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FuoriAsse #21

Officina della cultura

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alle radici di un modo di fare cultura,<br />

che arriva da lontano, individua correnti<br />

e sviluppa pensieri mai banali, alla<br />

ricerca di una verità, che non troverete<br />

nelle antologie scolastiche e nelle storie<br />

della letteratura dei professoroni.<br />

Quindi chiude con il ritratto di Moravia.<br />

Lo riduce a venti righe, tanto quanto<br />

basta. Già lo spazio che gli dedica è minimo.<br />

La sua sferza è feroce, e altrettanto<br />

feroce è il cammeo in nero che gli fa.<br />

Da ragazzo, Moravia era seccante e antipatico.<br />

Raccontava un famoso clinico che quando loro<br />

giovanotti andavano a prendere le due sorelle<br />

maggiori per qualche thé dansant, e la mamma<br />

De Marsanich li accoglieva amabilmente, il giovane<br />

autore degli Indifferenti si divertiva a<br />

tagliare e a cucire le loro maniche e tasche in<br />

anticamera. Nella sua età di mezzo, era dispettoso<br />

e prepotente. Quanti dissapori. Me ne ha<br />

fatto di tutti i colori. Finalmente, in vecchiaia,<br />

magro e non più tozzo, diventò giocondo e<br />

piacevole. Non ripeteva più “uffa uffa”, piuttosto<br />

diceva «Semo tutti peracottari». Anche perché<br />

in trattoria si chiedevano le pere cotte. Per<br />

vezzo, portava giacche chiare e foularini al collo.<br />

Gliene regalai sette, naturalmente Chavet,<br />

per i suoi settant’anni. Commento: «A Roma<br />

si chiamano strangolini». Purtroppo non sono<br />

andato a un ultimo suo pranzo, da Elisa Olivetti<br />

(Bucci Casari e quindi napoleonide), che<br />

avendo sposato un Maraini fratello del padre<br />

considerava Dacia come nipote, e Alberto<br />

scherzando anche. Stava bene. Morì in bagno.<br />

Ci mancherà moltissimo.<br />

© Pedro Jimenez<br />

La letteratura serve anche per prendersi<br />

qualche rivincita. Sono venti righe velenose,<br />

piene di risentimenti, di acidità<br />

feroci, addolcite dal gusto della vendetta<br />

postuma. Riporta aneddoti, lo descrive<br />

come “antipatico” e “peracottaro”, nel<br />

senso che da vecchi, mangiare pere cotte<br />

serve a sconfiggere la stitichezza. Con<br />

una chiusa che sembra una lapidaria<br />

damnatio memoriae. “Stava bene. Morì<br />

in bagno. Ci mancherà moltissimo”.<br />

Una terna di frasi brevi scandite da un<br />

punto, chiude per sempre nel cesso<br />

© Carlos Pereira<br />

FUOR ASSE 35<br />

Imparare a scrivere

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