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FuoriAsse #21

Officina della cultura

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quasi esclusivamente maschile. L’idea<br />

di avventurarci in una ricerca sul<br />

cinema delle donne, e in particolare su<br />

Liliana Cavani, era un buon punto di<br />

partenza. Per cui iniziammo a elaborare<br />

il progetto e a programmare la rassegna.<br />

Un anno di lavoro e di contatti frenetici<br />

per concordare con la regista la<br />

data in cui sarebbe arrivata a Cagliari<br />

per incontrare il pubblico e ritirare il<br />

premio alla carriera che, annualmente,<br />

l’associazione consegna a un autore<br />

che si è distinto per meriti artistici. In<br />

quegli anni, siamo nel 2007, Liliana<br />

Cavani stava curando la regia de<br />

I pagliacci di Ruggero Leoncavallo, che<br />

avrebbe rappresentato al Teatro Lirico<br />

Mikhajlovskij di San Pietroburgo il<br />

27 ottobre del 2008. Per cui era impegnatissima.<br />

Ma la nostra perseveranza<br />

e il nostro entusiasmo, alla fine<br />

l’hanno conquistata. In fase di programmazione<br />

mi resi conto che nessuno<br />

aveva mai pensato di realizzare un<br />

documentario sul suo percorso umano<br />

e artistico. Dopo aver verificato la<br />

disponibilità di Peter Marcias, a cui<br />

abbiamo chiesto di curare la regia,<br />

quella dell’amico Omero Antonutti, che<br />

è l’io narrante del film, attraverso la<br />

sua inconfondibile voce, e naturalmente<br />

con la complicità della Cavani, dopo<br />

aver scritto il soggetto con Patrizia<br />

Masala, siamo volati a Roma, con una<br />

piccola troupe. Finalmente, a Villa Borghese,<br />

abbiamo incontrato per la prima<br />

volta la regista. Noi emozionati e un po’<br />

in ansia; lei distesa e sorridente. Sulla<br />

terrazza della Casa del Cinema, inondata<br />

di sole, abbiamo iniziato l’intervista<br />

filmata. Racconti, ricordi sul filo<br />

della memoria, sollecitati dalle nostre<br />

domande. Inizia a parlare con una nota<br />

di amarezza nella voce, sottolineando<br />

come «Il cinema odierno è diventato<br />

un cinema mediamente per ragazzini,<br />

senza tematiche importanti. Insomma,<br />

il modo di fare cinema è cambiato. Si è<br />

parlato di Rinascimento a proposito del<br />

film Gomorra, che racconta Napoli e le<br />

sue problematiche, insieme a poche<br />

altre opere. Qualche benpensante è<br />

arrivato a dire o a scrivere che il film<br />

dava una cattiva immagine dell’Italia<br />

all’estero, senza capire o facendo finta<br />

che nei fatti narrati ci sono delle storie<br />

concrete con dietro delle cause tremende».<br />

Le racconto della prima volta che<br />

ho visto un suo film in una sala cinematografica<br />

cagliaritana e un bel sorriso<br />

le illumina il viso. «Quando ho fatto<br />

Il portiere di notte avevo pensato a Trintignant<br />

come interprete maschile e<br />

Bernardo (NdR Bertolucci) per Ultimo<br />

tango a Parigi aveva pensato a Trintignant.<br />

Il mio produttore esecutivo<br />

Mario Gallo, che aveva appena fatto<br />

Morte a Venezia ed era amico di Dirk<br />

Bogarde, mi ha detto: «Perché non Bogarde?»<br />

Fantastico, che idea, e sono<br />

FUOR ASSE<br />

39<br />

Liliana Cavani

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