, ma la frammentano<br />

in decine e decine di opere molto<br />

diverse tra loro, come ha fatto Moravia.<br />

Per tre quarti del brano, Arbasino parla<br />

di critica letteraria e di critica sociale,<br />

offre spunti di riflessione, fa pensare<br />

Il ritratto di Moravia diventa un modo<br />

per criticare la tensione letteraria ed<br />

editoriale che è diventata, ai giorni nostri,<br />

la unica e sola, e livellatrice di molti<br />

scrittori solo alla ricerca del successo e<br />

della classifica. Scrive ancora:<br />

Il rischio della nitidezza razionalizzatrice si osservava<br />

– una volta assestati sulla piattaforma<br />

della chiarezza – può essere quello di una semplificazione<br />

che per far contenti tutti rinuncia<br />

all’oscurità, alla notte.<br />

Arbasino mette il dito nella piaga: come<br />

possiamo venire incontro alle richieste<br />

dei consumatori, che pretendono prodotti<br />

“alla portata di tutti”, cioè al livello<br />

più basso del commercio, mentre nel<br />

mangiare e nei vestiti, e magari nelle<br />

altre arti, esigono qualità “esclusive” e<br />

“vip” e “top”? È l’analisi feroce di un<br />

mondo editoriale sempre più ignorante e<br />

miope, di un pubblico che insegue le<br />

© André Maynet<br />

FUOR ASSE<br />

34<br />

Alberto Arbasino

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!