FuoriAsse #21
Officina della cultura
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comportamenti in cui era chiaro il disprezzo<br />
per gli orientali. E questo dettava<br />
anche una serie di costumi sessuali che<br />
includevano la pederastia.<br />
Negli anni africani (dopo la rocambolesca<br />
parentesi giavanese) incrociamo<br />
l’altro Rimbaud nella cui persona si<br />
riflette un intero fenomeno di radicale<br />
cambiamento che riguarda l’Occidente<br />
tutto. Cominciamo da Giava, dove stavamo<br />
già approdando.<br />
È presto detto. Rimbaud tenta l’avventura<br />
militare: con un viaggio tortuosissimo,<br />
arriva a Giava a fine luglio e ne fugge<br />
disertando nella notte tra il 14 e il 15<br />
agosto (è il 1876). Si dice sia stata la sua<br />
prima vera avventura adulta: io dico che<br />
è l’ultimo suo azzardo da adolescente.<br />
Dopo di che emergerà un diverso Arthur<br />
Rimbaud. Sempre vorace, e insaziabile.<br />
Ma pratico, e tecnologico. E anche spietato,<br />
crudele.<br />
Ecco la grande svolta. Che porta Rimbaud<br />
in Africa. Non da fuggitivo. Ma da<br />
affarista. Da mercante scaltro. Sempre<br />
con un legame con Charleville, dimostrato<br />
da una ingente richiesta di testi,<br />
specie manuali tecnici, e la traduzione<br />
che suo padre, militare, aveva fatto del<br />
Corano in francese. Il cosiddetto furioso<br />
angelo in esilio, come il mondo, reso più<br />
piccolo e rapidamente navigabile dall’apertura<br />
nel 1869 del Canale di Suez,<br />
si libera dell’adolescente che si era consegnato<br />
tutto alla poesia e diventa un<br />
curioso del mondo, e questo lo farebbe<br />
ancora simile al poeta ebbro; ma oramai<br />
no, è un avventuriero di stampo darwiniano,<br />
un pragmatico sopravvivente.<br />
Forte e sintetica la metafora di grande<br />
impatto che Jamie James trova in proposito:<br />
la Tour Eiffel inaugurata nel 1889<br />
a Parigi supera in altezza la piramide<br />
di Giza e viene innalzata non da schiavi<br />
ma da operai. Rimbaud smette ogni fede<br />
visionaria o slancio. Si dà alla modernità<br />
e sceglie l’Abissinia come geografia dell’altra<br />
sua netta e breve figura. Non era<br />
stato forse lui a proclamare: «Bisogna<br />
essere assolutamente moderni»?<br />
FUOR ASSE<br />
80<br />
Il rovescio e il diritto