FuoriAsse #21
Officina della cultura
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Il suo romanzo è stato definito un noir.<br />
È totalmente d’accordo?<br />
Io ho scritto un romanzo che nella mia<br />
testa presentava in primo piano gli<br />
aspetti più attuali, più profondi e di<br />
analisi che sono poi quelli che Lei ha<br />
ben individuato nelle domande precedenti,<br />
e collocava invece in secondo<br />
piano un intreccio noir che avrebbe<br />
dovuto donare ritmo e leggibilità alle<br />
vicende principali, oltre a scandire il<br />
passare del tempo. Poi, com’è normale<br />
che accada – anche se il libro non è<br />
assolutamente cambiato rispetto al suo<br />
impianto iniziale – nella fase di sua<br />
costruzione come prodotto commerciale<br />
ha preso il sopravvento, dal punto di<br />
vista della comunicazione, il “prodotto”<br />
noir, ciò che ha dunque invertito il posizionamento<br />
dei due piani di cui Le<br />
dicevo. Ciò che a me va assolutamente<br />
bene, se per noir intendiamo quella gloriosa<br />
tradizione di libri cui hanno partecipato<br />
tanti autori che, rifuggendo gli<br />
schematismi e la precisione del giallo<br />
(chiamiamolo pure il gusto per l’ordine<br />
del giallo), hanno invece optato per<br />
schemi narrativi più liberi e imprevedibili,<br />
contrapponendo il caos e la libertà<br />
dell’autore ai formalismi e agli stereotipi<br />
del genere e del mercato librario.<br />
Inoltre il noir – diciamo pure, in generale,<br />
la scrittura narrativa sul crimine –<br />
dona all’autore la possibilità di rendere<br />
esemplari quelle eccezioni che, non essendo<br />
generalizzabili, vale a dire non<br />
producendo un modello efficace di sintesi<br />
della realtà, raccontano comunque un<br />
pezzettino di realtà che esiste e dunque<br />
che agisce. E se il compito di ogni persona<br />
che lavora con la cultura – del ricercatore,<br />
dello scrittore, di tutti – è principalmente,<br />
come io credo, di complicare<br />
la realtà (quando serve) anziché semplificarla<br />
a ogni costo e comunque, alloraio<br />
posso dirmi contento, perché trovo la<br />
sintesi ideale dei diversi ambiti in cui<br />
opero e delle diverse scritture lungo le<br />
quali mi muovo.<br />
© Kai Hirai<br />
FUOR ASSE 99 Redazione Diffusa